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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Perquisizioni del Gico a Reggio e Milano. Per le indagini su ‘ndrangheta ed economia

Perquisizioni del Gico a Reggio e Milano. Per le indagini su ‘ndrangheta ed economia

Fallimento Gdm, Pm: “Agevolata cosca Tegano”

Perquisizioni del Gico a Reggio e Milano. Per le indagini su ‘ndrangheta ed economia

Sono 13 le perquisizione che gli uomini della Guardia di Finanza stanno eseguendo a Reggio Calabria e Milano per recuperare documenti e informazioni inerenti il fallimento della Gdm dell’imprenditore Montesano indagato con Rechichi per bancarotta concordataria

 

 

L’imprenditore Carlo Montesano e Giuseppe Rechichi, ritenuto un prestanome della cosca dei Labate di Reggio Calabria, nell’ambito delle procedure fallimentari della Gdm, hanno realizzato una serie di operazioni “al fine di agevolare l’attività della ramificata organizzazione criminale ‘ndrangheta ed in particolare della preminente articolazione territoriale denominata Tegano di Archi”. E’ quanto scrivono il procuratore di Reggio Calabria Ottavio Sferlazza, l’aggiunto Michele Prestipino ed il pm della Dda Giuseppe Lombardo nel decreto di perquisizione notificato stamani a Montesano, Rechichi ed altre sei persone. In particolare, secondo l’accusa, Montesano e Rechichi attribuivano fittiziamente alla società Sica, per l’accusa riconducibile a Rechichi, la titolarità di un immobile della Gdm in relazione al quale Montesano corrispondeva a Rechichi 33 mila euro al mese di affitto. Canone ritenuto “fuori mercato” dagli inquirenti, anche perché in parte inutilizzato da almeno cinque anni. In precedenza, grazie ad una serie di operazioni adesso al vaglio degli inquirenti, la Gdm aveva trasferito il ramo d’azienda relativo ai supermercati alla Euro Logistick per un importo di 1.037.000 euro e così facendo “distraevano e dissipavano in parte l’attivo patrimoniale della Gdm impedendo peraltro all’amministratore unico della Euro Logistick Marcello Foti di procedere alla rinegoziazione del canone di locazione” pagato alla Sica. L’obiettivo di Carlo Montesano, secondo quanto sostengono i pm nel decreto, era quello di “lasciare l’impresa dissestata nell’impossibilità di esercitare qualsiasi attività economica, di ostacolare gli organi del fallimento nella liquidazione dell’attivio (rendendo difficile la collocazione sul mercato di beni non immediatamente disponibili) e di danneggiare i creditori concorsuali”. Oltre a Montesano e Rechichi, sono indagati Piergiorgio Sacco, di 70 anni, residente a Milano e Paolo Montesano (47) di Reggio Calabria, commissari liquidatori della societa; Amedeo Bernardi (63), residente a Rivanazzano Terme (Pavia), Salvatore Sentina (62, residente a Reggio e Nuccio Occhiuto (69), di Villa San Giovanni, uomini di fiducia di Carlo Montesano e Matteo Sala (31), di Lecco, commercialista e consulente di Sacco e Paolo Montesano. Oltre ai loro uffici sono state perquisiti anche altri studi, sedi di società, come quella milanese e reggina della Grande Albergo Moramare Spa e uffici della direzione delle strutture ricettive Alta Fiumara Resort di Villa San Giovanni, Grand Hotel Excelsior di Reggio Calabria e Hotel Palace Masoanrìs.

Uno degli aspetti che i magistrati della Dda di Reggio Calabria che indagano sul fallimento della Gdm intendono chiarire è quello su un fondo del Liechtenstein che si sarebbe fatto avanti per rilevare sia l’intera Gdm che la Euro Logistick con un’offerta di 42 milioni di euro, pari al 35% dei debiti complessivi della Gdm, con un piano di riparto tra i creditori. A rivelare il progetto è l’imprenditore Marcello Foti, amministratore unico della Logistick poi di fatto esautorato dopo l’arrivo di Carlo Montesano. Deponendo davanti al pm Giuseppe Lombardo, Foti afferma che “a marzo 2012, Nuccio Occhiuto portava in azienda il commercialista Deborah Cannizzaro, a me in precedenza totalmente sconosciuta, la quale, sapute le difficoltà finanziarie della Euro Logistick, si era offerta di acquistare sia la stessa che l’intera Gdm, compresi tutti gli immobili, a mezzo di un fondo allocato in Liechtenstein. Nel dettaglio, l’operazione doveva avvenire attraverso il filtro di una società di Milano al cui interno vi erano un soggetto americano ed uno soggetto di Bergamo di cui non ricordo i nomi. Solo dietro numerose richieste di chiarimenti da parte mia, di Occhiuto e di Bernardi, la Cannizzaro comunicava che dietro l’operazione ci sarebbe stato il fondo in Liechtenstein. Tutti noi non abbiamo escluso che dietro tale fondo ci potesse essere lo stesso Carlo Montesano, atteso che quest’ultimo mi invitava a rompere i rapporti con la Cannizzaro. Quest’ultima, in una circostanza, parlando della vicenda Rechichi mi evidenziava di essere molto amica di Giovanni Zumbo e che nessuno l’avrebbe mai toccata. A meta giugno 2012, la Cannizzaro mi ha contattato dicendomi che l’operazione era saltata senza fornirmi ulteriori spiegazioni”. Anche l’abitazione e lo studio della commercialista Deborah Cannizzaro sono state perquisite stamani, ma la professionista non è indagata. Lo Zumbo al quale avrebbe fatto riferimento è un commercialista ex collaboratore dell’Aise, accusato di essere una spia al servizio delle cosche alle quali avrebbe fornito notizie su operazioni di polizia che stavano per essere eseguite.

 

REGGIO CALABRIA – Il Gico della guardia di finanza sta eseguendo 13 perquisizioni a Reggio Calabria e Milano nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Reggio Calabria sui rapporti ‘ndrangheta-economia e, in particolare, sul fallimento della società Gdm dell’imprenditore Carlo Montesano, indagato insieme all’ex direttore operativo Multiservizi, Pino Rechichi ed altre tre persone. Montesano e Rechichi sono indagati per bancarotta concordataria, favoreggiamento reale e intestazione fittizia di beni aggravati dalle modalità mafiose. L’inchiesta, secondo quanto si è appreso, ha subito un’accelerazione dopo i sequestri effettuati nell’ambito dell’inchiesta sulla Lega Nord nello studio di consulenza Mgim di via Durini a Milano dell’ex appartenente ai Nar Lino Guaglianone ed in cui lavorava il consulente B. M., indagato nell’inchiesta sulla Lega. Dalle indagini sarebbe emerso che anche gli affari di Montesano sarebbero stati curati dallo studio Mgim. Rechici, condannato in primo grado a 16 anni di reclusione per associazione mafiosa e ritenuto organico alla cosca Tegano di Reggio Calabria, è il proprietario, tramite la società Sica, di un immobile nel quale si trova uno dei più grandi supermercati della Gdm. E proprio la Gdm e la Sica sono al centro dell’inchiesta coordinata dal pm Giuseppe Lombardo che ha disposto le perquisizioni, una delle quali è stata compiuta nello studio milanese di Montesano, attivo nel settore alberghiero e della grande distribuzione, che si trova proprio in via Durini, a poca distanza dagli uffici della Mgim. Dall’inchiesta sarebbero emersi passaggi poco chiari di denaro nel corso delle procedure fallimentari della Gdm in corso davanti al Tribunale di Milano.

Incrociare i dati raccolti nel corso della perquisizione fatta nei mesi scorsi nello studio Mgim di via Durini a Milano nell’ambito dell’inchiesta sulla Lega Nord e quelli ottenuti con le perquisizioni di oggi è il primo obiettivo della Dda di Reggio Calabria che ritiene di poter ottenere elementi importanti per il prosieguo delle indagini. Il filone investigativo che ha portato alle perquisizioni di oggi interagisce con altre inchieste coordinate dal pm della Dda reggina Giuseppe Lombardo ed in particolare con quella sulla Lega Nord, anche se si tratta di procedimenti diversi. Tuttavia, anche al centro dell’inchiesta sul fallimento della Gdm c’è lo studio di consulenza Mgim di via Durini a Milano che, secondo gli investigatori, gestisce gli affari di decine e decine di società per centinaia di milioni di euro. E tra queste vi era anche la Gdm. L’inchiesta punta anche a chiarire quali fossero i reali rapporti tra l’imprenditore Carlo Montesano e Pino Rechichi e, soprattutto, se dietro i capitali della società Gdm vi possa essere la cosca reggina della ‘ndrangheta dei Tegano. L’ipotesi su cui lavora il pm Lombardo e gli uomini del Gico del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Reggio Calabria è che il fallimento della Gdm sia stato pilotato al fine di sottrarre i beni alle pretese dei creditori e salvaguardarlo nella disponibilità della cosca. Oltre a Montesano e Rechichi, nell’inchiesta risultano indagati alcuni professionisti che avrebbero reso possibile, con il loro operare, l’intestazione fittizia di beni da sottrarre dal fallimento. Dichiarazioni, definite «importanti» in ambienti vicini all’inchiesta, sono venute da soggetti interni al gruppo Montesano.