«Pronti ad affiancare i magistrati lametini» La Cgil Calabria e la Cgil dell’Area Vasta: potenziare gli organici delle Procure. Appello a Csm e Governo: dare priorità alle emergenze denunciate dopo i brillanti risultati ottenuti a Lamezia. Noi siamo pronti a fare fino in fondo la nostra parte
Non è trascorso neanche un mese dall’inaugurazione dell’Anno giudiziario nei Distretti calabresi ed ecco che il problema della carenza di organico nei presidi della giustizia si ripresenta più concreto che mai. La denuncia dei magistrati – che noi avevamo accolto, rilanciato e riformulata nell’appello a un’azione corale (politica compresa…) a vantaggio di chi amministra il delicatissimo settore della giustizia – torna di attualità alla luce dello straordinario successo conseguito dagli uffici requirenti della Procura di Lamezia Terme. Sgominata la banda di rapinatori che aveva seminato il panico nel Lametino, vengono al pettine i nodi che avevamo sperato si sciogliessero con l’adozione di un atteggiamento consequenziale alle richieste dei lavoratori del comparto: potenziare l’organico delle Procure, degli Uffici gip/gup, delle cancellerie, dei settori amministrativi in cui operano decine di funzionari, tecnici e dipendenti. In concreto, però, poco è cambiato; e quel poco che è cambiato è frutto di iniziative individuali (apprezzabili) adottate dalla Procura generale che ha destinato agli uffici di Lamezia un paio di togati sottratti, giocoforza, ad altri territori.
Il capo dell’Ufficio requirente lametino, Salvatore Curcio, è stato chiaro: dal 2016 il lavoro è triplicato con risultati visibili e apprezzabili, ma lo sforzo di magistrati, giudici e lavoratori del comparto non potrà proseguire a lungo a questi ritmi perché l’organico resta sguarnito del 50 per cento. Dunque, come Cgil regionale e dell’Area Vasta, non possiamo che fare nostra questa denuncia e manifestare la disponibilità totale ad affiancare le richieste dei magistrati.
Rilanciamo ancora una volta il nostro appello alla collettività a sposare questa battaglia sociale affinché divenga chiaro al Csm e al Governo che, sui temi della lotta alla criminalità organizzata che imperversa nel Lametino, non si può tergiversare. Il Comune di Lamezia è stato sciolto per tre volte per infiltrazioni mafiose: basterebbe questo dato a dimostrare come certe forme di illegalità siano talmente stratificate da arrivare a condizionare l’operato di amministratori pubblici in un’area tra le più importanti in Calabria sotto il profilo economico.
Pertanto, ci renderemo protagonisti di un’azione mirata a sensibilizzare, anche attraverso la nostra organizzazione sindacale nazionale, gli organismi deputati alla riorganizzazione della forza lavoro nelle Procure italiane affinché venga data priorità al “caso Lamezia” perché, così come denunciato da Curcio, «le nozze con i fichi secchi non si possono fare». Noi non ci arrendiamo all’idea che sulla lotta alla ‘ndrangheta si debba correre il rischio di perdere terreno proprio ora che, da Catanzaro al resto della regione, il contrasto a ogni forma di illegalità vive una nuova primavera senza conoscere sosta.
Segreteria Cgil Calabria