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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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Ogni anno uccisi in casa almeno 30.000 cani

Ogni anno uccisi in casa almeno 30.000 cani

Il fenomeno, stando ai dati diffusi da Aidaa, è localizzato da Nord a Sud, soprattutto nelle zone rurali e agricole

Ogni anno uccisi in casa almeno 30.000 cani

Il fenomeno, stando ai dati diffusi da Aidaa, è localizzato da Nord a Sud, soprattutto nelle zone rurali e agricole

 

 

30.000 cani uccisi dai loro stessi padroni perché ritenuti “indesiderati” , molti dei quali esemplari appartenenti a “cucciolate”. I dati sono stati diffusi da AIDAA, Associazione italiana difesa animali e ambiente, che denuncia come non solo l’abbandono e l’avvelenamento mettano a rischio la salute di questi animali, questi sono i dati relativi al 2011.

Dei molti casi di maltrattamento che tutti i giorni vedono protagonisti i cani e altri animali domestici, ben oltre il 40% sembrano fare riferimento agli stessi padroni. Il fenomeno è diffuso soprattutto nel Centro e Sud Italia, ma anche al Nord nelle regioni Veneto, Lombardia (nella zona est rappresentata dalla provincia di Brescia) e in Emilia. Le aree con i valori più alti di violenza sugli animali domestici sono quelle rurali e agricole, maggiormente dedite alla pastorizia e alla caccia.

Pastorizia e caccia sono il motivo per cui un numero così alto di cani ogni anno viene abbattuto o lasciato morire. Un cane da pastore malato o semplicemente troppo vecchio per assolvere al proprio compito “abituale” viene trattato come un oggetto, abbandonato o lasciato morire perché non più utile.

Discorso simile, se possibile ancor più crudele, quello fatto da alcuni cacciatori. Sono cuccioli l’80% dei cani che subiscono queste violenze da parte dei loro padroni, che non li giudicano “idonei” all’attività di caccia e per questo motivo li sopprimono secondo i dati diffusi dalle stesse associazione venatorie negli ultimi 3 anni sono stati 7.500 i cani uccisi a fucilate dai loro stessi padroni. Altra ragione per un numero così alto di maltrattamenti è l’importazione illegale dall’estero, che vede spesso coinvolti animali già malati, destinati alla soppressione qualora non venissero venduti.