Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

Torna su

Torna su

 
 

“In dubio pro reo”

“In dubio pro reo”

Le considerazioni della scrittrice Mirella Maria Michienzi sull’assoluzione di Amanda e Raffaele

di Mirella Maria Michienzi

“In dubio pro reo.”

Le considerazioni della scrittrice Mirella Maria Michienzi sull’assoluzione di Amanda e Raffaele

                  

 

Gentile Direttore,

la sentenza di ieri sera, che ha giudicato Amanda Knox e Raffaele Sollecito non colpevoli, lascia molti dubbi e perplessità, soprattutto per il netto contrasto tra la sentenza di 1° grado e l’appello. Lo sapeva bene il Presidente che, prima di leggere il verdetto, ha cercato di  allungare il tempo di attesa, o di perdere ancora tempo per superare un certo imbarazzo, dicendo che c’era una piccola differenza con la sentenza di 1° grado.

Quando ho udito che si trattava di assoluzione, ho subito pensato: Piccola differenza? Ma è un totale ribaltamento!

–          Per il delitto di Meredith Kercher, l’unico in carcere è Rudy Guedé…ma alla sua condanna era stato detto a chiare lettere che non aveva agito da solo. E allora chi sono i suoi complici se Amanda e Raffaele non lo sono?

–          Amanda e Raffaele sono sembrati le vere vittime della situazione, mentre la povera Meredith ha avuto un ruolo di secondo piano. Inoltre Amanda si è assicurato un florido futuro con una serie di interviste strapagate.

–          Possibile che chi ha deciso in 1° grado abbia preso un tale abbaglio?

–          Perché Amanda, se era innocente, ha calunniato Patrick Lumumba?

Molti altri sono gli interrogativi, infatti la folla, si è visto in diretta TV, ha decisamente protestato gridando: Vergogna!

L’interrogativo più grande che in quest’ ultime ore mi sono posta è:  Se fosse stata una cittadina italiana e non americana, il verdetto sarebbe stato uguale? La giuria popolare ha ben studiato tutti gli atti o si è sentita “ come la piccola cittadina della piccola Italietta” che non poteva permettersi di giudicare colpevole una cittadina della grande America? Ricordo che per difendere l’innocenza di Amanda era scesa in campo anche Illary Clinton, non so su che basi di certezza.

La sentenza è stata letta in modo visione e in tempo reale abbiamo visto esultare gli americani. Mi è sembrata quasi una vittoria ” dello spirito di superiorità “ e non della giustizia, sempre che ci sia stata.

A noi italiani rimane la convinzione che questo assalto dei media è stato indecoroso e gli americani farebbero meglio a riservarlo a tutti i condannati a morte ( a volte riconosciuti tardivamente innocenti!) che ancora ci sono nei loro stati. Condanna incivile, la condanna a morte, perché ci si erge a giudici commettendo un delitto!

A noi italiani rimane una consolazione che non è magra, perché nasce dalle civilissime idee del grande illuminista e giurista Cesare Beccaria, grande sostenitore dell’abolizione della pena di morte e dell’assoluzione nel dubbio!

“Se c’è un dubbio è preferibile assolvere un colpevole che condannare un innocente.” ( Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria.).

  MIRELLA  MARIA  MICHIENZI