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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Referendum, Tripodi replica sulla vicenda Agcom Il sindaco attacca sul fronte PD: L’ex presidente Renzi fino all'ultimo giorno ha fatto propaganda per il Sì utilizzando ogni mezzo

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POLISTENA – «Chi pensa di poter oscurare la grande vittoria, in Italia e a Polistena, del No al referendum costituzionale del 4 dicembre, è solo animato da rancori, risentimenti e da una gran voglia di farsi pubblicità». È il sindaco di Polistena Michele Tripodi a replicare, con una nota stampa, all’AGCOM che ha addito l’amministrazione polistenese di aver violato la “par condicio” a ridosso del referendum.

«L’amministrazione comunale di Polistena – attacca il sindaco –  a differenza infatti di quanto ha fatto l’ex Presidente del Consiglio Renzi, non ha speso un centesimo per fare propaganda referendaria, né tantomeno ha organizzato iniziative pubbliche in tal senso o stampato fac-simili, ma ha solo formalmente assunto un atto (dovuto) di impegno politico e morale a difesa della Costituzione, su cui ogni carica dello Stato giura lealtà e osservanza prima di svolgere il proprio mandato istituzionale ad ogni livello».

«La pronuncia dell’AGCOM – continua il primo cittadino – che non è il Vangelo ma poteva essere appellata, è stata già osservata dal comune vista la futilità della sanzione che non da luogo ad alcun tipo di pagamento o altro.

La stessa pronuncia, preceduta dall’uscita della parlamentare PD on. Pina Picierno in una trasmissione televisiva, è ispirata dunque, non già dalla segnalazione di un semplice cittadino, ma dall’intolleranza politica dell’attuale sistema di potere al governo nei confronti dell’esplicita adesione del comune di Polistena al comitato per il No per la difesa della Costituzione, deliberata dal Consiglio comunale nel marzo scorso».

«Scelta, questa, coraggiosa – sferza Tripodi – assunta con dignità e dettata da un senso di profonda maturità e coscienza democratica, che va ben oltre il divieto di comunicazione istituzionale agitato dai Governi, in tempo di elezioni, come spauracchio per i sindaci e i comuni non allineati».

«Del resto, l’ex presidente Renzi fino all’ultimo giorno – ricorda il sindaco – ha fatto, lui sì utilizzando ogni mezzo, compresi gli organi di informazione nazionale di massa, propaganda per il Sì in vista del referendum, senza svestirsi minimamente della carica istituzionale di presidente del Consiglio che occupava, ruolo maggiormente rappresentativo di un qualunque comune o ente territoriale».

«Non solo – aggiunge Tripodi – cosa assolutamente ben più grave rispetto alla pubblicazione di un ordine del giorno sul sito istituzionale del comune di Polistena, l’ex Presidente Renzi ha mandato milioni di lettere spedite e stampate con risorse a carico del bilancio dello Stato, dunque con soldi dei cittadini, per persuadere gli italiani all’estero a votare Sì. In parte c’è riuscito. Quella spesa ingiusta, ingiustificata e folle ha prodotto un risultato in controtendenza. La circoscrizione estero ha dato come esito il sorpasso del Si con oltre il 64% che poi, fortunatamente, è stato recuperato e demolito nella circoscrizione nazionale».

«Un fatto grave, un tentativo di estorcere il voto ai cittadini utilizzando, appunto, soldi dei cittadini, un metodo illegale, sleale ed antidemocratico». «Nessuno – fustiga  ancora – ad oggi, si preoccupa di rendere giustizia di quell’ingente ed inutile esborso di danaro pubblico, né della propaganda elettorale mascherata dalle funzioni di alta carica dello Stato. Nessuna Agcom, nessuna Corte dei Conti, nessun Tribunale dello Stato. Continuiamo ad essere fieri ed orgogliosi per il risultato enorme raggiunto dal No al referendum del 4 dicembre che equivale a vittoria della democrazia, lasciando invece le vittorie di PDirro all’esultanza dei pochi elefanti in cerca di gloria».