“Oliverio falsario e doppiogiochista politico” Nesci sui ricorsi dei Comuni al decreto commissariale sulla rete dell'assistenza
«I controricorsi presentati dalla Regione Calabria in seguito alle impugnazioni dei Comuni del decreto commissariale sulla rete dell’assistenza sono la riprova, al di là delle inutili toppe dell’Avvocatura regionale, che sulla sanità il governatore Mario Oliverio è un falsario e un doppiogiochista politico». Lo dichiara la deputata M5s Dalila Nesci, che aggiunge: «L’avevamo già denunciato per la scelta di appoggiare la riforma costituzionale, nonché per l’immobilismo sul mantenimento da pascià del revisore contabile Kpmg e sugli abusi e torti della struttura commissariale, rispetto a cui Oliverio aveva inveito soltanto con la bocca, senza reagire con un atto di competenza». «Adesso – attacca la deputata 5 stelle – il quadro è chiarissimo e drammatico. Per mantenere la poltrona di presidente o per restare ancora a galla dopo il probabile annullamento, a ottobre, delle ultime elezioni regionali da parte della Corte costituzionale, Oliverio sostiene il governo Renzi per la qualunque, fottendosene del mandato ricevuto dai cittadini». «Del resto – rincara la parlamentare – Oliverio lo conosciamo bene. È lo stesso camaleonte che per convenienza passò con l’area governista dopo la scissione del Pci, che da marxista indossò i panni del chierichetto e che rinnegò Nicola Adamo per poi riabbracciarlo in nome del potere». «L’ambiguità di Oliverio – incalza la parlamentare M5s – è particolarmente evidente a partire dalla sua San Giovanni in Fiore. Lì il sindaco ricorse proprio all’ultimo contro il decreto Scura-Urbani sugli ospedali della Calabria, soltanto perché umiliato e obbligato dalla società civile. Bene, Oliverio ha chiesto il rigetto, tra gli altri, del ricorso presentato dal Comune di cui è originario. Si tratta di una contraddizione enorme, che non può essere smentita con la favola del sostegno dell’Avvocatura regionale». «La Calabria – conclude Nesci – non ha bisogno di questi vecchi bari della politica, che dicono una cosa e ne fanno un’altra, che da una vita occupano i posti di comando perché hanno sempre recitato, profittando dell’indifferenza e della disinformazione generale».