Reggio Calabria: accoltella la sorella dell’ex convivente per gelosia, arrestato
redazione | Il 25, Giu 2013
L’uomo, un 42enne georgiano, ha provocato alla donna uno sfregio permanente al volto e poi è scappato. Arrestato dai carabinieri al termine di un’ininterrotta e prolungata ricerca. Per sfuggire alla cattura si era camuffato con una parrucca e degli occhiali
Reggio Calabria: accoltella la sorella dell’ex convivente per gelosia, arrestato
L’uomo, un 42enne georgiano, ha provocato alla donna uno sfregio permanente al volto e poi è scappato. Arrestato dai carabinieri al termine di un’ininterrotta e prolungata ricerca. Per sfuggire alla cattura si era camuffato con una parrucca e degli occhiali
E’ circa mezzogiorno di una tranquilla domenica di maggio quando scatta l’allarme da parte della Centrale Operativa del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, la notizia è di quelle che fanno inorridire, una donna è stata brutalmente accoltellata all’interno dell’androne del palazzo dove abitava. Giungono immediatamente sul posto delle pattuglie del Nucleo Operativo e Radiomobile e della Stazione Carabinieri Rc-Principale. La donna già era stata trasportata in ospedale a causa delle ferite riportate per cui i militari raccoglievano sul posto le prime ed importanti dichiarazioni da parte dei testimoni. In particolare risultavano preziose le indicazioni fornite dalla sorella della vittima la quale aveva riferito che la sorella prima di essere condotta in ospedale aveva indicato il suo ex convivente quale aggressore ed in particolare aveva riferito che mentre usciva dal palazzo, era stata colta di sorpresa alle spalle dall’aggressore che l’aveva scaraventata contro un muro e mentre la teneva bloccata aveva estratto un coltello a scatto dalla borsa che portava a tracollo e le aveva inferto dei fendenti al colto colpendola al labbro superiore. La donna per difendersi cercava di afferrava il coltello procurandosi in tal modo delle lesioni alle mani ma riusciva così a salvarsi da ulteriori fendenti. Nel frattempo l’aggressore le gridava che l’avrebbe ammazzata. Le urla della donna richiamavano l’attenzione dei condomini, e provocavano la fuga del soggetto il quale si era reso conto che oramai era stato scoperto da scomodi testimoni. Individuato il responsabile, scattava un imponente caccia all’uomo da parte di tutti i militari della Compagnia di Reggio Calabria. L’attenzione veniva rivolta principalmente negli ambienti ove si riuniva la comunità georgiana a Reggio Calabria e nell’abitazione dei parenti ove l’aggressore era stato costretto agli arresti domiciliari sino a pochi giorni prima dell’evento per altri delitti quali furti ed evasione. Nel corso delle ricerche che duravano numerosi giorni, ai militari erano già giunte delle strane indicazioni circa il fatto che l’uomo stava cercando di darsi alla fuga dalla città oramai braccato dai carabinieri e che per eludere le ricerche utilizzava dei camuffamenti. Dei riscontri a tale notizia erano stati trovati nei giorni precedenti controllando la stretta cerchia di conoscenti ed amici frequentati dall’aggressore ma di quest’ultimo ancora non si avevano tracce. Le ricerche condotte anche grazie all’ausilio delle vittime che hanno offerto una grande collaborazione, si sono svolte in modo pressante e continuo in quanto vi era il fondato pericolo che l’aggressore non soddisfatto dei risultato ottenuti potesse tornare e reiterare i comportamenti delittuosi già posti in atto. Le ricerche dei militare hanno avuto finalmente successo quando, a riscontro di una ulteriore segnalazione, si sono precipitati all’interno di un farmacia del centro ove hanno immediatamente riconosciuto tra i clienti in coda che tranquillamente erano intenti ad acquistare farmaci il loro obiettivo. L’uomo vistosi scoperto ha mantenuto la calma pensando di sfuggire al controllo ed alla cattura grazie agli accorgimenti “estetici” adottato. A quel punto i militari gli si sono avvicinati e gli hanno sollevato la parrucca e tolto gli occhiali. In questo modo il georgiano vistosi scoperto rimaneva impietrito e non sapeva fornire nemmeno le proprie generalità, emergeva senza ombra di dubbio che si trattava dell’uomo che stavano ricercando con tanto impegno. L’aggressore veniva identificato in SURGULADZE ZVIAD, quarantaduenne di origine georgiana ma residente a Reggio Calabria, disoccupato, pluripregiudicato per furto ed evasione. Condotto in caserma venivano cristallizzati tutti gli elementi indiziari raccolti a suo carico. Determinante ai fini delle indagini sono risultati anche le cose rinvenute addosso al predetto all’atto della individuazione, lo stesso infatti era già in possesso di numerose fototessere che lo ritraevano con la parrucca e gli occhiali per poter richiedere nuovi documenti d’identità ed in particolare aveva con sé un biglietto ferroviario. A quel punto i militari attesi i gravi indizi di colpevolezza carico del georgiano, atteso anche il rischio concreto che potesse reiterare reati della stessa specie nonché il pericolo di fuga evidenziato dal tentativo dell’uomo di camuffare la sua identità e di procurarsi evidentemente dei nuovi documenti per allontanarsi da Reggio Calabria, lo sottoponevano a fermo di indiziato di delitto d’iniziativa della Polizia Giudiziaria. Dell’attività veniva informato il Sostituto Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria dott.ssa SCIGLIO che aveva seguito le indagini sin dall’inizio. Il magistrato valutata la sussistenza dei requisiti di legge chiedeva la convalida del fermo al GIP il quale condividendo le tesi degli inquirenti emetteva una Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere. Oltre all’accoltellamento, l’uomo secondo le indagini condotte dalla Sezione di Polizia Giudiziaria-Aliquota Carabinieri della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, aveva posto in essere dei comportamenti minacciosi ed ingiuriosi nei confronti della ex-convivente tali da indurla in uno stato persistente d’ancia e di timore per la propria incolumità, i motivi alla base di tali comportamenti vanno inquadrati nella morbosa gelosia nei confronti della donna. Oltre alle minacce e alle ingiurie in un’occasione il SURGULADZE aveva spento la sigaretta sulla guancia della donna procurandole delle lesioni guaribili in 5 giorni.