“Attenti a non infangare la Chiesa”
redazione | Il 12, Dic 2012
E’ il monito di Antonio Marziale circa l’inchiesta che ha coinvolto il parroco di Stefanaconi
“Attenti a non infangare la Chiesa”
E’ il monito di Antonio Marziale circa l’inchiesta che ha coinvolto il parroco di Stefanaconi
“Il coinvolgimento del parroco di Stefanaconi in una delicata inchiesta contro la ‘ndrangheta non diventi motivo di aggressione generica e generalizzata nei confronti della Chiesa”: è quanto sostiene il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l’Infanzia, a parere del quale: “Davanti a situazioni del genere non bisogna mai dimenticare che le istituzioni sono composte da soggetti, la cui responsabilità è personale”.
Il sociologo sottolinea: “Lo stato emotivo del momento non deve far dimenticare all’opinione pubblica che la Chiesa, in Calabria, ha rappresentato e continua a rappresentare il più importante contenitore di socializzazione per le giovani generazioni. Io stesso sono stato educato in ambito di Azione Cattolica e Gioventù Francescana e devo alla Chiesa il mio personale successo in termini di formazione umana e professionale, e come me miriadi di coetanei che oggi lavorano con scienza e coscienza in ogni angolo del mondo”.
“A un don Salvatore Santaguida, le cui responsabilità sono da accertare – chiosa Marziale – fanno da contraltare don Pino Demasi, don Giacomo Panizza e tanti altri sacerdoti che, senza esposizione mediatica, in ambito parrocchiale lavorano alacremente per affrancare stuoli di adolescenti esposti al rischio di fascinazione mafiosa”.
Il presidente dell’Osservatorio conclude: “La Chiesa calabrese, ormai da tempo, è soggetta ad attacchi generici che offuscano la verità e rischiano di delegittimare la più moralmente autorevole istituzione sociale. Bisogna stare attenti, perché il rischio è quello di ottenere, contrariamente alle più sane intenzioni, un risultato opposto alla pulizia che in Calabria la magistratura e le forze dell’ordine sono tenute ad operare”.