Operazione “Eyphemos”, assolto l’ingegnere Domenico Luppino Il Tribunale ha condiviso le tesi difensive degli avv.ti Andrea Alvaro e Luigi Luppino per l'assoluzione perché il fatto non sussiste
Il Tribunale di Palmi (Pres. Bandiera, a latere Manfredonia e Iazzetti), all’esito di una lunga camera di consiglio, ha assolto dall’accusa di partecipazione ad associazione mafiosa l’ing. Domenico Luppino, già responsabile dell’Area appalti del Comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte, difeso dagli avvocati Andrea Alvaro e Luigi Luppino.
Dopo tre anni di custodia cautelare inframuraria si sono aperte le porte del carcere per il tecnico comunale, al quale si contestava di aver fatto parte del locale di ‘ndrangheta di Sant’Eufemia d’Aspromonte con il ruolo di referente istituzionale nel settore degli appalti indetti dall’Ente.
L’operazione Eyphemos è stata curata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di P.S. di Palmi, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo, ed aveva portato all’arresto di 65 persone, di cui 53 in carcere e 12 agli arresti domiciliari. In carcere era stato condotto anche il Luppino, professatosi da subito innocente già nel corso del suo interrogatorio di garanzia.
Nel corso della lunga e complessa istruttoria dibattimentale, durata due anni e sviluppatasi in ben ottanta udienze, gli avvocati Alvaro e Luppino hanno dimostrato la piena infondatezza dell’imputazione associativa, riuscendo a contestare, sia attraverso la prova orale che quella documentale, il ruolo di referente della cosca all’interno dell’ente e di sodale della locale associazione mafiosa.
In sede di requisitoria il Pubblico Ministero aveva richiesto la condanna dell’ingegnere a 15 anni di reclusione.
I difensori, nella loro appassionata ed intensa arringa, hanno riassunto e valorizzato tutti gli elementi probatori offerti dall’istruttoria dibattimentale, prospettando al Giudice collegiale una lettura assolutoria delle emergenze processuali.
Il Tribunale, condividendo le tesi difensive, ha assolto l’imputato con la formula «perché il fatto non sussiste».
«La sentenza pronunciata dal Tribunale di Palmi rinnova, con vigore, la fiducia dei cittadini nella Giustizia, aiuta le persone innocenti coinvolte in procedimenti penali a confidare nel buon esito del giudizio e motiva i difensori nella loro quotidiana attività tesa a far valere le ragioni dei loro assistiti», hanno commentato gli avvocati Alvaro e Luppino.