Pericoloso il ponte Cannavino, la Lucarelli scrive a Renzi La giornalista posta le foto su Facebook ed invita il premier ad intervenire
COSENZA – Impazza sul web la presunta pericolosità del ponte Cannavino, conosciuto anche come ponte di Celico, che attraversa la Presila cosentina sulla Statale 107. Secondo molti un pericoloso avvallamento avvertito sulla sede stradale sarebbe sintomo di scarsa stabilità. L’arteria è giornalmente molto frequentata dai pendolari che raggiungono Cosenza per motivi di studio o di lavoro e da turisti in viaggio verso la Sila. Il ponte inoltre è posto a qualche centinaia di metri dal suolo e questo rende ancora più pericoloso lo stato in cui verserebbe.
Da qualche giorno i social network rimbalzano notizie e foto sulla sua pericolosità. Oggi invece sulla questione è intervenuta anche Selvaggia Lucarelli che, dalla sua pagina Facebook, ha chiamato in causa direttamente il presidente del Consiglio Matteo Renzi, giunto in Calabria per inaugurare il viadotto Italia sulla A3 appena qualche giorno fa.
ECCO IL POST DELLA LUCARELLI:
“Caro Matteo Renzi,
quando lei arriva col suo Air Force Renzi a Fiumicino, che strada fa per arrivare a Palazzo Chigi? Immagino faccia la Roma-Fiumicino, poi l’Aurelia, poi che so, Mura vaticane, Cola di Rienzo, via del Corso, Piazza Colonna. Ecco. Forse dovrà vedersela con qualche buca, al massimo. O col traffico. Ma tanto lei mette la sirena, che je frega. Bene. Lei si immagini invece di dover percorrere un ponte. Un ponte a qualche centinaio di metri da terra dall’aria sinistra, vetusto, con una crepa centrale che lo taglia in due e che costringe la sua auto blu a fare qualche montagna russa perché la strada presenta avvallamenti all’altezza di quella crepa.
Immagini di dover avere paura ogni volta che va a Palazzo Chigi o a casa sua a Firenze o sulla neve a fare il figo sulla pista nera. Paura di morire perché qualcuno si è dimenticato di quel ponte. Sa perchè le dico questo Matteo Renzi? Perché in Calabria c’è un ponte, il ponte di Celico (o viadotto Cannavino) che fa paura a tanta gente. E sa, non è un ponte secondario su cui passano un carretto e qualche gregge di pecore ogni tanto. È un’arteria tra le più importanti della Calabria e la percorrono persone che vanno a lavorare, turisti che visitano la Sila, le coste e le tante bellezze della Calabria, studenti che vanno all’Università di Cosenza, insomma, quelle persone normali che poi piangiamo quando vi svegliate troppo tardi. Che non hanno, metaforicamente e non, un’altra strada da percorrere per salvarsi la pelle.
E allora Matteo Renzi le chiedo una cosa a nome dei tanti calabresi che mi hanno chiesto di aiutarli a parlare di questo ponte, di questa paura, di questa tragedia annunciata. Non vada al sud a presenziare ai funerali di gente che è morta perché si poteva fare di più in fatto di sicurezza o di manutenzione o di controlli o di prevenzione o di quello che vuole lei. Non vada a fare il gradasso annunciando lavori su tratte che sono buone per i titoli in prima pagina. Vada in quel sud di cui non si ricorda nessuno e ci vada prima che le cose accadano. Vada ad ascoltare i vivi, non a piangere i morti. Digiti su Google “ponte di Celico paura” e scoprirà che i calabresi con petizioni, filmati, articoli sui quotidiani e siti locali la loro voce stanno cercando di farla sentire in tutti i modi. Scoprirà che si’, ci sono state mezze promesse, l’anas che riconosce la necessità di un intervento ma resta vaga, Delrio che se ne è vagamente occupato a marzo con una firma su un documento e poi nulla, la protezione civile che aveva già monitorato il ponte nel 2006 (10 anni fa!) perché qualcosa non andava e infine il succo della questione che è, sembra, “ci muoviamo nel 2017 se ci sono i soldi”. Nel frattempo su quel ponte tanti calabresi e non continuano a passare col cuore in gola, non vedendo l’ora di sentire le ruote della loro macchina toccare un asfalto che non sia sospeso nel nulla.
Ci pensi, mentre va a Palazzo Chigi lamentandosi di qualche buca per cui ora, per giunta, può pure dare la colpa alla Raggi”.