Roma, i lavoratori del “Forlanini” obbligati al silenzio La denuncia è del presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato
“Oltre al danno anche la beffa. I lavoratori del Forlanini, privati del
loro ospedale per scellerate scelte regionali, depredati di mobili e
arredi, trasferiti in modo coatto nel vicino San Camillo, non possono
raccontare la verità di fronte alle telecamere, pena i procedimenti
disciplinari della direzione generale”. La denuncia è del presidente di
AssoTutela Michel Emi Maritato che stigmatizza il provvedimento dei vertici
aziendali nei confronti di A.D.B., un tecnico dell’ospedale che, secondo
Maritato “avrebbe la colpa di aver raccontato ai giornalisti del Tg 1
nient’altro che la verità anzi, ha denunciato lo stato di abbandono in cui
una inetta dirigenza aziendale e una incapace classe politica regionale
hanno ridotto il monumentale edificio facendo sì che negli anni, questo
diventasse preda di sbandati, tossici, senza fissa dimora. C’è un altro
elemento ancor più inspiegabile, che la direzione ospedaliera dovrebbe
chiarire”, incalza il presidente. “Come mai in una grande e prestigiosa
struttura sanitaria, che ha frequenti rapporti con i media non esiste un
ufficio stampa, previsto dalla legge 150 del 2000? Risulta che in organico
ci sarebbero qualificati giornalisti il cui apporto a una informazione
aziendale corretta sarebbe stato negato a causa di pressioni ‘esterne’.
AssoTutela indagherà sull’accaduto e tutelerà in tutte le sedi il
coraggioso lavoratore ingiustamente colpito”, conclude Maritato.