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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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“Gheddafi e figli in Libia fino alla fine”. Nato assume comando operazioni

“Gheddafi e figli in Libia fino alla fine”. Nato assume comando operazioni

Cessato allarme per il peschereccio scomparso

“Gheddafi e figli in Libia fino alla fine”. Nato assume comando operazioni

Cessato allarme per il peschereccio scomparso

 

(ANSA) Venti civili sono rimasti uccisi oggi in bombardamenti diartiglieria delle forze filo-Gheddafi contro Misurata, città costiera ancora in mano agli insorti. Un portavoce del governo ha fatto sapere che il rais e i suoi figli sono in Libia eintendono restarci ‘fino alla fine’. La Nato condurrà un’inchiesta sulle notizie di stampa relative alla morte di almeno 40 civili a Tripoli, provocati dai raid. Intanto il ministro degli esteri britannico Hague ha dichiarato che l’ex capo della diplomazia libica Kussa, arrivato ieri a Londra, e’arrivato di sua volonta’, non gli e’ stato offerto alcun salvacondotto ma si trova in un luogo sicuro. “Cessato allarme”per il peschereccio italiano dato per scomparso in acque libiche. Lo ha comunicato il Comando generale del Corpo delle Capitanerie di Porto precisando che il capobarca avrebbe dato l’allarme dopo aver visto una unità da guerra fare rotta verso il motopesca.

LOCKERBIE; SCOZIA VUOLE INTERROGARE KUSSA – La magistratura scozzese vuole interrogare l’ex ministro degli esteri libico Mussa Kussa, atterrato ieri in Gran Bretagna, sulla strage di Lockerbie. Lo ha annunciato un portavoce precisando che al richiesta e’ stata inoltrata al Foreign Office.

PORTAVOCE, GHEDDAFI E FIGLI QUI FINO ALLA FINE – Il leader libico Muammar Gheddafi e i suoi figli sono in Libia e sono determinati a restarci “fino alla fine”. Lo ha detto oggi un portavoce del governo di Tripoli.

CESSATO ALLARME  PER IL PESCHERECCIO SCOMPARSO – “Cessato allarme” per il peschereccio italiano dato per scomparso in acque libiche. Lo ha comunicato il Comando generale del Corpo delle Capitanerie di Porto in una nota, precisando che il capobarca avrebbe dato l’allarme dopo aver visto una unità da guerra fare rotta verso il motopesca. “Alle 10.15 – riferisce la nota – è stato ristabilito un contatto con il peschereccio italiano ‘Mariella’, di Siracusa, che nella serata di ieri aveva lanciato un allarme dal golfo della Sirte. Un’altra unità, il motopesca ‘Orizzonte’ ha potuto collegarsi via radio con l’equipaggio siracusano, sotto il coordinamento della sala operativa delle Capitanerie di porto. Il capobarca del ‘Mariella’ – aggiunge il Comando delle Capitanerie – ha spiegato di avere temuto il peggio, ieri sera, quando ha visto una unità da guerra fare rotta velocemente verso la propria imbarcazione, e di aver premuto il segnale di soccorso. E’ stato disposto – conclude la nota – il cessato allarme”. VESCOVO TRIPOLI, ALMENO 40 MORTI IN RAID AEREO – Almeno 40 morti a Tripoli a causa dei raid. E’ quanto afferma il vicario apostolico di Tripoli, mons. Martinelli. “I raid cosiddetti umanitari – ha dichiarato Martinelli all’agenzia Fides – hanno fatto decine di vittime tra i civili in alcuni quartieri di Tripoli. Ho raccolto diverse testimonianze di persone degne di fede al riguardo. In particolare, nel quartiere di Buslim, a causa dei bombardamenti, é crollata un’abitazione civile, provocando la morte di 40 persone”. “Se è vero che i bombardamenti sembrano alquanto mirati, è pur vero – denuncia mons. Martinelli – che colpendo obiettivi militari, che si trovano in mezzo a quartiere civili, si coinvolge anche la popolazione”. “Ieri – aggiunge il vicario apostolico – avevo riferito che i bombardamenti avevano colpito, sia pure indirettamente, alcuni ospedali. Preciso che uno di questi ospedali si trova a Misda. La situazione a Tripoli – prosegue Martinelli – diventa ogni giorno più difficile. La scarsità di carburante si è aggravata, come testimoniano le code interminabili di automobili ai distributori di benzina. Sul piano militare sembra esserci un’impasse, perché anche i ribelli non sembrano avere la forza sufficiente di avanzare. Per questo – ribadisce – dico che la soluzione diplomatica è la strada maestra per mettere fine allo spargimento di sangue tra i libici, offrendo a Gheddafi una via di uscita dignitosa”. Quanto alla recente defezione del Ministro degli Esteri ed ex capo dei servizi segreti esterni libici, Moussa Koussa, Fides rileva che è interpretata da molti come il segnale della presenza di forti divisioni all’interno del regime. “Moussa Koussa era certamente uno dei pilastri del potere – conferma mons. Martinelli -. La sua defezione è dovuta forse alla linea contraddittoria che aveva assunto nelle scorse settimane nei confronti dell’Onu”.

OBAMA CHIAMA NAPOLITANO, GRAZIE PER APPOGGIO – Gli Stati Uniti esprimono ‘profondo apprezzamento al presidente Giorgio Napolitano e al premier Silvio Berlusconi per la promozione della pace e della stabilita’ in tutto il mondo e per il costante appoggio alle operazioni in Libia sotto il comando della Natò. Lo ha detto il presidente Usa Barack Obama nel corso di una telefonata al Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Intanto Obama, secono l’agenzia Reuters, avrebbe già autorizzato, firmando un ordine segreto, operazioni di appoggio ai ribelli libici da parte della Cia che, secondo il sito web del New York Times, sono già iniziate “da alcune settimane”, con agenti disseminati sul territorio libico per individuare obiettivi per i raid aerei e per contatti con la ‘rivoluzione’ assieme a colleghi dell’MI6 britannico. Ieri sera il ministro degli esteri libico, Mussa Kussa, è volato dalla Tunisia in Gran Bretagna, dove ha annunciato la sua defezione e l’intenzione di abbandonare Muammar Gheddafi.

NATO HA PRESO COMANDO OPERAZIONI – La Nato ha completato le operazioni di trasferimento del comando dalla ‘coalizione dei volenterosi’ in Libia, alle 08:00 di questa mattina. Lo ha detto un portavoce dell’Alleanza a Bruxelles.

FRATTINI, LUNEDI’ A ROMA RAPPRESENTANTE INSORTI – Lunedì sarà a Roma il rappresentante della politica estera del Consiglio nazionale transitorio libico per un colloquio con il ministro degli esteri Franco Frattini. Lo ha annunciato lo stesso titolare della Farnesina intervistato da Maurizio Belpietro.

OBAMA A NAPOLITANO, GRAZIE ITALIA PER APPOGGIO – Barack Obama ringrazia l’Italia per “l’appoggio costante alle operazioni della coalizione in Libia sotto il comando Nato”. Ieri al termine di una giornata forse chiave per la crisi libica, dopo la fuga del ministro degli esteri libico in Gran Bretagna, il presidente degli Stati Uniti ha chiamato il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, da qualche giorno in visita a New York. Una conversazione i cui contenuti sono stati resi noti da un comunicato ufficiale della Casa Bianca. Traendo spunto dai recenti festeggiamenti per il 150esimo anniversario dell’unità d’Italia, Obama è tornato a congratularsi con Napolitano e con tutto “il popolo italiano” per questa importante ricorrenza. Obama ha quindi affrontato con Napolitano il tema di maggiore risalto sulla scena internazionale, la crisi libica. “Barack Obama – si legge nella nota diffusa dalla presidenza Usa – ha espresso il suo profondo apprezzamento al presidente Giorgio Napolitano e al premier Silvio Berlusconi per la promozione della pace e della stabilità in tutto il mondo e per il costante appoggio alle operazioni in Libia sotto il comando della Nato”. Il presidente americano, sottolinea il comunicato, “ha riconosciuto la competenza e la conoscenza dell’Italia della regione libica e ha ribadito la volontà di continuare con consultazioni ravvicinate tra i nostri due governi, in modo da agire per proteggere il popolo libico e far valere le risoluzioni 1970 e 1973 approvate dalle Nazioni Unite”.

UGANDA, DISPOSTI AD ASILO PER GHEDDAFI SE LO CHIEDE – “Se Gheddafi farà richiesta di asilo in Uganda, prenderemo in considerazione la sua domanda come facciamo con tutti coloro che cercano riparo in Uganda”: lo ha detto alla Reuters il sottosegretario agli Affari esteri ugandese, Henry Okello Oryem, riferendosi alle informazioni diffuse in proposito da Al Arabiya. Il responsabile ha comunque premesso che per ora si tratta solo “di voci” e che in una seduta del consiglio dei ministri svoltasi oggi “abbiamo discusso della Libia ma non dell’asilo”.

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