“Le parole di Baldassarro diffondono non poche perplessità”
redazione | Il 17, Set 2013
E’ quanto afferma Giuseppe Abramo, coordinatore provinciale del movimento “Ammazzateci tutti” di Reggio Calabria, in merito alle frasi scritte su Facebook dal giornalista nei confronti del vescovo Morosini
“Le parole di Baldassarro diffondono non poche perplessità”
E’ quanto afferma Giuseppe Abramo, coordinatore provinciale del movimento “Ammazzateci tutti” di Reggio Calabria, in merito alle frasi scritte su Facebook dal giornalista nei confronti del vescovo Morosini
Riceviamo e pubblichiamo:
Spesso si sottovaluta, nell’uso quotidiano
dei vari social network, il peso e il valore che le parole rivestono
all’interno di un messaggio, come pure di un semplice “post”. Si assiste –
purtroppo non raramente – a descrizioni piuttosto forti dei propri
pensieri e delle proprie emozioni, senza rendersi conto che i vari
“Facebook” e “twitter” costituiscono ormai un palcoscenico comunicativo di
rilevanti dimensioni, al punto da superare i limiti della sfera privata del
semplice “account”. In questa prospettiva di senso, bisogna ammettere che le
parole riportate su Facebook dal giornalista Giuseppe Baldessarro,
indirizzate a un modello di autorevolezza ecclesiale e guida pastorale qual
è Monsignor Fiorini Morosini, rischiano di diffondere non poche
perplessità: e – purtroppo – non solo all’interno della comunità virtuale.
Scrive, difatti, il giornalista: <Giuseppe Fiorini Morosini è garantista: “Nessuno è mafioso fino al terzo
grado di giudizio, e comunque
vanno lette le motivazioni delle sentenze, perché i giudici sono uomini e
come tutti gli uomini possono sbagliare”. Io invece non sono garantista,
dunque per me questo vescovo è un cesso, e per dirlo, oltre che pensarlo,
non ho bisogno di attendere alcuna sentenza>>. Si rende necessario
rammentare, in questo contesto, le note e inequivocabili prese di posizione
dell’alto prelato contro la criminalitá organizzata, a più riprese
testimoniate fin dai tempi del suo fecondo impegno, profuso nel complesso
territorio della locride. Ciò nonostante, andando al di lá dell’autorevole
ruolo che egli ha ricoperto, vi è da aggiungere che lascia piuttosto
confusi non solo il messaggio di cui è stato destinatario, ma non di meno
le relative modalità comunicative, utilizzate per esprimerlo. D’altra
parte, sembra importante precisare che Mons. Morosini – con le sue
dichiarazioni – ha inteso esprimere non solo una precisa e responsabile
posizione ecclesiale e pastorale, ma anche concetti che richiamano due
importanti artt. della nostra tanto amata Costituzione, vale a dire l’art.
27 (“…L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna
definitiva”) e l’art. 111 (“…Tutti i provvedimenti giurisdizionali devono
essere motivati”).
Sarebbe auspicabile, pertanto, un uso più appropriato degli strumenti
comunicativi, inclusi quelli informatici, in modo particolare quando a
veicolarne i messaggi siano operatori dell’informazione, i quali dovrebbero
proporsi come magistrali figure di riferimento nella ricerca e nell’uso di
parole più costruttivamente dialogiche. Non condividendo, in ultima
analisi, la presa di posizione del sunnominato giornalista, sentiamo di
esprimere un rinnovato attestato di stima nei confronti di Mons. Fiorini
Morosini.
Giuseppe Abramo, Coordinatore prov. Reggio Calabria – Movimento “Ammazzateci tutti”