Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), DOMENICA 15 DICEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Omicidio Battaglia, la riflessione del sociologo Petullà

Omicidio Battaglia, la riflessione del sociologo Petullà

| Il 18, Feb 2011

“In questo drammatico contesto, la dichiarazione e la regolamentazione del lutto cittadino, per la cui richiesta si è resa sollecita promotrice la testata giornalistica “Approdonews”, rappresentano un gesto non solo nobile e dovuto, ma anche dall’indubbio e fondamentale impatto socio-culturale”

Omicidio Battaglia, la riflessione del sociologo Petullà

“In questo drammatico contesto, la dichiarazione e la regolamentazione del lutto cittadino, per la cui richiesta si è resa sollecita promotrice la testata giornalistica “Approdonews”, rappresentano un gesto non solo nobile e dovuto, ma anche dall’indubbio e fondamentale impatto socio-culturale”

 

“Esprimo, innanzitutto, i sentimenti di piena vicinanza alla famiglia di Antonio”, scrive il sociologo Mimmo Petullà in una nota. “La sconcertante conclusione, di questa drammatica vicenda, getta la comunità in un ulteriore sconforto, diffondendo all’interno di essa sentimenti di sfiducia e di disorientamento. In questo drammatico contesto, la dichiarazione e la regolamentazione del lutto cittadino, per la cui richiesta si è resa sollecita promotrice la testata giornalistica “Approdonews”, rappresentano un gesto non solo nobile e dovuto, ma anche dall’indubbio e fondamentale impatto socio – culturale. La decisione – opportunamente recepita e decretata dalla terna commissariale – si propone come un momento di massima coesione cittadina, il quale potrebbe tradursi in un tentativo di uscire dall’attuale frammentazione sociale, provocata dall’irruzione del tragico evento. Il pubblico e luttuoso evento, allo stesso tempo, contribuisce a incoraggiare un serio processo di condivisa elaborazione – al quale tutti, nessuno escluso, possono parteciparvi – da cui è auspicabile scaturisca la costruzione di una vera e propria coscienza collettiva: certamente da preferire, quest’ultima, al rischio – per niente lontano – di rimanere inchiodati nel pantano delle individuali ed emozionali reazioni. Non finisce qui. Se non altro in prospettiva, la decisione di promuovere il lutto cittadino, potrebbe finanche aiutare a determinare un senso dell’azione politica, perché essa sia capace di rivitalizzare – molto di più rispetto al passato – la progettazione democratica di eventuali proposte, volte alla realizzazione di un nuovo modello di cittadinanza condivisa. L’obiettivo, più precisamente, si lascia individuare nella messa in atto di strategie mirate di condotta, che, nella delicata questione della condizione dei giovani, trovano il loro fondamento. Vi è da aggiungere, a questo proposito, che, quando si affronta tale gravosa argomentazione, il rischio è quello di eccedere, assolutizzando la responsabilità delle famiglie. Certo, non si dice nulla di nuovo quando si sostiene – a ragione – che esse rappresentino la prima e più rilevante dimensione, per lo sviluppo e l’educazione degli adolescenti. Quanto detto, tuttavia, invita a essere prudenti nello stilare diagnosi risolutive, come pure a stabilire facili nessi causa – effetto. Al contrario, di fronte  al cosiddetto disagio giovanile, sembra rendersi opportuno parlare di concause, che anche nel contesto ambientale trovano un sempre più ampio e più fecondo terreno: al punto da far affiorare una sorta d’incessante e condizionante reciprocità tra la precarietà personale e quella sociale. La famiglia, difatti, potrebbe dare molto di più, se ci fosse la possibilità di renderla co – protagonista, nell’ambito dell’insostituibile funzione delle cosiddette agenzie educative. I più piccoli, dal canto loro, potrebbero sentirsi maggiormente coinvolti, se l’insieme dei saperi, di cui sono destinatari, fossero meno frammentari, più vicini ai loro mondi vitali – fino a compenetrare l’universo dei loro affetti – e, in modo particolare, meno estranei alla quotidianità della complessa realtà di provenienza: di cui oggi si ha un’enorme difficoltà a darne una critica lettura. A ben vedere, anche una più ricercata interazione con la scuola, potrebbe produrre e sostenere modelli culturali, che aiutino a prevenire certi comportamenti. In ogni caso, rimane all’istituzione scolastica una delle sfide più delicate: ridurre le disuguaglianze, provocate dalle appartenenze sociali – di qualunque natura esse fossero – nelle opportunità d’istruzione. Una problematica piuttosto seria questa, la cui sottovalutazione si traduce nella minore capacità di consentire la partecipazione alla vita sociale e culturale. Si tratta di un processo lungo e delicato, il quale richiede – senza ombra di dubbio – la dovuta collaborazione delle altre agenzie di socializzazione. D’altra parte, proprio per questo motivo, si è già avuto modo di proporre un patto solidale di corresponsabilità per Taurianova, che si avvantaggi di una stretta e sistematica interazione fra tutte le agenzie educative, ispirate agli autentici e condivisi valori umani”.

redazione@approdonews.it