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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Porto di Gioia, Pedà insiste: bisogna nazionalizzare lo scalo Consiglio comunale aperto sulla questione esuberi, per il sindaco Mct se ne deve andare via

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Il sindaco di Gioia Tauro Giuseppe Pedà sulla questione porto ha le idee chiare e su un concetto non molla: “Mct se ne deve andare via”. Secondo l’amministratore “il privato non può continuare a gestire lo scalo portuale gioiese”. E questa linea è stata ribadita ieri sera dal primo cittadino e dalla sua amministrazione nel corso del consiglio comunale aperto, convocato dal presidente Santo Bagalà, per discutere dei temi legati al lavoro.

Il civico consesso è iniziato al termine dell’incontro che si è svolto ieri tra i sindacati, l’azienda e classe politica regionale presso la sede del consiglio regionale a Reggio Calabria per discutere degli esuberi dei portuali dichiarati da Mct, la società terminalista del porto di Gioia Tauro.

In apertura del consiglio il sindaco Pedà è tornato sull’esito dell’incontro rincarando la dose sulla sua tesi: “il lavoro non è solo Mct” ha tuonato. “Ho apprezzato le forze sindacali che si sono opposte alla cassa integrazione e hanno chiesto un piano”. “Il terminalista – ha evidenziato Pedà – non ha soluzioni per il futuro e si è dimostrato arrogante nei confronti del governo regionale e dei lavoratori”.

Gli fa eco l’assessore con delega al porto Francesco Toscano. “Lo Stato – ha detto – non può vivere sotto il ricatto del privato che è benvenuto solo se garantisce ricchezza al territorio. Uno stato serio nazionalizza l’infrastruttura”. L’assessore ha poi allargato il suo ragionamento alla funzione svola dalla politica: “è necessario riscoprire la funzione della politica che deve curare gli interessi del territorio”. “I predatori”, sostiene ancora l’amministratore, che hanno nelle banche, nei grandi gruppi internazionali e nelle lobby i loro riferimenti, “mettono i cittadini contro la politica perché vogliono svuotarne la rappresentanza”.