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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 28 MARZO 2024

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‘Ndrangheta, Operazione dei Ros in Calabria, 11 custodie cautelari in carcere. I Particolari L’operazione costituisce prosecuzione dell’indagine “Rinascita-Scott” che oltre a fornire ulteriore conferma dell’unitarietà della ‘ndrangheta, nella comunanza delle regole e nel riconoscimento dell’autorità del Crimine di Polsi

‘Ndrangheta, Operazione dei Ros in Calabria, 11 custodie cautelari in carcere. I Particolari L’operazione costituisce prosecuzione dell’indagine “Rinascita-Scott” che oltre a fornire ulteriore conferma dell’unitarietà della ‘ndrangheta,  nella comunanza delle regole e nel riconoscimento dell’autorità del Crimine di Polsi

Il 25 gennaio, il ROS, con il supporto in fase esecutiva del Comando Provinciale Carabinieri di Vibo
Valentia, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Catanzaro, su
richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, a carico di 11 indagati1 a vario
titolo per associazione di tipo mafioso (imputazione riguardante 4 soggetti), riciclaggio internazionale,
trasferimento fraudolento di valori, truffa internazionale e altri reati, alcuni dei quali aggravati ex art. 416
bis 1 C.P.
L’indagine – sviluppata in un articolato contesto di cooperazione internazionale di polizia e giudiziaria con
autorità ungheresi, cipriote, francesi, danesi e britanniche e giudiziaria con il coordinamento di Eurojust –
si è avvalsa inoltre della collaborazione dell’Unità di informazione finanziaria (UIF) della Banca d’Italia e
del supporto finanziario dal progetto @ON.
L’operazione costituisce prosecuzione dell’indagine RINASCITA-SCOTT, eseguita il 19.12.2019 dal ROS
che – oltre a fornire ulteriore conferma dell’unitarietà della ‘ndrangheta, al cui interno le articolazioni
territoriali (locali/‘ndrine) godono di un’ampia autonomia operativa, seppur nella comunanza delle regole
e nel riconoscimento dell’autorità del Crimine di Polsi (RC) – aveva consentito di ricostruire gli assetti della
‘ndrangheta presenti nel vibonese, attingendo 334 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, per
associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio,
detenzione di armi, traffico di stupefacenti, truffe, turbativa d’asta, traffico di influenze e corruzione.
L’odierna indagine – corroborata da intercettazioni e propalazioni di diversi collaboratori di giustizia – ha
documentato l’appartenenza all’articolazione territoriale di ‘ndrangheta attiva su Sant’Onofrio (VV) di
quattro soggetti uno dei quali, per agevolare le attività di riciclaggio in favore della cosca, ha costituito una
serie di società di diritto italiano, ungherese e cipriota, fittiziamente intestate a terzi soggetti. In tale contesto è stato colpito da Mandato d’Arresto Europeo un avvocato ungherese risultato intestatario del 50% delle
quote societarie di una delle predette società.
Sono state anche ricostruire le dinamiche sottese ad una truffa, consumata nel 2017 dall’articolazione
mafiosa, a danno di investitori omaniti che hanno versato la somma di 1 milione di € dietro la promessa di
ottenere il 30% delle quote di una società cui era riconducibile un compendio immobiliare in Budapest.
È stato eseguito un sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni e società per un valore di circa 3
milioni di €2.
L’esecuzione del mandato d’arresto europeo è stata garantita dal supporto della Direzione Centrale della
Polizia Criminale – Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (progetto Ican), mentre il
sequestro delle società e dei conti localizzati in Ungheria è coordinato da Eurojust e, nell’ambito del
reciproco riconoscimento dei provvedimenti reali, si tradurrà in un congelamento di beni.
Gli indagati sono da considerarsi non colpevoli fino a sentenza di condanna divenuta irrevocabile.