Ombre sulla morte del Pm Bisceglia, interrogazione cofirmata da Molinari "Se esiste anche solo un dubbio sulla natura dell'incidente, si deve pretendere un'inchiesta accurata. Lo Stato deve garantire l'intangibilità di chi è impegnato in indagini delicate"
COSENZA – Non è permesso rimanere indifferenti davanti alla recente, tragica scomparsa di Federico Bisceglia, magistrato rimasto vittima di un incidente stradale lo scorso 28 febbraio, quando era alla guida della sua auto sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Il P.M. era famoso per il suo impegno nella lotta alle ecomafie nella Terra dei Fuochi e ai rifiuti tossici che confluivano nel mare di Capri, indagini assai delicate.
La lotta alla criminalità perde un alleato molto importante, un duro colpo per quel manipolo di uomini in prima linea nella lotta per il rispetto della legge. Questa fine tragica rende ora più che mai impellente il dovere di impegnarsi affinché il lavoro del giudice non vada perduto; doppiamente impellente, se si aggiungono i molti dubbi sulla dinamica dell’incidente.
Sono molte le circostanze che sembrano confutare la morte accidentale di Bisceglia, dettagli – riportati da “La Provincia di Cosenza” – che dovrebbero spingere ad accurate indagini gli inquirenti di Castrovillari (CS), competenti per territorio. La ricostruzione dei fatti operata dal giornalista, che sembrerebbe paventare la disgrazia come un sospetto omicidio, richiede che venga fugato ogni dubbio sulla natura dolosa della scomparsa, con indagini minuziose e dettagliate.
A motivo di ciò, ho senz’altro dato la mia adesione all’interrogazione – n.4-03604 – al Governo del Senatore Pepe – impegnato nella Commissione Ecomafie – al fine di sapere se le necessarie indagini investigative e giudiziarie stiano procedendo speditamente all’accertamento delle modalità del sinistro. Il rispetto verso Bisceglia e il suo lavoro non deve far dimenticare quello verso il lavoro che i suoi colleghi portano avanti con altrettanto coraggio e passione. Il miglior modo di onorare la sua memoria deve essere quello di pretendere che lo Stato tenga indenni tutti gli altri giudici impegnati in indagini altrettanto delicate (e, in Calabria, ad esempio, penso al P.M. Bruni), indagini che spesso mettono in evidenza zone d’ombra tra le mafie e le istituzioni.
Avv. Francesco Molinari
Libero cittadino eletto al Senato
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Pepe, Molinari, Simeoni De Pin – Ministri dell’Interno, della Giustizia e delle Infrastruttture e dei Trasporti
Premesso che:
il 28 febbraio 2015 moriva in un presunto incidente stradale, tra le ore 23,30 e le 23,45, al chilometro 205,700 della carreggiata sud dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria (si veda il comunicato dell’Anas), il pubblico ministero dottor Federico Bisceglia, magistrato che svolgeva indagini delicate sulle attività criminose delle ecomafie;
in data 9 marzo, un articolo del quotidiano “La Provincia di Cosenza”, dall’eloquente titolo “Il giudice Bisceglia è stato eliminato”, ha diffuso notizie tendenti a ricostruire una dinamica inquietante dell’incidente mortale, che invita piuttosto ad ascriverlo come sospetto omicidio;
da attendibili testimonianze oculari, il giornalista estensore dell’articolo rivela che, nei pressi del viadotto di San Leonardo (chilometri 195 della carreggiata nord dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria) alle ore 21 del 28 febbraio, cioè 2 ore e mezza prima dell’incidente in cui sarebbe incorso il magistrato, ci sarebbe stato un grave incidente stradale, con contorno di auto della Polizia, Vigili del fuoco e 118: incidente del quale non si ha riscontro;
considerato che:
alle ore 9,46 di domenica 1° marzo dalle colonne del quotidiano “il Mattino”, esce il titolo:
“Tragico incidente in autostrada: muore Bisceglia, il pm che indagava sul caso Fortuna e sui reati ambientali. Auto fuori strada, volo di 30 metri. Ferita nello schianto una seconda persona”;
un incidente stradale che coinvolge un magistrato di tale rilievo vede un primo comunicato
stampa 11 ore dopo, ad opera dell’agenzia Adnkronos, che solo alle ore 10,57 del 1° marzo pubblica il comunicato dell’Anas, il cui contenuto è assolutamente diverso da quello riportato dal quotidiano;
lo stato dei luoghi dell’incidente, che ha comportato la chiusura per 5 ore del tratto autostradale interessato, sembra a giudizio degli interroganti contraddire meccanica e modalità di svolgimento dello stesso;
dai testacoda che sono costati la vita al magistrato è uscito miracolosamente indenne il passeggero (una dottoressa, amica del magistrato): un esito non diverso da quello diversamente descritto da “il Mattino”, che parla di un volo di 30 metri da un cavalcavia, per quanto più inverosimile;
considerato, inoltre, che il magistrato risulterebbe partito da una non meglio specificata località della Toscana, per poi deviare durante il tragitto in direzione dell’agro nocerino, per prelevare la dottoressa e dirigersi verso Botricello, per far visita ai propri familiari e, durante il viaggio, già nell’autostrada A3, ad una decina di chilometri da dove avrebbe trovato la morte (verosimilmente l’autogrill, o un’area di sosta nei suoi pressi), i 2 avrebbero fatto una sosta (così rendendo meno plausibile come motivo dell’incidente il colpo di sonno),
si chiede di sapere:
se ai Ministri in indirizzo risulti che il pubblico ministero fosse sottoposto a regime di protezione, data la delicatezza delle indagini da lui condotte ovvero, in caso negativo, per quale motivo non lo fosse, perlomeno in questa circostanza;
se risultino le circostanze descritte (ingressi nei caselli autostradali, soste nelle aree di servizio ed altre eventuali) assistite da prove (video, fotografiche o radio) utili a tracciare gli spostamenti del magistrato;
se risulti che le necessarie indagini investigative e giudiziarie stiano procedendo speditamente all’accertamento delle modalità dell’incidente, al di là del generico comunicato dell’Anas sul caso.