Omicidio Pioli: arrestato il latitante Francesco Napoli L'uomo, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Fabrizio Pioli, è stato arrestato stamattina all'interno di un appartemento di Vibo Valentia - GUARDA IL SERVIZIO
I militari della Guardia di Finanza di Vibo Valentia e Reggio Calabria hanno tratto in arresto, questa mattina, intorno alle 11.30, uno dei responsabili dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere di Fabrizio Pioli.
L’attività investigativa dei Carabinieri di Meliccucco e della Compagnia di Gioia Tauro ha portato le forze dell’ordine fino a Vibo Valentia, nel quartiere “Cancello Rosso”, dove Francesco Napoli, 35 anni, si rifugiava da alcuni giorni all’interno di un appartamento.
Napoli, condannato all’ergastolo assieme allo zio Antonio, si era reso irreperibile due giorni dopo la sentenza emessa dalla corte d’assise di palmi il 25 luglio dello scorso anno. I carabinieri andarono a notificargli l’ordine di carcerazione nella sua abitazione di Melicucco, nel Reggino, ma non lo trovarono. Si era dato alla macchia all’esito del procedimento giudiziario che lo aveva visto alla sbarra assieme allo zio, alla zia Rosina Napoli, al cugino Domenico Napoli e al presunto fiancheggiatore Domenico Galatà. Il processo di primo grado ha fatto luce su uno dei fatti di sangue più efferati della storia calabrese recente, che aveva guadagnato la ribalta anche sui media nazionali per via della collaborazione offerta alle autorità da Simona Napoli, cugina del latitante arrestato oggi. La Napoli, legata a Pioli da un legame sentimentale per lei extraconiugale, non aveva esitato a denunciare ai carabinieri – nel febbraio del 2012 – la scomparsa del giovane elettrauto di Gioia Tauro e i timori che i suoi famigliari avessero agito contro di lui per difendere l’onore. Paure e dubbi che si rivelarono esatti, perché il corpo di Pioli fu ritrovato un anno dopo carbonizzato nelle campagne della Piana di Gioia Tauro e a portare gli investigatori sul luogo dove il cadavere era stato occultato fu proprio Antonio Napoli, il padre della ragazza che si era consegnato ai carabinieri dopo un lungo periodo di latitanza. Da qui il processo e le condanne all’ergastolo per zio e nipote, accompagnate a quella per il fratello di Simona Napoli, Domenico, a 18 anni e all’assoluzione della mamma e del presunto fiancheggiatore.