Polistena, i Partigiani della Scuola Pubblica sulle barricate Illegittimità costituzionale "capillare e pervasiva" ed un evidente conflitto di interessi sarebbero alla base della stroncatura dei criteri per attribuire i bonus di merito agli insegnanti dell'Istituto Comprensivo "Jerace"
di Giuseppe Campisi
Polistena – Indigesta per i Partigiani della
scuola pubblica la legge 107/15, meglio nota come riforma della “Buona
Scuola”. Con una nota hanno inteso focalizzare l’attenzione sulla
tabella dei punteggi attribuibili per il bonus di merito ai docenti,
approvata all’unanimità dal Comitato di valutazione, dell’Istituto
comprensivo statale F. Jerace di Polistena e già oggetto di una prossima
interrogazione parlamentare da parte della parlamentare reggina del
Movimento 5 Stelle Federica Dieni. Illegittimità costituzionale
“capillare e pervasiva” ed un evidente conflitto di interessi sarebbero
alla base della stroncatura. “Porre i docenti sulla griglia in una
tabella infarcita di descrittori, indicatori e punteggi, viola la
(favola utopica chiamata) Costituzione” chiariscono gli stessi docenti
che proseguono il loro ragionamento spiegando che “la certezza che ogni
singolo istituto scolastico è legittimato a elaborare i propri
personalissimi criteri, in barba all’indispensabile principio di
certezza e uniformità della pena, nonché dell’organo dello Stato
chiamato a irrogarla, viola la Costituzione”. Come pure la
penalizzazione delle assenze senza tenere conto delle cause e
l’imposizione di svolgere altri incarichi rispetto a quello educativo.
“Ma dove l’Allievo-Comitato di valutazione dell’Istituto comprensivo
statale F. Jerace di Polistena supera il Maestro-legislatore della
107/15 – prosegue la nota – è nell’innovazione creativa del demerito,
tradotto in punteggio negativo, in ciò forse ispirato dal Ministero dei
Trasporti, sul modello della “patente a punti”, che vengono, con
un’operazione squisitamente algebrica, sottratti nella incredibile
sezione dedicata ai “Rapporti Relazionali”; in altri termini, anzi, coi
suoi termini!, Relazioni Conflittuali con il Dirigente Scolastico, con i
Docenti, con gli Studenti, con i Genitori e persino con non meglio
identificati Soggetti del territorio, varranno a togliere punti, fino al
sotto zero!” che avrebbe come risultato finale nient’altro che
“l’annientamento dei diritti”. “Colpire al cuore e al cervello la Scuola
– concludono i docenti-partigiani – altro non è che l’applicazione
sistemica e pervicace di chi, in esecuzione di un medesimo disegno
criminoso avviato nell’era Berlinguer, con la longa manus di
collaboratori compiacenti, vuole distruggere Democrazia e Diritti
conquistati con sangue, cuore e sudore”.