Reggio senza più centri diurni, Nucera: “E’ l’ecatombe dei servizi sociali” "Il regolamento è stato scritto da soggetti che non conoscono la realtà dei servizi assistenziali"
Reggio Calabria non ha più strutture che possano accogliere minori con difficoltà e minori disabili. Da venerdì 1 luglio, a causa di un nuovo regolamento regionale, la nostra città perde fondamentali strutture che fino ad oggi erogavano servizi si assistenza sociale ai minori.
Dopo aver denunciato l’assenza dei centri diurni su queste pagine e dopo aver raccolto il grido di denuncia e di dolore di alcuni rappresentanti della categoria, ai nostri microfoni, interviene Gaetano Nucera, presidente della Cooperativa Sociale ‘Libero Nocera’.
“L’Ass. Delfino ha affermato che ‘c’era un modus operandi’ ma queste dichiarazioni hanno un sapore dispregiativo e non fanno comprendere la realtà virtuosa che invece si era creata. Delfino non dice che c’era un modello di gestione dei centri diurni che può tranquillamente definirsi un ‘modello’. Il nostro modello si è imposto per la qualità del servizio. Si può discutere sui requisiti strutturali, ma non sul modo di operare all’interno dei centri perchè sotto l’aspetto organizzativo funzionava tutto molto bene, talmente bene che veniva invidiato”.
Il presidente Gaetano Nucera lamenta e contesta poi il nuovo regolamento della Regione Calabria.
“Le lunghe le liste d’attesa per entrare ed usufruire dei nostri servizi ne sono la testimonianza. – continua Nucera – Si è voluto demolire questo modello creato da oltre vent’anni. Secondo questi soloni un bambino con disabilità dovrebbe uscire al mattino alle 7:30 per andare a scuola e dopo la scuola dovrebbe entrare in un centro diurno per poi tornare a casa alle 21:00. Così facendo lo distaccheremmo per 13 ore dalla famiglia. Non vivrebbe più il rapporto familiare e la affettività genitoriale. Il regolamento è stato scritto da soggetti che non conoscono la realtà dei servizi assistenziali e va cambiato al più presto.
Noi avevamo lanciato l’allarme da subito. Avevamo paventato che se non si interveniva da subito per modificare alcuni aspetti strutturali e organizzativi saremmo andati incontro ad una ecatombe dei servizi sociali a Reggio Calabria, non ci hanno ascoltato è questo è il risultato. Appare infine preoccupante il silenzio dei rappresentanti del forum terzo settore. Forse hanno sottovalutato non hanno compreso la portata e la gravità che questo regolamento avrebbe comportato per i servizi sociali a Reggio Calabria sia dal punto di vista organizzativo che strutturale”.