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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Nuovo appello dei vincitori del concorso a dirigente scolastico della Calabria

nofotoAl Presidente della Regione Calabria e all’Assessore Regionale Caligiuri e al Direttore Regionale dell’U.S.R. Calabria

Nuovo appello dei vincitori del concorso a dirigente scolastico della Calabria

Al Presidente della Regione Calabria e all’Assessore Regionale Caligiuri e al Direttore Regionale dell’U.S.R. Calabria

 

 

 

Con la lettera aperta del 20 settembre 2012, il comitato dei vincitori del

concorso a Dirigente Scolastico della Regione Calabria aveva ricostruito e

chiarito, rispettando la cronologia degli eventi, l’impatto negativo delle

disposizioni contenute sia nella legge n. 111/2011 (art. 19 comma 4 e 5) di

conversione del D.L. n. 98/2011, sia nelle successive disposizioni della

legge n. 183/2011 di stabilità per il 2012.

Si ritiene pertanto superfluo ritornare sui punti esaustivamente esposti

nella sopra citata comunicazione, ad eccezione di alcuni importanti

chiarimenti.

E’ utile infatti evidenziare meglio che la pubblicazione del D.L n.

98/2011, datata 6 luglio,precede, sia pure di poco, quella del bando di

concorso per il reclutamento di Dirigenti Scolastici indetto ai sensi del

D.D.G. 13 luglio 2011, pubblicato sulla G.U. n. 56 del 15 luglio 2011.

In data 13 luglio quindi gli “addetti ai lavori” avevano già contezza dei

“nuovi” parametri di dimensionamento della rete scolastica e pertanto la

stima dei 108 posti messi a bando per la Regione Calabria aveva (certamente

non con precisione millimetrica, trattandosi appunto di una

previsione-proiezione) tenuto ponderatamente conto dell’impatto dei nuovi

criteri dimensionali.

Eppure, i 108 posti – come già evidenziato nella precedente lettera aperta

– sembrano essere letteralmente e completamente “evaporati” ad inizio

dell’anno scolastico 2011/2012. E questo con gli effetti già ampiamente

evidenziati sia in termini di garanzia effettiva del diritto costituzionale

allo studio (oggi, più correttamente, in epoca di autonomia “diritto al

successo formativo”) sia di chance occupazionali qualificate e strategiche

in una regione “povera” anche culturalmente (che proprio alla

risorsa-scuola dovrebbe affidare “in primis” il compito del riscatto e

della qualificazione culturale e formativa delle nuove generazioni) sia di

presidio della legalità in ambiti diffusamente contaminati da culture

deviate e devianti.

Troppo spesso, nell’articolato mondo della scuola – e non solo – la logica

della frammentazione degli interessi ha portato a contrapposizioni

disgreganti. Le attuali richieste dei vincitori del concorso, svincolandosi

da questa ratio, intendono invece puntare i riflettori su interessi sociali

più ampi, che privilegiano anzitutto la garanzia dei diritti dello studente

e delle famiglie, ampiamente riconosciuti dal nostro ordinamento, anche se

talvolta tutelati solo in astratto.

Abbiamo continuato a seguire, pertanto, con vivo interesse tutte le notizie

che gravitano intorno al pianeta-scuola, in particolare: il recente

incontro sul dimensionamento scolastico dell’Assessore regionale On.

Caligiuri con gli assessori alla P.I. delle province calabresi e, sempre

sullo stesso tema, il comunicato della DIR-PRESIDI-SCUOLA del 30 settembre

2012, sul nuovo dimensionamento scolastico nella Regione Puglia.

Dalla lettura di tali documenti si evidenzia che:

il dialogo istituzionale avviato nella Regione Calabria si propone di

aggiornare le linee guida regionali e, in particolare, di definire il

numero massimo degli alunni per scuola, da porre alla base del

dimensionamento scolastico, mentre dalla Conferenza Stato-Regioni si

determinerà il numero delle dirigenze assegnate alla Calabria;

i lavori avviati nella Regione Puglia, a seguito delle indicazioni della

Conferenza Stato-Regioni, puntano al completo recupero delle istituzioni

sottodimensionate e quindi prive, al momento ,sia di dirigente scolastico

sia di direttore dei servizi generali e amministrativi.

In attesa di conoscere i parametri e gli orientamenti del nuovo

dimensionamento scolastico per la Regione Calabria, abbiamo cercato di

comprendere meglio quali dinamiche incidano (concretamente) sulla

razionalizzazione della rete scolastica, a partire dalla dialettica

Stato-Regioni.

Proprio questo punto sembra essere più di tutti gli altri lo snodo critico

su cui concentrare la nostra attenzione.

Dalla lettura della sentenza n. 147/2012 della Corte Costituzionale si

evince con chiarezza che:

– i parametri del dimensionamento scolastico (limiti ottimali per il

riconoscimento dell’autonomia e decurtazioni in deroga) sono di competenza

regionale;

– i parametri per la definizione degli organici (nello specifico numero

delle dirigenze assegnate alle diverse regioni) sono di competenza statale.

L’intreccio di competenze evidenziato dovrebbe, evidentemente, privilegiare

la prioritaria esigenza (locale) di “adattare” e “ottimizzare”

funzionalmente la rete scolastica alle oggettive e comprovate esigenze:

orografiche, culturali, linguistiche, sociali, del territorio, ovviamente

nei limiti in cui ciò è previsto e tutelato dalla vigente legislazione e

nella logica di deroghe concesse anche “per compensazione numerica” tra

diversi istituti.

La dialettica Stato – Regioni dovrebbe dunque, a nostro giudizio, seguire

la dinamica che dal dimensionamento provinciale e regionale approda alla

conseguente individuazione delle dirigenze, nella logica (ex lege)

dell’endiadi autonomia-dirigenza scolastica.

Un’opposta logica consequenziale, dettata da pure esigenze di contenimento

della spesa pubblica, porterebbe a mutilare (e in modo sostanziale) proprio

quell’autonomia nella governance locale che il Titolo V della Costituzione

intende promuovere e garantire.

Se, infatti, fosse in primis lo Stato ad assegnare (“calare dall’alto”) il

contingente organico dei dirigenti scolastici alle Regioni, con ratio

unilaterale, e se la politica scolastica di queste ultime fosse costretta

ad “appiattirsi” sulla logica delle risorse disponibili, l’intero impianto

delle garanzie costituzionali potrebbe collassare. Il condizionale è

(purtroppo, nel nostro caso) un puro esercizio di ortodossia grammaticale,

poiché l’attuale sofferenza dell’intera scuola calabrese è il frutto di un

dialogo Stato-Regioni che fatica a trovare occasioni di armonico raccordo e

di funzionale equilibrio tra esigenze diverse, nonché di condivisa

individuazione delle legittime priorità.

Le 88 istituzioni scolastiche calabresi affidate alla reggenza di dirigenti

scolastici, già impegnati nella gestione di altri istituti autonomi, in

tempi in cui la scure della spending-review elimina anche la figura del

docente vicario, oggi semplicemente “collaboratore” del dirigente, sembrano

essere il risultato di una politica di “livellamento” dei bisogni

istituzionali e locali alle esigenze statali di contenimento della spesa

pubblica che, di fatto, pregiudicano i diritti costituzionalmente tutelati.

L’attuale forte disagio del 22% delle scuole calabresi potrebbe ripetersi,

in astratto, anche nei futuri anni scolastici, se non cambia la politica di

gestione del settore scolastico e se Stato e Regioni non recuperano una

diversa modalità di confronto e di dialogo, più sensibile alla prospettiva

dell’immateriale e irrinunciabile “capitale umano” che del puro “risparmio

economico”.

Come vincitori di un concorso altamente selettivo e come futuri dirigenti

sentiamo dunque il dovere di impegnarci, fino in fondo, in un compito che

non punta soltanto a recuperare nei tempi necessari i posti messi a bando.

L’intento più alto è quello di ridare ossigeno al diritto costituzionale

allo studio, particolarmente in ambiti territoriali, come quello calabrese,

in cui il valore aggiunto dell’istruzione può fare concretamente la

differenza tra una vita sprecata nel vortice distruttivo dell’illegalità o

ai margini della società produttiva e la valorizzazione della persona,

finalizzata al benessere individuale e sociale.

Per questi motivi, chiediamo all’Assessore alla Cultura, Istruzione e

Ricerca della Regione Calabria, On. Prof. Mario Caligiuri e agli Assessori

delle cinque Province calabresi di adoperarsi fattivamente, per quanto di

loro competenza nel:

– favorire il recupero di autonomie e dirigenze, ipotizzando

accorpamenti non solo in verticale ma anche in orizzontale, direzione in

cui opera già la Regione Puglia;

– superare le criticità del dimensionamento, nel passaggio tra organici

di diritto e di fatto, operando ad esempio compensazioni tra le flessioni

dei singoli istituti e prevedendo un’adeguata fascia di tolleranza per le

contrazioni;

– prevedere, oltre al limite minimo, anche un limite massimo di alunni,

oltre al quale non è più assicurata (di fatto) la qualità del servizio,

tenendo anche in debita considerazione le criticità rappresentate dalla

mancanza sia di un middle-managment, stabilmente assegnato all’istituzione

scolastica, sia di un docente vicario;

– rendere effettivo il diritto all’assunzione dei 98 vincitori del

concorso a dirigente scolastico nella Regione Calabria, assicurando,

nell’anno in corso, l’espletamento delle residue attività di formazione, al

fine di consentire un più razionale utilizzo delle competenze professionali

acquisite;

– assicurare la validità della graduatoria di merito per l’arco di tempo

necessario ad assicurare l’immissione in ruolo di tutti i vincitori,

considerando le criticità contingenti.

redazione@approdonews.it