Reggio, danneggiata l’auto dei carabinieri che scortavano il procuratore Di Landro
redazione | Il 16, Lug 2012
La vettura, che aveva i colori dell’Arma, era parcheggiata in una zona marittima della città: qualcuno ha infranto un vetro e portato via un borsone. Davanti alla casa del magistrato nell’agosto 2010 venne fatta esplodere una bomba. Ora commenta: «Ci sfidano, sono indignato ma sereno»
Reggio, danneggiata l’auto dei carabinieri che scortavano il procuratore Di Landro
La vettura, che aveva i colori dell’Arma, era parcheggiata in una zona marittima della città: qualcuno ha infranto un vetro e portato via un borsone. Davanti alla casa del magistrato nell’agosto 2010 venne fatta esplodere una bomba. Ora commenta: «Ci sfidano, sono indignato ma sereno»
REGGIO CALABRIA – L’automobile di scorta del Procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, è stata danneggiata da sconosciuti mentre era parcheggiata in un sottopassaggio in una frazione marittima della città. All’automobile, con i colori d’istituto dei carabinieri, è stato rotto un finestrino posteriore. Dal mezzo è stato portato via un borsone. L’episodio è avvenuto mentre Di Landro era in spiaggia ed i carabinieri effettuavano la sua tutela.
Nell’agosto del 2010, Salvatore Di Landro subì una intimidazione con l’esplosione di una bomba davanti al palazzo in cui vive. Precedentemente c’era stata la bomba contro la sede della Procura generale di Reggio Calabria. Prima della stagione delle bombe il Procuratore generale di Reggio Calabria aveva subito anche la manomissione dell’automobile di servizio. In quella circostanza furono allentati i bulloni di due pneumatici e ad accorgersi dell’episodio fu l’autista dell’automobile. Quest’ultimo episodio avvenne mentre Di Landro non era a bordo del mezzo.
«Sono indignato ma allo stesso tempo sereno». ha detto all’Ansa Di Landro, commentando il danneggiamento dell’automobile della sua scorta. «Con questo episodio – ha aggiunto – è stato volutamente lanciato un segnale nei miei confronti. L’automobile, infatti, era dei carabinieri che stavano effettuando la mia scorta. Da questo episodio si capisce che le forze criminali sfidano volutamente lo Stato. È un episodio davvero terribile»