“Freniamo la proliferazione di impianti di produzione di energia incompatibili con il territorio”
redazione | Il 08, Gen 2013
E’ quanto chiede il consigliere di Idv Mimmo Talarico all’assessore Pugliano
“Freniamo la proliferazione di impianti di produzione di energia incompatibili con il territorio”
E’ quanto chiede il consigliere di Idv Mimmo Talarico all’assessore Pugliano
“Un appello all’Assessore Pugliano: lavoriamo per frenare la proliferazione di impianti di produzione di energia che spesso risultano incompatibili con la vocazione dei territori destinati ad ospitarli, come quelli di Cerisano-Marano P. e San Marco Argentano-Cervicati-Mongrassano”.
E’ quanto afferma il consigliere di Idv, Mimmo Talarico che aggiunge: “Quando in Calabria si parla di energie rinnovabili la mente non va immediatamente all’opportunità, ed alla necessità, di contenere la spesa energetica e di ridurre la dipendenza del sistema energetico regionale dall’utilizzo del petrolio (cosa in sé importante), quanto all’abuso che in questi anni si è fatto dell’installazione di impianti di produzione di energia cosiddetta pulita, anche in aperta contraddizione con la vocazione e la tipologia dei territori destinati ad ospitarli”.
“E’ noto a tutti, infatti, che la Calabria – prosegue Mimmo Talarico – produce molta più energia di quella che consuma (dai dati ufficiali del gestore della rete elettrica risulta che la Calabria ha un esubero di produzione energetica dell’88,7 %!), eppure continua la corsa alla riattivazione di centrali, alla realizzazione di parchi eolici, alla creazione di minicentrali idroelettriche”.
Per l’esponente di Idv “Gli investimenti in questo settore sono di dimensioni colossali: fiumi di soldi vanno a soddisfare gli appetiti di grandi gruppi multinazionali (anche di organizzazioni criminali, come recenti inchieste giudiziarie hanno dimostrato), mentre ai territori, ai comuni e alle popolazioni, rimangono, oltre ai danni per l’ambiente ed il paesaggio, soltanto le briciole”.
“Stanti le difficoltà in cui versano oggi i comuni, con le casse dissanguate dalle ultime manovre ‘lacrime e sangue’ dei governi centrali, si capisce – aggiunge – l’interesse dei sindaci ad aprire il proprio territorio a queste iniziative (in molti casi sarebbe il caso di dire ‘speculazioni’), ma non è accettabile che alle emergenze finanziarie degli enti locali si faccia fronte a spese dell’ambiente e della vivibilità dei territori, che in taluni casi vantano anche un particolare pregio naturalistico”.
“Va bene investire nelle rinnovabili, ma guai – sottolinea ancora – a consentire l’apertura di centrali in aree protette ovvero la devastazione di interi territori montani con l’installazione di decine di colossi eolici, come i casi di Cerisano-Marano P. e San Marco Argentano-Cervicati-Mongrassano, inibendo agli stessi ogni prospettiva di sviluppo turistico”.
“La materia richiede una nuova regolamentazione, evidentemente. Il Piano energetico ambientale della regione risale al 2005, quando le prospettive di una politica energetica fondata sulla valorizzazione delle rinnovabili apparivano ben più rosee di quelle poi effettivamente rivelatesi. La crescita impetuosa, e disordinata, delle iniziative imprenditoriali in questo ambito richiede una riformulazione delle previsioni del Piano energetico, nella quale – conclude Mimmo Talarico – possa trovare spazio una maggiore attenzione ai temi della difesa del territorio e della conservazione dell’ambiente e del paesaggio, nell’ottica di una previsione ecocompatibile dello sviluppo della regione”.