Primo Maggio: festa del lavoro, ma c’è poco da festeggiare!
redazione | Il 30, Apr 2014
Il lavoro dovrebbe essere un diritto garantito dalla Costituzione
di CATERINA SORBARA
Primo Maggio: festa del lavoro, ma c’è poco da festeggiare!
Il lavoro dovrebbe essere un diritto garantito dalla Costituzione
di Caterina Sorbara
Il tasso di disoccupazione in Italia è elevatissimo e, come al solito i più colpiti sono i più giovani, le donne, le fasce deboli con minore istruzione, e gli abitanti di zone depresse.
Inoltre c’è anche un tasso elevato di disoccupazione intellettuale, sempre in aumento.
Il lavoro dovrebbe essere un diritto garantito dalla Costituzione, oltre che un dovere verso gli altri e verso se stessi: in realtà, oggi, un lavoro è soprattutto un miraggio.
Se è vero, com’è stato detto, che la “buona società è quella che consente ai suoi giovani di guardare al futuro con fiducia e speranza”, allora, possiamo benissimo affermare che la nostra è una società “matrigna”.
La disoccupazione, costituisce sempre una fonte di squilibrio sociale, perché porta frustrazione, crisi d’identità, coabitazioni forzate , senso di precarietà, impossibilità di pensare a costruirsi un avvenire proprio, disperazione , molti sono i casi di suicidio.
C’è poi , il problema del cosiddetto “sommerso”, cioè il lavoro clandestino, malpagato, senza alcuna copertura previdenziale o assicurativa; spesso stagionale e accompagnato da umiliazioni.
E su questa”terra di nessuno” che prospera indisturbata, la mala pianta della corruzione, l’erbaccia invasiva che genera mafia, delinquenza, terrorismo.
Dove c’è disoccupazione, la criminalità trova manovalanza disposta a tutto.
Spesso è tra i disoccupati che la criminalità arruola i suoi “picciotti”.
Occorrono politiche forti, bisogna in primis “costringere” la industrie a non trasferirsi all’estero.
Molte industrie hanno spostato le loro attività fuori dall’Italia, licenziando moltissime persone.
Bisogna, poi, creare delle scuole di tipo professionale, spesso trovare un idraulico o un tecnico, diventa un impresa impossibile.
Bisogna ritornare alla terra, tornare a coltivare tutti i terreni adesso abbandonati, creare laboratori artigianali.
In Calabria, al Porto di Gioia Tauro è di vitale importanza istituire la Zes.
La Zes è l’unica speranza per i giovani della Piana del Tauro.
Lo Stato deve assolutamente garantire un lavoro, il lavoro è un diritto prima che un dovere.
Tutti devono lavorare, perché. Come scrisse molti anni fa Giorgio Bocca, in un suo libro dal titolo: “L’Italia che cambia”, il lavoro, è “la sola cosa che dia all’individuo il sentimento della cittadinanza”, per cui chi non lavora, (indipendentemente dalla sua volontà), semplicemente non esiste.