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TAURIANOVA (RC), SABATO 27 APRILE 2024

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“Pronto il piano Eni di risanamento dell’area portuale di Vibo ma il Comune temporeggia”

Lo denuncia in una nota l’avvocato Nadia Grande, del coordinamento regionale di Fare Ambiente Calabria. “Se il sito Eni di Vibo Valentia dovesse cessare la propria attività, per la nostra regione le conseguenze sarebbero devastanti”

“Pronto il piano Eni di risanamento dell’area portuale di Vibo ma il Comune temporeggia”

Lo denuncia in una nota l’avvocato Nadia Grande, del coordinamento regionale di Fare Ambiente Calabria. “Se il sito Eni di Vibo Valentia dovesse cessare la propria attività, per la nostra regione le conseguenze sarebbero devastanti”

 

 

«L’Eni ha pronto il piano di risanamento dell’area portuale di Vibo Valentia dove ogni anno approdano circa un centinaio di petroliere e dove ha sede il deposito costiero del colosso energetico che si è detto pronto ad investire circa cinque milioni per la bonifica e la messa in sicurezza dell’area, situata in una zona ad alto rischio idrogeologico e danneggiata dagli eventi alluvionali del 2006. Ma il comune guidato da Nicola D’Agostino temporeggia sia nel dare il via libera all’inizio dei lavori, sia nel concedere la proroga per il funzionamento dello stabilimento che dal primo luglio prossimo potrebbe chiudere i battenti».
Lo denuncia in una nota l’avvocato Nadia Grande, del coordinamento regionale di Fare Ambiente Calabria. «Se il sito Eni di Vibo Valentia dovesse cessare la propria attività, per la nostra regione le conseguenze sarebbero devastanti. Sul piano occupazionale si perderebbero almeno 250 posti di lavoro dell’intero indotto, mentre le casse di Palazzo Alemanni dovrebbero rinunciare al gettito delle accise che ammonta a circa 50 milioni di euro l’anno.
Sotto il profilo ambientale – aggiunge l’esponente del Movimento ecologista – la chiusura dello stabilimento non solo metterebbe a repentaglio la concreta realizzazione del piano di bonifica e di risanamento presentato da Eni, ma costringerebbe i calabresi a rivolgersi, per l’approvvigionamento di idrocarburi, ad altri siti. Il più vicino è in Puglia. La conseguenza più immediata sarebbe un incremento del trasporto su gomma con ricadute gravemente negative in termini di inquinamento e di sostenibilità del traffico stradale.
Per questo che, nel ribadire il nostro impegno in favore di una politica di risanamento dell’area portuale di Vibo Valentia che coniughi la tutela della salute e dell’ambiente con la necessità di non perdere un insediamento industriale di fondamentale importanza per il tessuto economico-sociale di questo territorio, congiuntamente al coordinamento provinciale di Vibo Valentia di Fare Ambiente, mi appello al sindaco Nicola D’Agostino, al Presidente della Regione Scopelliti ed alle altre figure istituzionali competenti affinché si arrivi ad una rapida e condivisa soluzione che scongiuri il rischio di chiusura dello stabilimento Eni, garantendo nel contempo l’avvio dei lavori di bonifica già concordati».