E’ quanto chiede Aldo Alessio, ex sindaco di Gioia Tauro
“Eliminare l’ampia zona grigia che rafforza la ‘ndrangheta”
E’ quanto chiede Aldo Alessio, ex sindaco di Gioia Tauro
La sospensione delle processioni non è la soluzione al problema che invece va affrontato afferrando energicamente il toro per le corna. Così come nel passato mi sono sempre battuto contro coloro che sostenevano che non bisognava fare opere pubbliche nel Sud perché si foraggiava e si ingrassava la mafia, oggi non posso condividere né l’appello di Peppe Grillo fatto all’Europa di non dare più soldi all’Italia perché si finanzia la mafia, né tantomeno, anche se da laico, posso accettare l’idea che non si faranno più le processioni religiose perché le soste e gli inchini li decide la mafia. Le opere pubbliche, se importanti e necessarie per il Paese, vanno comunque realizzate e lo Stato dovrà impedire l’infiltrazione della mafia, la corruzione, le mazzette e le tangenti; le processioni religiose vanno mantenute tutte e la Chiesa dovrà impedire che siano i mafiosi a decidere i percorsi, i tempi, le modalità e gli inchini ingiustificabili. Questo è il punto: chi comanda in Italia? Lo Stato in tutte le sue forme ed articolazioni, oppure la mafia, la ‘ndrangheta e la camorra? Sappiamo tutti, senza alcun ombra di dubbio, che sulla carta lo Stato è vincente. Nella realtà la “zona grigia” è ancora troppo larga, ampia ed estesa. Troppi i servitori dello stato infedeli nelle pubbliche amministrazioni. Troppi i politici corrotti, disonesti, collusi e conniventi. Troppi compromessi, commistioni, contiguità, collusioni, ambiguità, sottomissioni, corruzioni e protezioni fanno si che “le forze del male” possano continuare ad essere portatori di una incultura mafiosa vincente e dominante nella società. Ma, se lo Stato, le forze politiche, sociali ed economiche, la Scuola, la Chiesa e il mondo della cultura, decidessero, finalmente, e una volta per tutte, di dichiarare guerra alla ‘ndrangheta, alla mafia, alla camorra e alla criminalità organizzata non ci sarebbe più storia. Tutto sarebbe più semplice. Il problema, quindi, non è se fare o non fare le processioni religiose, o se fare o meno le opere pubbliche o di accedere o meno ai finanziamenti nazionali o europei, ma semmai e quello di chiarire a noi stessi qual è il modello sociale che vogliamo costruire per vivere con serenità, mettendo al centro del mondo l’uomo. Ci dobbiamo chiarire, innanzitutto con la nostra coscienza, ma soprattutto con i nostri diritti di cittadinanza, da che parte vogliamo stare: con lo Stato o con la mafia? Dopo la forte presa di posizione di Papa Francesco che ha scomunicato la ‘ndrangheta, la Chiesa non solo non si dovrà più fare condizionare dalla mafia sullo svolgimento e sulle modalità dei cortei religiosi, non dovrà più accettare donazioni da parte dei mafiosi, e dovrà anche rimuovere, all’interno di alcune Chiese, i simboli del potere mafioso, come le targhe affisse in alcune colonne in memoria di donazioni fatte alla Chiesa da parte dei mafiosi e che andrebbero tutte rifiutate e cancellate. Se ciascuno di noi si rileggesse la “Costituzione della Repubblica Italiana”, e la applicasse nella sua interezza vivremmo sicuramente in una Italia migliore. Povertà, disoccupazione, assistenza e diseguaglianze sociali, sono temi che non interessano più di tanto la nostra inadeguata classe politica. La Costituzione degli Stati Uniti d’America, datata 15 Settembre 1787, viene conservata dagli americani in una teca come una importante “reliquia religiosa”, nessuno si è mai sognato di cambiarla. Mentre, in Italia, la nostra classe politica anziché affrontare i veri problemi del Paese è impegnata sulla grande riforma della carta costituzionale affinché, come nel Gattopardo, “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.
Aldo ALESSIO, già Sindaco di Gioia Tauro