Pantaleone Mancuso sarà estradato dall’Argentina. Prima però dovrà subire un processo Autorizzato il ritorno in Italia del boss vibonese arrestato mentre cercava di raggiungere il Brasile. Le autorità argentine hanno, però, chiesto di completare il processo già avviato. Era fuggito dopo l'accusa di tentato duplice omicidio
VIBO VALENTIA – La Repubblica dell’Argentina ha accordato la richiesta di estradizione in Italia avanzata dalla Dda di Catanzaro nei confronti di Pantaleone Mancuso, 53 anni, detto “l’Ingegnere”, il boss di Limbadi arrestato nell’agosto scorso mentre tentava di varcare il confine con il Brasile dopo oltre quattro mesi di latitanza.
Le autorità argentine hanno però comunicato ai magistrati inquirenti di Catanzaro che prima dell’estradizione hanno intenzione di processare in Argentina Pantaleone Mancuso, scovato il 29 agosto scorso a bordo di un pullman turistico con un documento argentino di identità falso, ed intestato a tale “Luca De Bortolo”, ed un borsone contenente quasi 100mila euro in contanti.
Pantaleone Mancuso si era reso latitante il 2 aprile scorso poichè inseguito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte del gip distrettuale di Catanzaro, Assunta Maiore, in quanto accusato del duplice tentato omicidio della zia Romana Mancuso e del figlio Giovanni Rizzo, avvenuto il 26 maggio 2008 nel cortile dell’abitazione dei Rizzo-Mancuso, nelle campagne fra Nicotera e Limbadi. Il boss avrebbe voluto punire il cugino Giovanni Rizzo poichè quest’ultimo non avrebbe «tenuto alto il buon nome dei Mancuso», prendendo iniziative sbagliate nei confronti di persone già protette dal clan e che si sarebbero poi lamentate con altri Mancuso.