Parentela (M5S) presenta un’interrogazione sui prodotti Doc e Dop calabresi
redazione | Il 06, Nov 2013
“Bisogna tutelare quegli imprenditori agricoli che ogni giorno si impegnano a lavorare rispettando le normative europee volte a tutelare la qualità dei prodotti tipici per mantenere la concessione dei marchi di qualità, soprattutto relativi alla denominazione di origine”
Parentela (M5S) presenta un’interrogazione sui prodotti Doc e Dop calabresi
“Bisogna tutelare quegli imprenditori agricoli che ogni giorno si impegnano a lavorare rispettando le normative europee volte a tutelare la qualità dei prodotti tipici per mantenere la concessione dei marchi di qualità, soprattutto relativi alla denominazione di origine”
Il Deputato del MoVimento Cinque Stelle Paolo Parentela, ha depositato un’interrogazione a
risposta in Commissione Agricoltura per chiedere al Ministro De Girolamo di intervenire attraverso
misure di controllo più stringenti per garantire la qualità dei prodotti con marchio di denominazione
di origine DOC e DOP prodotti in Calabria e confezionati in altre regioni italiane. Per ottenere tali
marchi, il prodotto deve rispettare alcune regole di produzione restrittive, contenute nei disciplinari.
Un prodotto con un marchio di Denominazione d’Origine (ad esempio i vini DOC), designa un
prodotto di qualità, le cui caratteristiche sono direttamente connesse all’ambiente naturale in cui
viene prodotto. Le recenti disposizioni europee, però, prevedono l’ampliamento a tutta l’Europa
dell’ambito di confezionamento di alcuni prodotti tutelati dai marchi Doc e Dop, consentendo, ad
esempio, al Vino Cirò di essere imbottigliato in altre regioni d’Italia. “Tale procedura – afferma
Parentela – potrebbe facilitare il rischio di commercializzazione di prodotti stranieri spacciandoli
come italiani e incorrere, quindi, in casi di contraffazione e di concorrenza sleale. Leggere sulle
etichette che il Vino Cirò è stato imbottigliato in Veneto piuttosto che in altre regioni italiane, crea
nel consumatore maggiore confusione e finisce per agevolare chi agisce nel mercato della
contraffazione nascondendosi dietro le peculiarità di un prodotto tutelato dai marchi di qualità
europei”. Il MoVimento Cinque Stelle da quando è in Parlamento si è battuto strenuamente per
fermare la contraffazione dei prodotti agroalimentari, vera piaga del mercato ortofrutticolo italiano.
L’impegno è dimostrabile attraverso le diverse proposte di legge presentate, come ad esempio la
modifica degli articoli del codice penale e di procedura penale in materia di contraffazione e la
proposta di modificare la normativa in materia di etichettatura. Inoltre, depositando diverse
risoluzioni in commissione, abbiamo chiesto al Governo di impegnarsi alla predisposizione di un
codice unico del vino che raccolga tutta la legislazione in materia vinicola al fine di agevolare gli
operatori del settore tutelando la qualità dei prodotti. Con le stesse finalità abbiamo proposto al
Governo di giungere ad una razionalizzazione degli enti preposti ai controlli per aumentare la loro
efficienza. Ovviamente continueremo a vigilare su questi temi anche attraverso la nostra
partecipazione alla commissione parlamentare d’inchiesta sempre merito alla contraffazione.
“Bisogna tutelare – continua Parentela – quegli imprenditori agricoli che ogni giorno si impegnano
a lavorare rispettando le normative europee volte a tutelare la qualità dei prodotti tipici per
mantenere la concessione dei marchi di qualità, soprattutto relativi alla denominazione di origine.
Il Vino di Cirò ed il caciocavallo silano, possono essere confezionati o in alcuni casi addirittura
prodotti in altre regioni italiane e questo potrebbe creare confusione nei consumatori e
sofisticazioni dei prodotti, incrementando la possibilità di contraffazione e creando una pubblicità
negativa sulla qualità, rendendo vani gli sforzi di quegli imprenditori agricoli che lavorano ogni
giorno per portare alta la bandiera delle nostre produzioni regionali”.
Nell’interrogazione non si chiede un intervento sulle norme contenute nei disciplinari che, nel
regolamentare la produzione, consentono il confezionamento al di fuori dei confini regionali ma,
più semplicemente, si chiedono controlli più stringenti al fine di ridurre i rischi di contraffazione ed
evitare che aumenti il pericolo di concorrenza sleale. “Il nostro scopo – conclude Parentela – è
quello di difendere il più possibile le produzioni di qualità a livello regionale. La Calabria possiede
nelle proprie tradizioni culinarie e nei frutti della terra, una base solida su cui costruire la nostra
economia. Bisogna investire sulle ricchezze del nostro territorio e fare della Calabria un punto di
riferimento sinonimo di qualità dei suoi prodotti agricoli. Deve essere la provenienza il nostro
punto di forza e bisogna concentrare i nostri sforzi per promuovere il consumo di prodotti al 100%
calabresi”. L’interrogazione è stata presentata prestando attenzione alle preoccupazioni espresse
dai produttori calabresi e dalle associazioni di categoria, i quali sostengono che estendere l’ambito
di confezionamento del vino e di altre produzioni tutelate dai marchi d’origine possa compromettere
la qualità dei prodotti.