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TAURIANOVA (RC), VENERDì 13 DICEMBRE 2024

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“Sul Tiberio Evoli la mannaia dell’oligarchia politico-affaristica”

| Il 24, Mag 2013

Melito Porto Salvo, i Comitati “Mamme per un futuro” e Pro Condofuri” si sfogano dopo la recente chiusura del reparto di Pediatria

“Sul Tiberio Evoli la mannaia dell’oligarchia politico-affaristica”

Melito Porto Salvo, i Comitati “Mamme per un futuro” e Pro Condofuri” si sfogano dopo la recente chiusura del reparto di Pediatria

 

 

Nonostante gli sforzi profusi, le manifestazioni e le iniziative messe in atto, nonostante le promesse come fumo negli occhi, con rammarico e delusione tocca prendere atto, da un lato, dell’insensibilità dell’oligarchia politico-amministrativa che detiene il potere decisionale sulla sorte di decine di migliaia di cittadini inermi e dall’altro del disinteresse o dell’incapacità di quella fantomatica politica che dovrebbe, o meglio che farnetica asserzioni circa il contrasto all’arroganza di quel gruppetto di spregiudicati “tagliagole” che a proprio piacimento decidono i destini di una collettività infrangendo impunemente anche la legge fondamentale dello Stato.
Così lo sfogo degli esponenti dei Comitati “Mamme per un futuro” e “Pro Condofuri” all’indomani della diffusione della notizia secondo la quale con una propria circolare, l’Asp di Reggio Calabria, dispone la definitiva soppressione del servizio di OBI Pediatrico invitando il personale medico finora ivi impiegato, a scegliere una sede di servizio alternativa presso strutture ospedaliere tra Reggio Calabria, Locri e Polistena; questa purtroppo è l’ennesima conferma – esordisce Paola Spinella del Comitato “Mamme per un Futuro” – della vacuità della politica e di coloro che la impersonano, i cui interessi tutti possono essere tranne che quelli di rappresentare le esigenze ed accogliere le istanze della collettività da essi rappresentata e laddove ciò accade è solo il frutto di una congiuntura in cui le necessità della gente comune coincidono con la possibilità di fare i propri interessi. E purtroppo anche da questo punto di vista – prosegue Spinella – l’Area grecanica risulta maggiormente penalizzata dall’assenza di esponenti di spessore, in grado di affermarsi in seno alle sedi istituzionali competenti: abbiamo assistito, nel corso delle manifestazioni poste in essere, alla partecipazione non proprio occasionale di esponenti politici regionali, provinciali e locali, più o meno titolati e competenti in merito alla vicenda riguardante il progressivo depotenziamento del “Tiberio Evoli”, ma mai, salvo qualche rara eccezione di scarso valore, abbiamo avuto il piacere di accogliere iniziative lanciate proprio da quei soggetti che invece si sarebbero dovuti spendere senza parsimonia a difesa del nosocomio melitese, con la sensazione lecita che la presenza di questo o quel politico era solo mirata a cavalcare l’onda sollevata dai comitati in vista di prossime tornate elettorali piuttosto che al sostegno delle iniziative attuate al fine di scongiurare la chiusura dell’Ospedale melitese.
Proprio per questo motivo abbiamo sempre sottolineato prendendo le dovute distanze, e ribadiamo per l’ennesima volta – afferma Carmelo Marino del Comitato Civico “Pro Condofuri”- la nostra assoluta estraneità a correnti politiche di alcun genere poiché proprio la politica che avrebbe dovuto difendere i diritti dell’Area ha preferito invece mantenersi in disparte assistendo inattivamente al depauperamento del “Tiberio Evoli” e con questo intendo lanciare un chiaro messaggio a coloro che sin dall’avvio delle iniziative di protesta, hanno sostenuto la tesi della strumentalizzazione degli stessi comitati promotori da parte di presunti personaggi legati al mondo della politica.
Parole dure partorite dalla rabbia di gente comune che raccoglie risultati deludenti all’indomani di mesi di impegnativa attività per la quale molti hanno posto in secondo piano doveri familiari e impegni professionali; rabbia amplificata dalle false promesse che ognuno dei cittadini dell’Area Grecanica ha dovuto subire allorquando il governatore della Calabria nonché commissario ad acta per la Sanità, Giuseppe Scopelliti, proprio in vista delle elezioni dello scorso febbraio, in una conferenza stampa tenuta proprio all’interno dell’Ospedale di Melito, insieme agli oligarchi della sanità provinciale, Rosanna Squillacioti e Francesco Sarica in testa, tanto si spese per sbandierare un presunto accorpamento del “Tiberio Evoli” con l’Azienda Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria che avrebbe consentito il rilancio dell’Ospedale di Melito Porto Salvo, smentendo quasi con presunzione le affermazioni dei rappresentanti delle associazioni impegnate a difesa della struttura sanitaria melitese. Ma dopo l’entusiasmo iniziale, gli applausi e i sospiri di sollievo per la soluzione di una vicenda che aveva fatto stare con il fiato sospeso un’intera comunità, già dopo qualche mese, con la mancata ratifica, mediante gli opportuni atti, del tanto declamato accorpamento, qualche dubbio cominciava a riemergere fino a concretizzarsi oggi nella certezza che nonostante le belle parole, spese evidentemente per accaparrarsi una manciata di voti o per salvaguardare l’ordine pubblico, il “Tiberio Evoli” sta inesorabilmente andando incontro al suo triste destino che lo vedrà scomparire poco a poco sino a diventare, nella migliore delle ipotesi, in una casa di riposo per anziani soli.
Non si può ignorare poi il fatto che mentre da un lato il governatore continui a sostenere la necessità di rispettare i parametri imposti dal c.d. “Tavolo Massicci” dall’altro, lo stesso Scopelliti, in qualità di presidente della Giunta Regionale, con una delibera emanata il 17 aprile 2013 decreta l’accreditamento triennale della casa di cura “Villa Aurora srl”, una struttura quasi contigua a due ospedali di rilievo, i Riuniti ed il Policlinico, che viene accreditata facendo uso di soldi pubblici a causa della cui mancanza l’Ospedale di Melito Porto Salvo sta andando verso la definitiva soppressione.
Tutto ciò – continua Carmelo Marino – conferma la rapacità e la spregiudicatezza dei nostri politici, bravi a vendere fumo ed a speculare su esigenze fondamentali, quali possono essere quelle legate all’assistenza sanitaria garantita peraltro anche dalla Costituzione, di migliaia di cittadini; a proprio piacimento, i signori detentori del potere, hanno deciso, mascherandosi dietro esigenze di bilancio, chi potrà beneficiare di assistenza sanitaria, e quindi vivere e chi questo diritto non lo merita, rischiando quindi, nei casi che inevitabilmente nel tempo si presenteranno, la vita su una strada sgangherata e dissestata nella folle corsa verso i “vicini” ospedali di Locri o Reggio Calabria.
Nel contempo però – fa eco Paola Spinella – mentre l’OBI Pediatrico di Melito viene definitivamente abbattuto, Scopelliti e compagni campeggiano e festeggiano l’inaugurazione di nuovi reparti di Ostetricia e ginecologia e Pediatria presso l’Ospedale “Santa Maria degli Ungheresi” di Polistena che vale la pena ricordare, si trova a forse neanche venti chilometri dall’Ospedale spoke di Gioia Tauro: sarà che forse la piana taurense può vantare la presenza di una decina di consiglieri regionali pronti a battere i pugni sul tavolo delle Regione che, dato lo spessore numerico, non può permettersi il lusso di fare orecchie da mercante come invece accade con coloro, pochi per la verità, che dovrebbero rappresentare l’Area Grecanica.
A questo punto – concludono i due presidenti – a noi non rimane che prendere atto di quanto deciso dall’Asp e dalla politica regionale, soggetti nei confronti dei quali, la nostra stima è prossima allo zero, così come è flebile quella nei confronti del personale dipendente dell’Ospedale “Tiberio Evoli” e degli abitanti dei comuni ricadenti all’interno dell’Area greanica: i primi perché hanno assistito passivamente alla costruzione dei propri destini professionali da parte di soggetti terzi, senza avere il coraggio di scendere in piazza a difesa della propria dignità personale e professionale, i secondi perché non hanno saputo sostenere adeguatamente, con perseveranza e partecipazione, i comitati promotori anteponendo la necessità di svolgere le faccende domestiche alla lotta per la salvaguardia di un servizio di primaria importanza. Sentiamo il dovere di ringraziare tutti coloro che in qualche modo hanno sostenuto le iniziative che con non pochi sacrifici abbiamo attuato – i tremila abitanti dell’Area grecanica che hanno partecipato al corteo di protesta dell’8 febbraio, gli ottomila firmatari della petizione contro la chiusura dell’ospedale, i quasi cinquecento elettori che hanno consegnato la propria tessera elettorale in segno di sfiducia nella politica e nelle istituzioni, il Prefetto i Reggio Calabria ed il Vescovo dell’arcidiocesi che concedendoci udienza ci hanno permesso di rappresentare le nostre esigenze impegnandosi a fare ciascuno la propria parte a sostegno delle nostre iniziative, ma soprattutto – chiudono Marino e Spinella – vogliamo ringraziare tutti i membri dei comitati che ci onoriamo di rappresentare, per lo spirito di abnegazione e per tutti gli sforzi che ognuno di essi ha sostenuto trascurando a volte gli affetti e le attività professionali.

PRIMAVERA DEL “T. EVOLI”: NOTA DEI COMITATI A DIFESA DELL’OSPEDALE MELITESE
All’indomani dell’iniziativa “Primavera del Tiberio Evoli” i Comitati promotori “Mamme per un Futuro” e “Pro Condofuri” con la presente intendono esprimere la loro gratitudine a tutti coloro che hanno aderito alla manifestazione finalizzata a sensibilizzare ulteriormente cittadinanza ed istituzioni sulla vicenda dell’ormai prossima soppressione dei servizi ospedalieri sinora offerti dal nosocomio di Melito di Porto Salvo. Con simile forma di protesta si vuole dare seguito alle manifestazioni attuate nel corso dei primi mesi del corrente anno, con le quali si è inteso contrastare pacificamente la famigerata Delibera di Giunta Regionale 106/2010 attraverso cui, al fine di perseguire gli obiettivi fissati dal Piano di rientro economico, veniva dato avvio ad una dissennata e criminale azione di ridimensionamento delle strutture sanitarie presenti, nel nostro caso, sul territorio provinciale.
La manifestazione, dall’alto valore simbolico – spiega Paola Spinella, presidente del Comitato “Mamme per un futuro” –, ha rappresentato, quindi, la ripresa della protesta dei sodalizi impegnati sul fronte a difesa dell’Ospedale melitese, dopo la “tregua” in attesa che si avesse riscontro agli impegni assunti dal Presidente della Giunta regionale durante la visita presso l’ospedale di Melito il 18 febbraio 2013, avvenuta, ricordiamo, a seguito dell’imponente manifestazione organizzata dagli scriventi comitati e che ha visto scendere in strada e percorrere in corteo le vie del centro ionico oltre tremila cittadini provenienti da tutti i comuni dell’area grecanica.
Disillusi, abbiamo pur atteso la “riorganizzazione” annunciata da Scopelliti in merito al rilancio e riqualificazione dell’offerta sanitaria del nostro Ospedale sulla scorta di un fantomatico accorpamento con l’Azienda “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria, ma ad oggi purtroppo i segnali che giungono sono tutt’altro che incoraggianti. Più che di accorpamento – prosegue Silvana Principato, vice presidente dell’agguerrito sodalizio genitoriale – le notizie che giungono da più parti inducono a parlare di “accoppamento” definitivo dell’Ospedale “T. Evoli” inducendoci, nostro malgrado, a dare ragione a coloro che in quella circostanza, pessimisticamente raffreddavano l’entusiasmo generale determinato dalle promesse del Governatore, affermando che non si trattava d’altro se non di una abile mossa politica da campagna elettorale – ricordando l’imminenza della tornata elettorale per il rinnovo del Parlamento nazionale – per la quale di certo non sarebbe stato inopportuno accaparrarsi le simpatie e magari i voti di quell’enorme serbatoio, così come è stato sempre e solo considerata l’Area Grecanica; ciò ha confermato, ancora una volta, il freddo cinismo dei “politicanti” venditori di belle parole, pronti senza esitazione alcuna a fare leva sul bisogno dell’inerme cittadino pur di assicurarsi una poltrona. Da quel fatidico e promettente 18 febbraio, ad oggi, prosegue la presidente delle “Mamme per un futuro”, nessun segno tangibile e concreto di quanto dichiarato dal gotha intervenuto è stato riscontrato, anzi tutt’altro, poiché la strada imboccata sembra seguire un percorso totalmente opposto: è di questi giorni la notizia della definitiva soppressione dell’OBI Pediatrico e di Pronto Soccorso con contestuale comunicazione scritta al personale medico e paramedico finora ivi impiegato di destinazione ad altro incarico, presso altri reparti o addirittura presso altri nosocomi, quali quello di Locri.
Tutto ciò ci indigna profondamente poiché lede la nostra dignità di cittadini, ma soprattutto di genitori, intanto per la sensazione di essere stati vittime dell’ennesimo raggiro ad opera di taluni personaggi che in cuor loro avranno potuto avere la sola certezza, per l’ennesima volta, di essere stati non dei bravi politici o amministratosi, ma degli abili venditori di fumo: se così fosse, vorremmo ricordare a questi signori che i cittadini dell’Area Grecanica, proprio perché dotati di intelligenza, non sono disposti a tollerare ulteriori inganni e soprattutto non sono disposti a lasciarsi abbindolare da promesse sistematicamente non mantenute.
Con la manifestazione di domenica, consistita nella messa a dimora nelle aiuole e nei cortili perimetrali dell’Ospedale di centinaia di piantine, spontaneamente portati da altrettanti cittadini, molti dei quali provenienti dalla vicina Condofuri – afferma Salvatore Tuscano, presidente onorario del Comitato Civico “Pro Condofuri” nonché componente del “Mamme per un futuro” – si è voluto dare ancora una volta prova della nobiltà d’animo e della coerenza che caratterizzano i cittadini delle comunità dell’area grecanica che hanno a cuore il destino dell’Ospedale di Melito; abbiamo dimostrato ai nostri interlocutori politici – e che di certo non rappresentano la volontà della loro gente – tutta la buona volontà a conseguire gli obiettivi che ci siamo prefissati, seguendo la linea morbida del dialogo, del rispetto delle regole e dei ruoli – ha arringato Tuscano all’inizio della manifestazione di domenica – ma riteniamo altrettanto opportuno fare presente ai nostri interlocutori politici che siamo pronti a ridiscendere in piazza più numerosi e più determinati di prima qualora la politica non retrocede dalle criminali e dissennate scelte assunte sul destino e a danno dell’Ospedale di Melito Porto Salvo e di conseguenza sulla pelle degli oltre 70.000 abitanti dell’Area Grecanica, costretti ormai da tempo a sottostare alle ciniche e fredde logiche dei numeri dei bilanci della disastrata sanità calabrese e dei parametri per la sussistenza di determinati servizi che impongono la revisione dell’intero sistema sanitario con il taglio irrazionale di quelli che altre Aziende definiscono “rami secchi” senza tenere minimamente in considerazione le esigenze di una così vasta utenza ed i disagi ai quali la stessa viene costretta. Di contro, però, si assiste che nelle altre regioni si è proceduto o si sta procedendo in senso contrario, ovvero alla riattivazione dei servizi sanitari laddove soppressi.
Ad oggi – ribadisce Paola Spinella – tocca prendere atto della vacuità di quanto affermato in conferenza stampa proprio all’interno dell’ospedale dal governatore Scopelliti, venuto a Melito qualche settimana dopo la nostra manifestazione dell’8 febbraio e qualche settimana prima della prevista tornata elettorale del 24 e 25 febbraio, insieme alla propria manager di fiducia Rosanna Squillacioti ed all’intero Stato Maggiore dell’Azienda Sanitaria per sbandierare il tanto declamato piano di accorpamento con l’Azienda “Bianchi-Melacrino-Morelli” per il definitivo rilancio, come chiesto a gran voce dalla cittadinanza, dell’Ospedale melitese attraverso un percorso progressivo consentito anche dal graduale recupero del deficit di bilancio della Sanità regionale; in quella circostanza, oltre alla garanzia del mantenimento dei previsti 55 posti letto necessari ad inquadrare il nosocomio melitese nella categoria degli Ospedali generali, così come previsto dal ben noto piano di ridimensionamento concertato dai vertici della Sanità e dei competenti organi politici, venne anche confermata la notizia della destinazione di fondi dell’ammontare di quasi dieci milioni di Euro per l’adeguamento ed il potenziamento strutturale e logistico dell’immobile ospedaliero e delle relative pertinenze: di tutto ciò, ancora oggi non sembra essere emerso alcunché, a cominciare dall’atto ufficiale di accorpamento del nosocomio melitese con l’Azienda “B.M.M.” di Reggio Calabria.
Ribadendo ancora una volta l’importanza che il “Tiberio Evoli” riveste per tutto il comprensorio dell’Area grecanica, con la nostra iniziativa abbiamo inteso dimostrare l’attaccamento e l’interesse che tutti i cittadini nutrono nei confronti di questo “grande ammalato”, la cui immediata e completa guarigione è auspicio comune; chiediamo, pertanto, ancora una volta – ribadisce Spinella – la revisione del piano di ridimensionamento e l’immediato rilancio dell’Ospedale “T. Evoli” attraverso la riattivazione dell’OBI Pediatrico e di Pronto Soccorso con il potenziamento di tutti gli altri reparti e servizi, tra cui quello di Pronto Soccorso, la riattivazione di Ostetricia e Psichiatria, il potenziamento del servizio di emergenza medica con un’altra ambulanza medicalizzata; il tutto, attraverso tutti quegli interventi atti a garantire il diritto alla salute costituzionalmente sancito, soprattutto per le fasce più deboli e più bisognose che abitano un territorio per il quale già la morfologia rappresenta un ostacolo di non poca rilevanza.
Intendiamo, infine, dare atto – conclude il presidente del Comitato “Mamme per un futuro” – della nostra consapevolezza che le responsabilità del triste destino dell’Ospedale di Melito P.S. non sono certamente da fare ricadere esclusivamente sull’attuale direzione sanitaria, il cui esponente, dott. Zimmitti, ha più volte dimostrato ampia disponibilità al dialogo e propensione alla soluzione degli ostacoli seppure entro le proprie facoltà e con le difficoltà politiche e burocratiche che abbiamo ben conosciuto. Di certo, siamo altrettanto consapevoli che in questi giorni è stata messa in atto da determinati organi di informazione una campagna denigratoria per screditare evidentemente chi ha operato per l’interesse dell’Ospedale al di là di opportunismi politici che evidentemente mal si digeriscono.
Al di sopra di tutto rimane il fatto che il punto della questione, come abbiamo dimostrato domenica scorsa con un semplice gesto di buona volontà e comunitaria cooperazione, non è la manutenzione delle aree esterne o risaputamente dismesse del nosocomio, ma la salvaguardia dell’offerta sanitaria nell’area grecanica.
Melito di Porto Salvo, 16 aprile 2013 i Comitati