Piano Turismo, Tavernise (M5S): manca una visione politica. E anche l’assessore al ramo Un presidente distratto da mille materie potrà mai occuparsi appieno di uno dei settori "trainanti" per la nostra regione? La risposta è didascalica ma necessaria
Un presidente distratto da mille materie potrà mai occuparsi appieno di uno dei settori “trainanti” per la nostra regione? La risposta è didascalica ma necessaria.
E nasce dalla lettura approfondita dell’aggiornamento dei piani triennale ed annuale al Turismo. Sembra di scorrere le pagine del libro dei sogni di Occhiuto che si fermano, però, alle buone intenzioni. Mancano infatti le soluzioni ai problemi atavici e notori. La sensazione rimane quella di trovarsi di fronte a documenti scritti da qualche burocrate, giusto per ottemperare gli obblighi di legge e senza alcuna visione politica.
Infrastrutture da finire, ed è il piano stesso che cita la SS106 come caso emblematico sul ritardo dello sviluppo turistico del litorale ionico, le risorse da valorizzare, in primis la reputazione della Calabria, una nuova visione del turismo che possa ricomprendere non solo il mare ma anche la montagna, le terme, le risorse archeologiche, naturalistiche, la rete dei cammini. Senza dimenticare l’aspetto culturale, quel cambio di mentalità da rafforzare, ossia la rivisitata appartenenza regionale che deve partire dagli stessi calabresi.
Come realizzare tutto ciò con soli 14milioni di euro? Lo vorremmo chiedere all’assessore al Turismo, che però non c’è. D’altronde fin dai tempi di Scopelliti, passando per Oliverio, la Santelli e oggi Occhiuto, siamo abituati a Presidenti di Regione che trattengono le deleghe senza avere il tempo e il modo di occuparsi di un settore tra i pochissimi in grado di garantire un minimo di crescita a questa regione. E così, anche in questi documenti aggiornati sul turismo si testimonia un fallimento che si può riassumere in questo passaggio: la Calabria è la quart’ultima regione per arrivi turistici in generale e se si valuta la quota di turisti stranieri la regione scende al terz’ultimo posto in Italia.
La verità è che gli unici input che possiamo segnalare appartengono a nostre iniziative, come la valorizzazione del patrimonio archeologico, con l’istituzione del mese dei Bronzi di Riace o puntare sulla sostenibilità ambientale, con la promozione di forme di turismo a contatto con la natura, come fatto con la nostra legge sui cammini di Calabria. Proposte che tentano percorsi innovativi, nella convinzione profonda che le potenzialità ci sono tutte ma devono essere incoraggiate a valorizzate.
Ci saremmo aspettati più coraggio, più visione in questi piani programmatici, più attenzione a quelle realtà virtuose, per esempio nei confronti dei comuni Bandiera Blu, e più attenzione ai più deboli, mentre ancora resta congelata in Commissione la mia proposta di legge per dare la possibilità ai disabili di godere di accessi al mare, che sarebbero anche garantiti dalla legge regionale 17 del 2005.