Rimborsopoli, slittano gli interrogatori a Reggio Lanzetta contro Oliverio: "Sapeva di rischiare"
REGGIO CALABRIA – E’ slittato l’inizio degli interrogatori di garanzia, previsto per oggi, da parte del gip di Reggio Calabria nei confronti di consiglieri ed ex consiglieri regionali della Calabria rimasti coinvolti nell’inchiesta “Erga omnes” coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria su presunte irregolarità nella gestione dei fondi dei gruppi consiliari nella precedente legislatura, nel periodo 2010-2012. I reati ipotizzati sono peculato e falso.
Il rinvio degli interrogatori – forse cominciano domani – si è reso necessario per il mancato arrivo all’ufficio gip di una parte della documentazione. Nel frattempo, prosegue lo scontro politico, con il presidente Oliverio che è al lavoro per tentate di uscire dal vicolo cieco in cui è finito.
Contro lo stesso governatore arrivano, però, le critiche di Maria Carmela Lanzetta, ex ministro per gli affari regionali, che – in un’intervista al Corriere della Sera – ritorna sul suo no ad un posto da assessore in Calabria, per «considerazioni politiche», vista la presenza in giunta di Nino De Gaetano, indicato come assessore regionali ai lavori pubblici, arrestato venerdì.
Lanzetta ha dichiarato: «Ancora non si è capito perché Oliverio ha voluto nominare assessori già indagati, ben sapendo di rischiare la fine della sua giunta».
«Parlai – afferma ancora l’ex ministro – prima con Renzi e poi con Delrio, il giorno dopo aver saputo della nomina di De Gaetano. Dissi che non sarei entrata nella giunta e che avrei mantenuto la parola data di dimissioni da ministro. Non mi sono pentita. Ci furono anche critiche feroci e insulti. Non da parte di Oliverio, ma dai suoi compagni. Potrei rispondere con il detto di Gandhi: “Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci”».
Il governatore dovrebbe dimettersi? «Ha vissuto e operato ‘Aspettando Godot’. Più o meno per le stesse motivazioni la Polverini si è dimessa. Oli erio dice che sono fatti avvenuti anni prima: decida secondo coscienza», risponde Lanzetta, che dopo la vicenda è tornata alla sua professione di farmacista, e si dice pronta a un ritorno in politica: «Se me lo chiedessero sì. A certe condizioni mi piacerebbe tornare in politica».