Pedopornografia: 10 arresti, perquisizioni in tutta Italia
redazione | Il 19, Nov 2012
Arresti e perquisizioni sono in corso in Campania, Lazio, Umbria, Liguria, Piemonte, Lombardia e Veneto
Pedopornografia: 10 arresti, perquisizioni in tutta Italia
Arresti e perquisizioni sono in corso in Campania, Lazio, Umbria, Liguria, Piemonte, Lombardia e Veneto
Una vasta operazione, con la notifica di una decina di ordinanze di custodia cautelare e numerose perquisizioni e’ in corso in varie regioni italiane al termine di un’indagine svolta dalla polizia postale per la Campania. Gli investigatori hanno scoperto un gruppo di persone insospettabili che si scambiava e divulgava materiale pedopornografico con particolare riguardo a materiale inedito di grande crudezza.
Arresti e perquisizioni sono in corso in Campania, Lazio, Umbria, Liguria, Piemonte, Lombardia e Veneto. Le ordinanze son state emesse dal Gip di Salerno Renata Sessa, su richiesta del Pm della procura distrettuale della citta’ campana, Francesca Fittipaldi, per le ipotesi di reato di associazione per delinquere e divulgazione di materiale pedopornografico. L’inchiesta della polizia postale per la Campania e’ scattata sulla base della segnalazione di un utente privato che ha informato gli investigatori dell’esistenza del fenomeno.
E’ stato scoperto un archivio con oltre 5 milioni di file di immagini e video. L’archivio – secondo quanto accertato dagli investigatori – era utilizzato da un’associazione per delinquere che operava sul Deep web sfruttando l’anonimato garantito da questa sottorete. I reati ipotizzati nell’inchiesta sono associazione per delinquere e divulgazione di materiale pedornografico.
Vi sono anche filmati e foto di neonati sottoposti a violenze sessuali e torture. Gli investigatori non escludono che in alcuni casi possano aver portato anche alla morte di piccole vittime. Le immagini e i video pedopornografici del database erano suddivisi per categorie: quelli più crudi erano classificati come “hurtcore” e “death”. Il materiale è ritenuto uno dei più cospicui finora scoperti. La banda di insospettabili agiva sul cosiddetto “deep web”, una sorta di rete invisibile che garantisce agli internauti completo anonimato.