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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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“Da questa parte (ovvero quello che manca)”

“Da questa parte (ovvero quello che manca)”

La drammaturgia di Emanuele Tirelli diretta da Iolanda Salvato e interpretata da Assia Favillo. Il debutto a Roma il 16 ottobre, poi il Teatro Civico 14 di Caserta e il Sancarluccio a Napoli

“Da questa parte (ovvero quello che manca)”

La drammaturgia di Emanuele Tirelli diretta da Iolanda Salvato e interpretata da Assia Favillo. Il debutto a Roma il 16 ottobre, poi il Teatro Civico 14 di Caserta e il Sancarluccio a Napoli

 

 

Dopo il successo de “L’Incoronata”, il drammaturgo Emanuele Tirelli e la regista Iolanda Salvato tornano insieme a teatro con lo spettacolo “da questa parte (ovvero quello che manca)” affidato all’interpretazione di Assia Favillo.

Tre, per adesso, gli appuntamenti già in calendario: il debutto cade il 16 ottobre al Teatro Due di Roma nell’ambito della rassegna “Sguardi S-Velati” (repliche il 17 e il 18), poi le recite campane al Teatro Civico 14 di Caserta (da 19 al 21 ottobre) e al Sancarluccio di Napoli (dal 29 novembre al 2 dicembre). Prodotta da Tavole Da Palcoscenico, Eva Di Tullio e Blumalab, la pièce si avvale della preziosa collaborazione di Alessandro Tresa alla regia video, Daniele Mazzotta ai suoni e Marco Zara al

disegno luci. “Da questa parte” è un atto unico in tre movimenti che racconta la paura della solitudine, i canoni e le costrizioni sociali e familiari. L’attrice, una e multipla, descrive desideri rincorsi, morsi mancati e il tempo trascorso. La mente, che nulla può nascondere, mostra tutto il resto. Una moglie fedele e devota arriva sul palcoscenico dichiarando di volersi nascondere: suo marito le ha chiesto di portare il figlio dai nonni e di restare in disparte mentre lui prende la decisione più importante della sua vita. E’ questa l’occasione per raccontare al pubblico una vita innamorata e felice, l’arrivo da un paese di provincia, il sogno sostenuto a gran forza dai suoi genitori di essere una buona moglie e di creare una famiglia unita. Nel secondo tempo entra in scena una nuova protagonista che dichiara di essere l’amante del marito. Anche lei vuole avere una famiglia. Per farlo, per non restare sola, è disposta a qualunque cosa. In un tempo che non esiste, perché è di tutti i tempi, le due donne ripercorrono desideri e timori di una vita, fino alle rivelazioni finali. Le proiezioni, che a volte irrompono e altre

accompagnano lo spettacolo, sono i pensieri che vorremmo tenere nella nostra mente, ma che non possono essere costretti: prima o poi, che lo desideriamo o meno, vengono fuori per spiegare agli altri il perché delle cose, quando e perché tutto è cambiato. Per l’autore Emanuele Tirelli, “questo spettacolo si concentra sulla comunicazione e sugli eventi della vita che assumono la consistenza di un cortocircuito. “Da questa parte (ovvero quello che manca)” si affeziona alle conseguenze di un’educazione condizionata da canoni e costrizioni sociali/familiari che trovano terreno fertile nella più comune tra le paure: la solitudine”. “La forza di questo allestimento – afferma la regista Iolanda Salvato – è nelle immagini usate come strumento di racconto, elemento visionario, scenografia, costume e illuminazione. Un procedimento all’inverso: dalle proiezioni sullo schermo prende vita l’azione scenica dal vivo. Tracciamo un nuovo percorso avvicinandoci al nostro tempo, senza dimenticare i nostri punti di partenza”.