Quindi il mare di Palmi era (ed è) inquinato? La fogna c’è? A fine estate (sic!) grazie a uno studio del Circolo Armino, le acque (torbide) sono state mosse
Arrivati alla fine dell’estate si scopre che il mare di Palmi è inquinato, una sorta di scoperta che lascia tutti a bocca aperta specie per la tempestività puntuale della notizia.
Dopo aver trascorso l’estate, andando al mare per la tintarella tra un tuffo e una nuotata nell’acqua cristallina (dei tempi che furono), poi di colpo torbida e poi di nuovo cristallina, e nuovamente di un colore improponibile con oggetti di vario genere che galleggiano per non parlare di altro. Dopo tutto questo, e dopo che in diversi anni dalle pagine di questo giornale stiamo denunciando le anomalie di un mare che non è più quello di una volta in cui molti turisti, bagnanti e visitatori occasionali, si sono lamentati per la sporcizia del mare, bene, è di questi giorni la notizia diramata dal Circolo Armino sullo stato di salute del mare. E cosa dicono gli attivisti dell’Armino in merito ad alcune loro ricerche sull’inquinamento che da anni è un problema grave per le coste calabresi? Che “La principale causa dell’inquinamento marino è da attribuire alle numerose disfunzioni del sistema fognario della città”, e che, “È stato stimato che tra il 25% e il 30% di tutte le acque reflue prodotte dalla città non raggiungono l’impianto di trattamento della IAM, a Gioia Tauro, ma sono sversate più o meno direttamente in mare”.
Gli attivisti concludono affermando che la causa di tutto questo è dovuta alla “cattiva o inesistente manutenzione della rete fognaria e degli impianti di sollevamento”. Il problema (sembra) essere stato individuato, adesso tocca risolverlo.
Quando avevamo posto il problema della Tonnara di Palmi, quelle volte che abbiamo ricevuto segnalazioni, è stato sempre per sollecitare, sensibilizzare il problema in quanto noi stessi assidui frequentatori della località turistica. E l’abbiamo fatto sempre con l’intento di “spronare” le istituzioni a essere reattivi nella ricerca del problema affinché non si potesse ripetere quello che ogni anno puntualmente accade. Un mare sporco, inquinato dove la gente prova schifo a farsi il bagno. Siamo stati attaccati e diciamolo pure, qualche volta pure derisi da chi doveva affrontare il problema, ma ha preferito un selfie in un giorno (raro) di mare pulito, non conscio che quel giorno a pochi metri, c’era chi (il sottoscritto), stava in un’altra zona con il mare lurido, verdastro e oleoso. Ma parliamo di qualche anno fa. Quest’anno abbiamo pubblicato una chiazza sospetta, che si vedeva senza ombra di dubbio fosse di natura oleosa, e non formata da lapilli vulcanici, come si è voluto far credere. Le immagini parlavano chiaro. E lì a insultare come se fossimo i guastatori della quiete pubblica, i procuratori di allarme per hobby o per professione contro Palmi e il suo mare. Semplicemente si è fatta informazione e abbiamo cercato di porre in essere un problema, solo un problema che speravamo trovasse risoluzione in un’azione dura, incisiva e mirata da parte delle istituzioni palmesi. Così non è stato perché guai a toccare Pami e il suo mare perché arrivano maree di insulti e di “anatemi” come se fosse una lesa maestà quando poi, chi fa ciò si emulano gli struzzi.
Il mare è vita, è spettacolo naturale, è magia e ispirazione. Dal mare nascono pensieri, nasce cultura, nasce amore, sono nate le più belle poesie della storia. Il mare è stato fonte ispiratore di grandi scrittori come Conrad, Melville, Hemingway, e ad esempio Proust non avrebbe potuto scrivere le sue angosce del suo Marcel in un capitolo della sua “Recherche”. Perché abbandonarlo a un destino atroce dove la causa è l’uomo e il suo egoismo?
Il problema c’è ed è evidente, perché non risolverlo definitivamente, invece di fare finta che non c’è, e chi lo fa viene insultato?
Ps. La foto di copertina è stata scattata a Ferragosto di quest’anno. Si è sempre sostenuto che fossero dei “lapilli” vulcanici dello Stromboli, ma la ripubblichiamo (solo come riferimento) perchè ad oggi non sappiamo di un documento ufficiale che attesti la teoria dei “lapilli”, le uniche attestazioni sono dai “Premi Nobel degli scienziati da social”.