Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Operazione “Metauros”, il commento della politica La Dda ha fatto luce sul ruolo della 'ndrangheta nella gestione del termovalorizzatore di Gioia Tauro e della depurazione

Operazione “Metauros”, il commento della politica La Dda ha fatto luce sul ruolo della 'ndrangheta nella gestione del termovalorizzatore di Gioia Tauro e della depurazione
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

Dieni: «Fare luce sugli anni di La Valle al Comune»

«L’operazione “Metauros” della Dda di Reggio Calabria getta una luce inquietante sugli anni in cui Rocco La Valle era sindaco di Villa San Giovanni e su quelli successivi». È quanto afferma la deputata del M5S Federica Dieni.
«Per il momento – aggiunge la parlamentare –, si tratta di accuse sulle quali dovranno esprimersi i tribunali della Repubblica; ma le ipotesi di reato sembrano tuttavia sufficienti per avanzare più di una perplessità sul modus operandi di un’amministrazione comunale che, anche dopo la mancata ricandidatura di La Valle, è riuscita a cambiare pelle e a riciclarsi nei mandati successivi, producendo i danni politici, economici e sociali che conosciamo».
«Secondo la Dda – continua Dieni -, i rapporti di La Valle con diversi clan di ‘ndrangheta risalirebbero almeno al 2007, ed è quindi più che lecito sospettare illegittime interferenze nell’attività amministrativa dell’ente comunale. Ci auguriamo che in questi lunghi anni in cui il centrodestra ha guidato la città le cosche siano state messe alla porta e non abbiano fatto affari con commesse e appalti pubblici».
«L’inchiesta dei magistrati reggini, però – conclude la deputata 5 stelle –, ci obbliga a mettere sotto la lente di ingrandimento un lungo periodo amministrativo che, al netto delle possibili ingerenze della ’ndrangheta, ha comunque segnato in modo indelebile il destino di Villa San Giovanni».

PAOLO PARENTELA

«Non possono lasciare inermi le istituzioni, a partire dal governo nazionale e regionale, i fatti ricostruiti nell’inchiesta Metauros dalla Dda di Reggio Calabria, per cui in Calabria i rifiuti erano cosa del clan di ‘ndrangheta Piromalli e i fanghi industriali da smaltire venivano venduti a imprese compiacenti per la trasformazione in fertilizzanti». Lo afferma, in una nota, il deputato M5s Paolo Parentela, che aggiunge: «Ci potrebbero essere conseguenze terribili per l’ambiente e la popolazione, per cui ho subito provveduto a presentare una specifica interrogazione, che si aggiunge a una prima, firmata all’inizio della legislatura insieme ai colleghi parlamentari calabresi del Movimento 5stelle, sul sistema rifiuti della Calabria e sull’impressionante giro di soldi che il governo mandò per l’emergenza ambientale della regione». «Il tema dello smaltimento di rifiuti e scorie – sottolinea il deputato 5stelle – è sempre stato sottovalutato, riguardo alla Calabria. Manca una coscienza del potere, non di rado supino, che non ha saputo accertare fino in fondo, in modo trasparente, i correlati rischi di inquinamento nei territori. Adesso devono attivarsi intanto le Prefetture. Nell’immediato ci aspettiamo iniziative serie e concrete dal presidente della Regione, Mario Oliverio, e dal governo nazionale, che chiamiamo espressamente in causa». «La magistratura – conclude Parentela – sta facendo saltare progetti criminali di gravità inaudita. Le istituzioni politiche devono invece chiarire quanto sia in pericolo l’ambiente e la salute dei calabresi».

ON. CELESTE COSTANTINO (SINISTRA ITALIANA): DA OLTRE UN ANNO CHIEDIAMO DI FARE CHIAREZZA SULLA IAM

Da oltre un anno e mezzo siamo in attesa di una risposta ad una interrogazione rivolta alla Presidenza del Consiglio e ai Ministri dell’Ambiente, della Salute e dell’Interno che chiedeva di fare chiarezza su quanto avveniva all’interno del CdA della I.A.M. (Iniziative Ambientali Meridionali SPA), la cui proprietà è in capo all’Asireg, consorzio per lo sviluppo industriale riconducibile alla Regione Calabria, al centro di indagini per sversamenti illeciti e altamente inquinanti. Non solo non ci è mai stata data nessuna risposta ma oggi veniamo a conoscenza, grazie al lavoro del Procuratore di Reggio Calabria Cafiero De Raho, che la I.A.M. è coinvolta in un giro di tangenti con un interessamento speciale da parte della cosca Piromalli che non solo riscuoteva le tangenti ma collaborava nella trasformazione illegale degli scarti industriali in fertilizzanti, forse per fini agronomici, con conseguente rischio per la salute dei cittadini. La I.A.M. è stata posta sotto sequestro e ancora i Ministri interrogati e la Presidenza del Consiglio non ci hanno dato una risposta, risposta che oggi aspettiamo ancora. E’ necessario che la politica faccia la sua parte senza aspettare che la giustizia la anticipi puntualmente, conclude Costantino. Lo afferma la deputata calabrese di Sinistra Italiana Celeste Costantino.

ARTURO BOVA (PRESIDENTE COMMISSIONE CONTRO LA ‘NDRANGHETA)

L’operazione messa a segno dalla Dda di Reggio Calabria, a cui vanno i complimenti per il lavoro svolto in sinergia con le Forze dell’Ordine, mette in luce, ancora una volta, un tema sul quale ci sarà bisogno di un serrato confronto politico e di un serio raccordo tra le istituzioni. È noto, infatti, che gli interessi dei clan ruotino con particolare attenzione attorno ai grandi interessi economici e fanno del Porto di Gioia Tauro uno dei loro principali snodi logistici. Appare, dunque, evidente che la nascita della Zona Economica Speciale nel porto di Gioia Tauro sarà sicuramente interpretata dalle cosche come una grande opportunità per un ulteriore tentativo di illecito arricchimento a scapito delle imprese sane e dell’economia calabrese tutta. La Zes, quindi, da grande opportunità per tutta la Calabria, senza un’attenzione particolare al tema dell’infiltrazione criminale nel tessuto economico calabrese, rischia di tramutarsi in una potentissima arma in mano alla ‘ndrangheta. Nel ribadire i complimenti alle forze dell’ordine e ai magistrati per l’operazione odierna, sottolineo ancora una volta la necessità di un serio confronto tra le istituzioni, con la politica che si faccia promotrice di azioni normative efficaci. In questo quadro risulta fondamentale la collaborazione tra la politica e il mondo delle associazioni di categoria e quello delle associazioni antimafia, la cui esperienza può essere fonte di spunti normativi di particolare rilievo. Solo così possono nascere strumenti realmente utilizzabili dalle amministrazioni locali e dagli imprenditori. Solo con questo approccio possiamo far sì che la Zes diventi il vero trampolino di lancio per l’economia calabrese, estromettendo dalla partita la criminalità organizzata, tanto quella armata quanto quella dei colletti bianchi.