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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Omicidio Scaramozzino, 2 condanne e una assoluzione. Agli assassini 28 anni di carcere

Omicidio Scaramozzino, 2 condanne e una assoluzione. Agli assassini 28 anni di carcere

Placido Scaramozzino fu ucciso il 28 settembre 1993 secondo il racconto dei collaboratori di giustizia. Altamura e Taverniti avrebbero ferito con una zappa il parrucchiere di Acquaro seppellendolo poi mentre era ancora vivo nei boschi di Ariola. Oggi, a distanza di 20 anni arriva la sentenza di primo grado che riconosce la responsabilità dei due

Omicidio Scaramozzino, 2 condanne e una assoluzione. Agli assassini 28 anni di carcere

Placido Scaramozzino fu ucciso il 28 settembre 1993 secondo il racconto dei collaboratori di giustizia. Altamura e Taverniti avrebbero ferito con una zappa il parrucchiere di Acquaro seppellendolo poi mentre era ancora vivo nei boschi di Ariola. Oggi, a distanza di 20 anni arriva la sentenza di primo grado che riconosce la responsabilità dei due

 

 

CATANZARO – Un’assoluzione, per Antonio Gallace, e due condanne a 28 anni di reclusione per Antonio Altamura e Vincenzo Taverniti entrambi riconosciuti colpevoli di omicidio e assolti dal reato di occultamento di cadavere perché nel frattempo tale reato si è prescritto. Questa la sentenza della Corte d’Assise di Catanzaro nei confronti di tre persone del Vibonese ritenute dagli inquirenti responsabili a vario titolo dell’omicidio di Placido Scaramozzino, parrucchiere di Acquaro ucciso il 28 settembre 1993 ed il cui corpo non è mai stato ritrovato. Per il reato di omicidio, la pena di 28 anni di reclusione a testa è stata inflitta a: Antonio Altamura, 66 anni, ritenuto dagli inquirenti a capo del “locale di ‘ndrangheta” di Ariola, frazione di Gerocarne; ed a Vincenzo Taverniti, 53 anni, alias “Cenzo d’Ariola”, originario di Ariola ma residente a Stilo, in provincia di Reggio Calabria. Sia Altamura che Taverniti sono stati però assolti dall’accusa di occultamento di cadavere. Assolto, invece, da tutte le accuse Antonio Gallace, 47 anni, anche lui di Ariola. Per tutti gli imputati l’accusa aveva chiesto la pena dell’ergastolo. Secondo la Dda di Catanzaro, Placido Scaramozzino avrebbe pagato con la vita una presunta vicinanza alla “famiglia” Maiolo di Acquaro, in provincia di Vibo, all’epoca avversaria della ‘ndrina di Ariola. La ricostruzione del delitto è stata possibile grazie ai collaboratori di giustizia Enzo Taverniti, ominimo dell’imputato, e Francesco Loielo, entrambi di Gerocarne. La vittima sarebbe stata ferita a colpi di zappa e quindi seppellita ancora viva fra i boschi di Ariola.