Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

Proroga commissariamento a Taurianova, critico Fausto Siclari "La Commissione Straordinaria, ancorchè avesse riscontrato la reale necessità di ulteriori sei mesi di permanenza nel nostro Comune, come in realtà ha dichiarato, ha mai iniziato questa benedetta opera di risanamento?"

Proroga commissariamento a Taurianova, critico Fausto Siclari "La Commissione Straordinaria, ancorchè avesse riscontrato la reale necessità di ulteriori sei mesi di permanenza nel nostro Comune, come in realtà ha dichiarato, ha mai iniziato questa benedetta opera di risanamento?"
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

     Quale immondo peccato ha commesso la nostra Taurianova per dover scontare una pena così elevata?

Quale maledizione si è abbattuta sulla nostra Città? Perché tanto accanimento terapeutico contro una Città sofferente, probabilmente di semplice raffreddore? Perché, di contro, le vengono somministrati farmaci pesantissimi, debilitanti, inidonei e sproporzionati rispetto alla patologia e per di più somministrati attraverso la stretta osservazione di personale medico che oserei definire inabile al caso?

Questi sono gli interrogativi che mi sono sorti spontanei appena saputa la notizia della proroga del commissariamento del nostro Comune.

Con il provvedimento deliberato dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro Angelino Alfano, Taurianova sarà costretta a scontare una pena perfino superiore a quella prevista nei casi di specie; infatti, anziché subire il commissariamento per il massimo previsto, fissato in ventiquattro mesi, dovrà sopportare, di fatto, la sospensione della democrazia, attraverso la negazione del diritto di scegliere i propri rappresentanti istituzionali locali, per ulteriori cinque o sei mesi circa.

Ancora più assurda risulta la motivazione del provvedimento di proroga che viene giustificato con la necessità di completamento del risanamento della pubblica amministrazione, rispetto all’ipotetico condizionamento mafioso subito.

Assurda perché un’opera per essere completata deve, naturalmente, essere prima iniziata.

Allora mi chiedo: La Commissione Straordinaria, ancorchè avesse riscontrato la reale necessità di ulteriori sei mesi di permanenza nel nostro Comune, come in realtà ha dichiarato, ha mai iniziato questa benedetta opera di risanamento? La risposta, attività amministrativa degli ultimi sedici mesi in mano, credo non pussa che essere una ed una sola, secca, senza ombra di dubbio e senza timore di poter essere smentita: NO, NO E POI ANCORA NO!!!

Ritengo, ove lo stato delle cose fosse stato diverso, che i Sigg. Commissari avrebbero dovuto spiegare pubblicamente, alla cittadinanza taurianovese tutta, cosa hanno riscontrato in fatto di inquinamento mafioso e quali provvedimenti hanno adottato per contrastarli o per debellarli, considerato che loro sono qui per questo e che questa avrebbe dovuto essere la loro missione!!! Così come anche  avrebbero dovuto spiegare  cosa intendono “completare” in questi, per loro necessari, ulteriori sei mesi di proroga.

E che non parlino di risanamento dei conti pubblici; questa storiella di comodo, già utilizzata nel recente passato, non vorremmo che continuasse a servire artatamente per fungere da alibi alla palese  incapacità amministrativa. Ciò perché, quantunque si fosse riscontrata una criticità nel bilancio comunale, non sarebbe certo servita una Commissione Straordinaria peraltro inviata sul territorio per tutt’altri motivi. Le leggi dello Stato, eventualmente, in questi casi prevedono altre tipologie d’intervento.

Non credo di esagerare se dico che, dopo sedici mesi di permanenza nel nostro Comune, l’incisività della Commissione Straordinaria è pari a zero e in qualsiasi ramo delle competenze amministrative di un Comune.

Non sono eresie se scrivo che tutti i servizi comunali sono vistosamente peggiorati e che della presenza dei Commissari i cittadini si ricordano solo quando l’associano al degrado assoluto in cui è piombata la nostra Taurianova.

Mi domando ancora, perché la Commissione Straordinaria abbia inteso richiedere gli ulteriori sei mesi di proroga? Quale il reale motivo? Quale programmazione bisogna completare se nulla è stato programmato? Quale risanamento se nulla è stato risanato o nulla vi era da risanare? E allora, perché?

Ritengo che quando lo Stato, dopo aver esautorato una comunità dal diritto di scegliersi i propri rappresentanti Istituzionali, decide di gestire direttamente l’interesse collettivo di quella stessa comunità, quest’ultimo dovrebbe prevalere su qualsiasi altra forma di interesse, sempre e comunque.

L’interesse collettivo non può essere mortificato per mero egoismo di comodo, economico o professionale che sia, da chi per delega è preposto a tutelarlo.

La delusione che inficia la fiducia della gente verso le Istituzioni interessate, viene alimentata anche dal forte dubbio che prima di concedere l’ormai rituale proroga, il competente Ministero non abbia posto in essere neanche una seppur minima attività di controllo per verificare il reale stato delle cose. Non fosse così, non si spiegherebbe altrimenti la concessione della proroga.

Ecco perché, ormai sempre con più frequenza, sento ripetere che la peggiore amministrazione comunale eletta dal popolo sia migliore di qualsiasi Commissione Straordinaria. Non posso, a questo punto, che condividere il diffuso pensiero.

Insomma, oggi più che mai, vivendo in una città nella quale la pubblica amministrazione è stata sciolta per ben tre volte, sono convinto dell’inutilità di questo Istituto Straordinario.

La migliore medicina, a mio modestissimo parere, per combattere efficacemente la contiguità della politica con gli ambienti mafiosi, rimane sempre una ed una sola: l’individuazione dei reati e dei rei e la condanna pesantissima da scontare in carcere per quest’ultimi.

Non è più sopportabile che un’intera Città debba pagare un prezzo salatissimo per delle ipotesi di reato di qualche singolo amministratore o dell’intera amministrazione comunale.

Molto meglio colpire direttamente i colpevoli, quando i reati e le responsabilità vengono provati  e consentire alle Città di continuare ad essere padrone del proprio destino.

Ritengo che tutte le amministrazioni locali, con in testa l’ANCI e l’ANPI che le rappresentano, dovrebbero iniziare a riflettere sull’argomento e proporre al Governo l’abolizione di uno strumento legislativo fallimentare, che ha prodotto, quasi sempre, solo la sfiducia della gente verso le Istituzioni che avrebbero preteso di tutelarla.

FAUSTO SICLARI, ex Assessore Comunale