Quella strada che porta in collina
redazione | Il 08, Lug 2011
L’arteria che porta alle campagne di San Martino rovinata da una ruspa del Comune
di DOMENICO CARUSO
Quella strada che porta in collina
L’arteria che porta alle campagne di San Martino rovinata da una ruspa del Comune
All’incrocio con la Circonvallazione di S. Martino si presenta il proseguimento di via Castello che conduce all’ampio vallone (“Cafuni”), superato il quale ci si inerpica nello stretto sentiero fino a raggiungere il “Castrum Sancti Martini”.
Non è dell’antico maniero che intendiamo trattare, testimone della nostra gloriosa storia e del quale rimangono soltanto vistosi ruderi, ma della suddetta strada che ancora ne rievoca il nome.
Il breve tratto, che per larghezza non consente il passaggio contemporaneo di due auto, dopo un lungo periodo di abbandono aveva riportato una buona sistemazione. Grazie anche all’impegno dei volenterosi che vi transitano, erano state colmate le buche e si era assestato il terreno.
Questa volta, però, il diavolo ci ha voluto mettere la coda!
Di recente una ruspa del Comune, nell’intento di assestare la stradella (come “il piovere sul bagnato”), ha rimosso il terreno che crea – fra l’altro – un enorme polverone al passaggio delle macchine. Il materiale ammassato sul lato destro, inoltre, potrebbe divenire una pericolosa fanghiglia con le prime piogge.
Il disagio è avvertito dagli utenti che reclamano il ripristino della via che porta ai loro campi. E non è tutto!
Il grosso mezzo meccanico nel suo mostruoso incedere ha demolito una parte delle fondamenta di una siepe limitrofa. Per l’ampio squarcio prodotto, al modo di Pasquino, qualcuno ha improvvisato la quartina che siamo riusciti a rubare:
«La ruspa der Comun pò fare danni, / noi tutti la paghiamo con le tasse / e se a governarla non t’affanni, / un colpo qua e là… ma nun ce scasse!».
Bando agli scherzi. Siamo certi che qualcuno vorrà prendere provvedimenti e rendere agevole il transito pure a qualche nostalgico che, nonostante le difficoltà, vorrebbe visitare le vestigia dove nell’aprile del 1283 Carlo lo Zoppo convocò il solenne Parlamento e dove – in precedenza – il 1062 Giuditta di Grantmesnil convolò a reali nozze.
E c’è di più: qualche fortunato potrebbe divenire un nuovo Creso se incontrasse la chioccia coi pulcini d’oro. Non si sa mai!
Domenico Caruso
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