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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 12 DICEMBRE 2024

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Orizzonti paralleli: Medea al teatro comunale di Cassano

| Il 30, Nov 2012

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Domani alle 21 e domenica alle 18

Orizzonti paralleli: Medea al teatro comunale di Cassano

Domani alle 21 e domenica alle 18

 

 

La Compagnia Lalineasottile ripropone, all’interno del progetto di residenza teatrale “Orizzonti paralleli”, dopo la messa in scena del 1999 e il riallestimento del 2007, “Medea” di Enzo Costabile, scarnificandola e riducendola all’essenzialità.

Una messa in scena tutta incentrata sul delirio del dolore di questa donna e sugli abissi insondabili della sua personalità. E’ la rappresentazione di un incubo, l’incubo della donna esiliata, rinnegata e ripudiata dal proprio marito, autrice consapevole del martirio dei propri figli, e dunque perseguitata dai fantasmi che ella stessa ha prodotto.

La donna simbolo della vendetta si sente vittima ma non l’accetta, vive tutta dei suoi pensieri, dei suoi ricordi incancellabili, che si sovrappongono in una tela fitta e che sembrano riempire l’intero spazio scenico.

Reietta, emarginata, sola, Medea vive – o ricorda, o immagina – gli avvenimenti con estrema lucidità. Ma tutto ruota sopra di lei.

Scriveva Enzo Costabile, giornalista, poeta e drammaturgo scomparso qualche anno fa: “Quello di Medea è un viaggio pensato, sognato e fissato per sempre nello specchio incandescente della memoria che non accetta di rinnegarsi. Della vita che, per non soccombere, cancella il futuro che la esclude con un estremo, inutile, devastante e disperato sussulto. In questa nuova versione del dramma, Medea è il “sogno” di Medea. Il tempo che cerca disperatamente se stesso. La fine inesorabile ma, proprio per questo, impossibile da accettare. Il sogno spietato, fatto ad occhi aperti, scuoiato, scomposto e fatto a brandelli per non perdere uno solo dei suoi sussulti infami. Una Medea che inchioda i suoi pensieri ad uno ad uno sulla pelle. Una Medea che celebra la cerimonia della messa a nudo di tutto ciò che nasconde, nei recessi più inviolabili perché “accecante”. Una Medea che, proprio perciò, paga con la sconfitta della passione ad opera della ragione, sul piano personale, e con la disfatta totale su quello “politico” la rivendicazione del diritto all’identità”.