Pericolo arsenico nei cibi per neonati e bambini piccoli Rischio di malattie cardiache, diabete e danni al sistema nervoso
Una proporzione che forse nessuno si sarebbe aspettato, se non fosse stata una ricerca dell’Institute for Global Food Security presso la Queen’s University Belfast a svelarla. Perchè quasi tre quarti degli alimenti per bambini a base di riso conterrebbero un livello di arsenico oltre quelli tollerabili a norma di legge. Dopo la nuova regolamentazione stabilita dall’Unione Europea sul limite massimo di arsenico inorganico, i ricercatori hanno deciso di comparare i prodotti contenenti riso prima e dopo la normativa dell’inizio del 2016.
Secondo lo studio pubblicato sulla rivista scientifica PLOS ONE, circa il 75% di questi prodotti, specificamente destinati all’alimentazione di neonati e bambini piccoli, presentava livelli di arsenico superiori al limite individuato dalla UE. Ed a specificare i risultati è stato proprio il professor Andy Meharg che ha guidato il team: «La nostra ricerca mette in luce delle prove dirette che i bambini sono esposti ad un illegale livello di arsenico nonostante le norme emanate dall’Unione europea».
Ed ha continuato: «I bambini sono particolarmente sensibili agli effetti dannosi dell’arsenico, che possono impedire un corretto sviluppo durante la crescita, avere un impatto sul quoziente intellettivo e sul sistema nervoso, tra le altre cose». L’equipe di scienziati ha scoperto che il livello di questa sostanza viene superato di circa 10 volte nei cibi a base di riso rispetto agli altri. «Prodotti come le gallette di riso e i cereali sono molto comuni nelle alimentazioni dei bambini. Tuttavia tre quarti di essi eccedono il livello di arsenico legalmente approvato», ha aggiunto l’esperto.
Tra gli altri problemi legati all’esposizione all’arsenico vi sono malattie cardiache, diabete e danni al sistema nervoso. Lungi dal voler destare allarme tra i genitori e tra coloro cui sono affidati i più piccoli, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti [1]”, in primo luogo risulta evidente che la soluzione immediata per evitare l’assorbimento di troppo elevati livelli di sostanze nocive, compreso l’arsenico, è il garantire un’alimentazione varia e non improntata sempre alla solita routine. In secondo, è essenziale che l’industria alimentare faccia nell’immediato seri ed effettivi sforzi per ridurre drasticamente il contenuto di arsenico nei propri prodotti. Alle istituzioni gli inevitabili controlli periodici.