Polistena, Giovanni Tizian racconta il Libro nero della Lega Il volume presentato nell'ambito della rassegna culturale "Stagione dell'antimafia". L'autore: "Nel nostro libro non ci sono accuse ma fatti"
di Giuseppe Campisi
Polistena – Nel corposo volume di Giovanni Tizian e Stefano Vergine, Il libro nero della Lega, si possono trovare tutti gli elementi per la lettura di una inchiesta che mette nel mirino il lato oscuro del partito guidato da un leader, Matteo Salvini, politicamente tanto spregiudicato e refrattario quanto basta alle domande scomode dei giornalisti, e la possibilità concreta sul farsi una idea più compiuta partendo dal sequestro dei 49 milioni di euro e finendo all’intreccio con una serie di interessenze particolari che dipanano trame politico finanziarie opache (interne ed internazionali, con in ultimo il Russiagate) del movimento politico dalla paternità bossiana. Il libro – che è stato presentato a Polistena alla presenza di uno degli autori, Giovanni Tizian, nell’ambito della rassegna “Stagione dell’Antimafia” predisposta dall’Amministrazione comunale per l’estate polistenese – ha voluto offrire uno spaccato sul mondo politico attuale e, con esso, molti spunti di riflessione sull’etica dell’agire politico ha spiegato il giornalista Michele Albanese.
Il sindaco Michele Tripodi ha confermato d’altro canto l’impegno e la presenza delle istituzioni sul territorio contro le organizzazioni criminali a conferma di un irrinunciabile presidio di legalità a cui i cittadini possono fare riferimento proprio perché «Polistena è un territorio sensibile all’argomento». Una robusta inchiesta giornalistica dunque, quella di Tizian e Vergine, suffragata dalla pubblicazione di oltre 100 pagine di atti e documenti (taluni inediti, ndr) è stata la sottolineatura di Albanese che ha poi evidenziato come l’attuale leader leghista sia «alla continua ricerca del consenso cavalcando un utilizzo strumentale di temi di interesse universale». «La Lega e Salvini mi inquietano parecchio – è stata invece la considerazione di don Pino Demasi – anche per un uso strumentale del sacro che distorcono comportamenti ed atteggiamenti esasperandoli al limite ed alla stregua della mafiosità».
Un libro dalla valenza sociale per comprendere come «Salvini giochi con le paure della gente e con il messaggio cristiano che però è molto più ampio» ha quindi concluso il presule. Un lavoro, a detta dell’autore, che si sforza di far luce su tre aspetti fondamentali del partito che fu del nord: non solo gli oramai famosi 49 milioni di euro evaporati, ma anche i rapporti con Putin e Trump e la presenza nelle fila del partito di trasformisti e faccendieri politici equivoci, specie al sud. Con la Lega convertita via via in una ben oliata macchina della propaganda questo libro, ha rilevato Tizian, ha contribuito all’apertura di tre inchieste giudiziarie da parte della magistratura (con ben quattro procure impegnate a passare sotto la lente d’ingrandimento l’operato leghista: Genova, Roma, Milano e Bergamo ndr) non dimenticando di citare le esperienze politiche di Salvini dapprima eletto in Calabria che lo hanno portato ad abbracciare il criticato Furgiuele (oggi deputato del carroccio e coordinatore regionale del partito) ed a cavalcare, ad esempio, il malcontento di Rosarno dove, alle ultime europee, la Lega è risultato il primo partito sfondando quota 35% evidentemente riempendo un vuoto politico, specie sul tema dell’immigrazione. «Nel nostro libro non ci sono accuse ma fatti. Ecco, noi vorremmo che le persone citate prendessero le distanze da certi contesti» ha proseguito Tizian che ha spiegato come, al contrario, l’establishment leghista si sforzi «a raccontare di un lato in chiaro che sta a noi (giornalisti d’inchiesta, ndr) stabilire se vero».