New York: cresce fiducia in Obama
redazione | Il 16, Feb 2012
Deludono invece i candidati republicani alla Casa Bianca
New York: cresce fiducia in Obama
Deludono invece i candidati republicani alla Casa Bianca
(ANSA) -NEW YORK – La fiducia degli americani nei confronti del presidente Barack Obama è ai massimi da due anni. Lo dicono tutti i sondaggi. L’ultimo quello condotto dal New York Times che parla di “punto di svolta”, con il numero degli elettori soddisfatti dell’azione della Casa Bianca in campo economico che per la prima volta supera quello dei critici.
Merito degli ultimi dati sull’andamento dell’economia, che indicano una ripresa in atto e un’occupazione che torna a crescere. Ma merito anche delle divisioni in campo repubblicano, con un partito ancora impegnato nella incertissima gara per le presidenziali condotta senza esclusione di colpi. Non a caso dal sondaggio del Nyt emerge come la maggioranza degli elettori interessati dalle primarie, ben il 62%, si dica insoddisfatto dei propri candidati.
Tornando al presidente, il gradimento generale nei suoi confronti è salito al 50%, mai così alto dal maggio 2010, se si esclude il picco toccato nel maggio 2011 dopo l’enorme successo dell’uccisione di Osama Bin Laden. C’é da essere soddisfatti se si pensa che solo alla fine del 2011 lo stesso presidente confessava la sua preoccupazione di non essere rieletto. Ma a svolgere un ruolo determinante nella rinascita di Obama è stata certamente anche la First Lady Michelle, che non smette di stupire per le sue apparizioni televisive e non a sostegno della campagna elettorale del presidente. Un attivismo che, sempre secondo i sondaggi, la rendono più popolare dello stesso marito, con un gradimento tra gli americani che tocca il 66%. Tornando al sondaggio del New York Times, la quota di elettori che si dicono convinti dei progressi fatti da Obama in campo economico è salita al 42%, di ben 14 punti rispetto allo scorso dicembre.
Un chiaro segnale che anche la Finanziaria 2013 presentata martedì al Congresso, ma già da tempo annunciata nelle sue grandi linee da Obama, piace a gran parte degli americani. Compreso l’aumento delle tasse sulle famiglie più ricche (la cosiddetta ‘Buffett Rule’) e l’abolizione delle agevolazioni fiscali per società e fondi immobiliari. Tutto per reperire maggiori risorse da investire nella crescita. Anche l’appoggio alla Casa Bianca da parte dell’elettorato cattolico appare pressoché immutato, nonostante il duro attacco dei vescovi sulle nuove regole che prevedono la copertura assicurativa anche per il ricorso ai metodi contraccettivi. Questa volta a parlare sono i dati dell’ultimo sondaggio della Gallup: se prima che scoppiasse la bufera il gradimento degli elettori cattolici per il presidente era del 49%, l’ultima rilevazione indica un 46%. Una differenza minima considerato il duro braccio di ferro dei giorni scorsi, con la Conferenza episcopale americana che ha costretto Obama ad un parziale compromesso. Compromesso che però non ha placato le ire di una parte delle alte gererachie ecclesiastiche. Ma che gli elettori sembrano avere apprezzato. Forte di questi numeri il presidente è partito per un nuovo tour elettorale, stavolta nel Nordovest del Paese, in un’area fortemente industrializzata. La prima tappa a Milwaukee, in Wisconsin, dove Obama ha ribadito come il successo dell’industria dell’auto – quattro anni fa sull’orlo della bancarotta – può essere ripetuto in tutti i settori. Oggi il presidente visiterà invece il mega-stabilimento della Boeing a Everett, nei sobborghi di Seattle.NEW YORK – La fiducia degli americani nei confronti del presidente Barack Obama è ai massimi da due anni. Lo dicono tutti i sondaggi. L’ultimo quello condotto dal New York Times che parla di “punto di svolta”, con il numero degli elettori soddisfatti dell’azione della Casa Bianca in campo economico che per la prima volta supera quello dei critici.
Merito degli ultimi dati sull’andamento dell’economia, che indicano una ripresa in atto e un’occupazione che torna a crescere. Ma merito anche delle divisioni in campo repubblicano, con un partito ancora impegnato nella incertissima gara per le presidenziali condotta senza esclusione di colpi. Non a caso dal sondaggio del Nyt emerge come la maggioranza degli elettori interessati dalle primarie, ben il 62%, si dica insoddisfatto dei propri candidati.
Tornando al presidente, il gradimento generale nei suoi confronti è salito al 50%, mai così alto dal maggio 2010, se si esclude il picco toccato nel maggio 2011 dopo l’enorme successo dell’uccisione di Osama Bin Laden. C’é da essere soddisfatti se si pensa che solo alla fine del 2011 lo stesso presidente confessava la sua preoccupazione di non essere rieletto. Ma a svolgere un ruolo determinante nella rinascita di Obama è stata certamente anche la First Lady Michelle, che non smette di stupire per le sue apparizioni televisive e non a sostegno della campagna elettorale del presidente. Un attivismo che, sempre secondo i sondaggi, la rendono più popolare dello stesso marito, con un gradimento tra gli americani che tocca il 66%. Tornando al sondaggio del New York Times, la quota di elettori che si dicono convinti dei progressi fatti da Obama in campo economico è salita al 42%, di ben 14 punti rispetto allo scorso dicembre.
Un chiaro segnale che anche la Finanziaria 2013 presentata martedì al Congresso, ma già da tempo annunciata nelle sue grandi linee da Obama, piace a gran parte degli americani. Compreso l’aumento delle tasse sulle famiglie più ricche (la cosiddetta ‘Buffett Rule’) e l’abolizione delle agevolazioni fiscali per società e fondi immobiliari. Tutto per reperire maggiori risorse da investire nella crescita. Anche l’appoggio alla Casa Bianca da parte dell’elettorato cattolico appare pressoché immutato, nonostante il duro attacco dei vescovi sulle nuove regole che prevedono la copertura assicurativa anche per il ricorso ai metodi contraccettivi. Questa volta a parlare sono i dati dell’ultimo sondaggio della Gallup: se prima che scoppiasse la bufera il gradimento degli elettori cattolici per il presidente era del 49%, l’ultima rilevazione indica un 46%. Una differenza minima considerato il duro braccio di ferro dei giorni scorsi, con la Conferenza episcopale americana che ha costretto Obama ad un parziale compromesso. Compromesso che però non ha placato le ire di una parte delle alte gererachie ecclesiastiche. Ma che gli elettori sembrano avere apprezzato. Forte di questi numeri il presidente è partito per un nuovo tour elettorale, stavolta nel Nordovest del Paese, in un’area fortemente industrializzata. La prima tappa a Milwaukee, in Wisconsin, dove Obama ha ribadito come il successo dell’industria dell’auto – quattro anni fa sull’orlo della bancarotta – può essere ripetuto in tutti i settori. Oggi il presidente visiterà invece il mega-stabilimento della Boeing a Everett, nei sobborghi di Seattle.
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