Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), VENERDì 26 APRILE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Pasquale Motta era parte lesa contro la cosca dei Bagalà. Il direttore Lacnews24: “fiducia nella magistratura”

Pasquale Motta era parte lesa contro la cosca dei Bagalà. Il direttore Lacnews24: “fiducia nella magistratura”

Di Luigi Longo

Pasquale Motta uno dei giornalisti più importanti del mondo della stampa calabrese viene indagato senza aver ricevuto nessun avviso di garanzia. Un metodo barbaro di trattare persone perbene finite nel tritacarne della giustizia. A Motta viene contestato il reato di concorso esterno. La stessa decisione del Tribunale di Catanzaro di non procedere con misure restrittive, la dice lunga sulle accuse nei confronti del direttore Lacnews24. Lo stesso Gip nella ordinanza non ritiene le accuse nei confronti di Pasquale Motta importanti per prendere decisioni diverse da quelle di essere un semplice indagato. Siamo convinti che a breve questa brutta storia si risolverà ridando dignità ad un giornalista e prima ancora politico ed amministratore perbene.
ECCO LA DICHIRAZIONE DI PASQUALE MOTTA

“Ho appreso poco fa che sarei indagato nell’operazione giudiziaria denominata “Alibante”, pur non avendo ricevuto, allo stato, alcuna notifica in tal senso. Prendo atto di tale notizia con sconcerto e presumo per fatti riferibili alla mia precedente attività politica nel comune di residenza. La notizia mi amareggia in considerazione del fatto che il mio nome venga associato a presunti soggetti criminali con i quali non ho mai avuto alcun tipo di rapporto e che, anzi, negli anni in cui sono stato amministratore del Comune di Nocera Terinese, ho sempre combattuto, tant’è che sul finire degli anni ‘90 mi sono trovato parte lesa in uno dei processi relativi a questa cosca.
Anche i soggetti politici coinvolti in questa vicenda, definiti in concorso con me, sono stati negli anni sempre avversari degli schieramenti di cui ho fatto parte. A questa vicenda, dunque, sono totalmente estraneo e mi auguro di poter chiarire rapidamente la mia posizione.
Faccio presente che il sottoscritto è stato candidato a sindaco nelle elezioni del 2016 e in quella competizione elettorale sono risultato sconfitto. L’azione politica degli anni successivi della lista “Unità popolare nocerese” non è stata assolutamente determinata dal sottoscritto, ma da un comitato civico estremamente largo, che collettivamente ha deciso le strategie politiche e amministrative.
Spero di poter chiarire al più presto, qualora mi venga notificato un regolare avviso di garanzia, la mia posizione. Nel passato ho sempre svolto la mia azione politica nel massimo rispetto della legalità. Per quanto mi riguarda il mio lavoro di giornalista proseguirà nel solco tracciato dalle azioni e dai fatti quotidiani che testimoniano ogni giorno l’impegno costante a sostegno delle istituzioni. Proseguirò il mio lavoro con la massima fiducia nella magistratura, una fiducia tra l’altro tracciata dalla passione civile e professionale e, dunque, attendo con serenità che la magistratura possa chiarire la mia posizione”.

ECCO COSA SCRIVE IL GIP
Richiesta rigettata dal gip perché – scrive il giudice – «la condotta del concorrente esterno, per essere punibile, deve essere sostenuta dalla rappresentazione e accettazione del nesso funzionale tra la propria azione e il raggiungimento degli scopi dell’associazione. «Nella specie – si legge ancora nell’ordinanza -, non sussistono elementi validi per ritenere tale elemento, con conseguente reiezione della richiesta cautelare per tale posizione».

«Secondo la prospettazione accusatoria – scrive il gip – l’indagato sarebbe colluso con Carmelo Bagalà per formare una coalizione elettorale in vista delle elezioni del consiglio comunale di Nocera Terinese, sfruttando la sua influenza mafiosa su quel territorio ed il conseguente apporto in termini di voti, avrebbe assicurato una penetrante infiltrazione del sodalizio criminoso all’interno dell’amministrazione comunale, in tal modo rafforzandone il potere criminale». Il giudice per le indagini preliminari, chiamato a valutare la richiesta di applicazione della misura cautelare, entra nel merito della ricostruzione operata dagli inquirenti rigettandone l’impalcatura.

«Tale impostazione – spiega il giudice – si fonda su un assunto che non ha trovato sufficiente conferma nell’attività di indagine: quello della dolosa sinergia in campagna elettorale del Motta e del Bagalà. In realtà, il contenuto dei dialoghi intercettati riportati nei paragrafi precedenti restituisce un quadro diverso: infatti, il Motta risultava essersi accordato con Luigi Ferlaino (ex sindaco di Nocera, ndr) al fine di pilotare le competizioni elettorali in maniera del tutto autonoma ed indipendente rispetto a Carmelo Bagalà, dal cui intervento in campagna elettorale sembrava comunque essere a conoscenza».

«Il vero obiettivo perseguito da Pasquale Motta – prosegue il gip -, politico di lungo corso da sempre orbitante intorno al comune di Nocera Terinese, era quello di continuare ad ingerirsi in maniera occulta nell’amministrazione comunale non potendo più candidarsi in prima persona, essendo oramai “bruciato” politicamente. Tale era anche il comune obiettivo di Luigi Ferlaino, di fatto incandidabile per aver già espletato due mandati da sindaco, ma quantomai interessato a continuare a gestire il Comune come cosa propria. A fronte di ciò, Carmelo Bagalà, che pure si è attivamente ingerito nel corso della campagna elettorale con esito determinante, non risulta essersi mosso in sinergia (e neppure in accordo) con Pasquale Motta, gestendo in prima persona i nomi dei suoi candidati che avrebbero dovuto fargli da referenti presso il Comune».

«In altri termini – si legge nelle motivazioni del gip – sebbene unico fosse l’obiettivo perseguito sia dal Bagalà che dal Motta, ossia quello di far eleggere sindaco Massimo Pandolfo, i due risultano essersi mossi nella stessa traiettoria ma indipendentemente l’uno dall’altro, ognuno mosso da fini propri. La riprova di ciò, si trae da un’intercettazione ambientale captata circa due mesi dopo le elezioni in questione, quando Carmelo Bagalà aveva appreso dell’esistenza di un’indagine a carico suo e di Pasquale Motta. Ebbene, discutendo della vicenda con Mastroianni Giovanni, Carmelo Bagalà ha dichiarato di non parlare con Pasquale Motta da anni, ed effettivamente dall’attività di intercettazione non sono emersi colloqui o incontri diretti tra i due: “eh … a me mi sono venuti a dire che … in Procura stanno indagando … in Procura … su di me e su … Pasquale Motta ecco… io non…non gli parlo da tanti anni… ma poi cazzate”».