Referendum: medico nega voto a down, ricorso genitori Il giovane di Taurianova è regolarmente iscritto nelle liste elettorali. "La nostra é una battaglia di civiltà per il riconoscimento dei diritti dei disabili"
TAURIANOVA (REGGIO CALABRIA) – “I down non possono votare al prossimo referendum”. Così, secondo quanto riportato dall’Ansa e dal il Quotidiano del Sud, si sono visti rispondere i genitori di un down di 30 anni, regolarmente iscritto nelle liste elettorali, da un sanitario dell’ufficio di medicina legale di Taurianova dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria.
Il giovane è invalido civile al 100%, con diritto all’accompagnatore, che ha necessità di assistenza permanente, continua e globale per lo svolgimento delle sue normali attività. In vista dello svolgimento del referendum costituzionale i genitori del giovane down si erano attivati per ottenere la certificazione medica che attestasse la necessità per il figlio di esprimere il voto in forma assistita, in quanto fisicamente impedito all’esercizio in modo autonomo del relativo diritto.
A tal fine si sono recati nell’ufficio di Medicina legale di Taurianova chiedendo al medico designato alla specifica funzione il rilascio del relativo certificato, ma si sono visti opporre un netto rifiuto, motivato dalla condizione del grave deficit psichico in cui versa il ragazzo, affetto, appunto da sindrome di Down. Un diniego ostinatamente confermato dal professionista anche dopo i colloqui telefonici sia con il responsabile dell’Ufficio elettorale del Comune di Taurianova che con i funzionari dell’Ufficio elettorale della Prefettura di Reggio Calabria che lo richiamavano alla corretta applicazione della normativa vigente. Normativa secondo cui il giovane deve essere considerato elettore a tutti gli effetti, anche se fisicamente impedito per le sue evidenti difficoltà, a prescindere dalla sindrome di Down.
E quindi, secondo la normativa vigente, titolare di un diritto pieno e riconosciuto ad esprimere il voto. Ai genitori del giovane down non é rimasto altro, così, che presentare ricorso, attraverso un legale, al Tribunale di Palmi, chiedendo l’emissione di un provvedimento che censuri la condotta del medico legale ed ordini, al contempo, all’Asp di Reggio Calabria di rilasciare la certificazione richiesta. “La nostra – hanno detto i genitori del giovane – è un’innegabile battaglia di civiltà per l’affermazione dei diritti dei disabili, che prima sono costretti a lottare per il riconoscimento formale dei loro stessi diritti a causa della frequente insensibilità del legislatore e poi si vedono ancora obbligati a rimuovere gli ostacoli che una sorda burocrazia frappone quando le norme che finalmente sono in vigore devono essere applicate”.