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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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Nomine all’Arpacal: rinviato a giudizio Francesco Talarico L'ex presidente del consiglio regionale si dice sereno dopo la decisione del tribunale di Reggio Calabria. L'inchiesta condotta dal gup Caterina Catalano riguarda l'attestazione di falsi requisiti per le nomine all'interno del Cda. Stesso provvedimento per due funzionari regionali e per la presidente dell'azienda Marisa Fagà

Nomine all’Arpacal: rinviato a giudizio Francesco Talarico L'ex presidente del consiglio regionale si dice sereno dopo la decisione del tribunale di Reggio Calabria. L'inchiesta condotta dal gup Caterina Catalano riguarda l'attestazione di falsi requisiti per le nomine all'interno del Cda. Stesso provvedimento per due funzionari regionali e per la presidente dell'azienda Marisa Fagà
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REGGIO CALABRIA – E’ stato rinviato a giudizio l’ex presidente del consiglio regionale della Calabria Francesco Talarico. L’esponente dell’Udc è coinvolto in un’inchiesta sulle nomine deai vertici dell’Arpacal, lo società regionale che si occupa gestire l’ambiente calabrese. «Sono sereno per la trasparenza e la correttezza del mio operato – ha dichiarato lo stesso Talarico – e allo stesso modo fiducioso nel lavoro della magistratura convinto che nella fase dibattimentale sarà dimostrata la mia estraneità ai fatti contestati». L’esponente dell’Udc ha spiegato che le nomine in questione risalgono a circa tre anni fa, quando gli interessati avevano presentato il curriculum agli uffici amministrativi della Regione. «La documentazione – ricorda Talarico – è stata prima verificata dall’Ufficio di Presidenza, che ha dato l’ok, e quindi il consiglio regionale mi ha delegato a procedere con le nomine».

Il provvedimento è firmato dal giudice per l’udienza preliminare di Reggio Calabria Caterina Catalano nelle cui mire sono finiti anche il presidente dell’Arpacal, Marisa Fagà, Mario Russo, esponente del consiglio di amministrazione, e due funzionari regionali, Giovanni Fedele e Luigi Multari, tutti accusati a vario titolo di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico.

Viene contestato, in particolare, di avere attestato, falsamente, di essere in possesso della necessaria e comprovata esperienza tecnico scientifica in materia ambientale e di avere cinque anni di attività professionale nel settore nell’ottica di una nomina all’interno del consiglio di amministrazione.

L’udienza è stata fissata per il prossimo 3 marzo al tribunale di Reggio Calabria