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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Nesci (M5S) alla Camera: “Governo e parlamento, diteci se state con L’Ora o col Cinghiale”

“I giovani redattori del quotidiano calabrese, a lungo sfruttati, rischiano il lavoro e il futuro per causa di imprenditori furbi e rapaci legati a vecchi politici, i quali impongono ai giornalisti calabresi che cosa devono scrivere e che cosa non devono scrivere”

Nesci (M5S) alla Camera: “Governo e parlamento, diteci se state con L’Ora o col Cinghiale”

“I giovani redattori del quotidiano calabrese, a lungo sfruttati, rischiano il lavoro e il futuro per causa di imprenditori furbi e rapaci legati a vecchi politici, i quali impongono ai giornalisti calabresi che cosa devono scrivere e che cosa non devono scrivere”

 

 

Ieri la deputata calabrese M5S Dalila Nesci è intervenuta nell’aula della Camera sul caso del quotidiano “L’Ora della Calabria”, che sta vivendo una situazione di gravissimo oscuramento, peraltro esposta in procura.
Per Nesci, «i giovani redattori del quotidiano calabrese, a lungo sfruttati, rischiano il lavoro e il futuro per causa di imprenditori furbi e rapaci legati a vecchi politici, i quali impongono ai giornalisti calabresi che cosa devono scrivere e che cosa non devono scrivere».
Di seguito il testo integrale dell’intervento della deputata Cinque Stelle, che ha chiesto al governo e agli altri parlamentari se stanno «con L’Ora della Calabria o con il ‘Cinghiale’».

Signor Presidente, colleghi Deputati,

in Calabria si sta consumando una violenza inconcepibile in democrazia. Il sito del quotidiano L’Ora della Calabria è bloccato. Stranamente, dopo aver tranquillizzato la redazione, il liquidatore della società editoriale ha improvvisamente comunicato tramite mail l’impossibilità di stampare il giornale per motivi di costi.

Il «no» alla stampa è stato accompagnato da uno strano oscuramento del sito ufficiale. A riguardo è stato presentato un esposto in procura.

Nei giorni scorsi, il direttore Luciano Regolo aveva scritto un editoriale sugli «accorduni», cioè la pratica – tutta made in Calabria – di intese politiche nascoste per ampliare il potere e gli affari personali.

Per chi ancora non lo sapesse, ricordo che Regolo denunciò con coraggio le pressioni subite per togliere dall’Ora della Calabria la notizia di un’indagine a carico del figlio del senatore Tonino Gentile; oggi nel Nuovo Centrodestra, il partito dell'”ignaro” ministro dell’Interno Angelino Alfano e del governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, condannato per falso e dimissionario a giorni alterni.

Sappiamo come andò a finire: difendendo la libertà di informazione Regolo non levò quella notizia, sicché di colpo si ruppero le rotative del giornale.

In rete è diventata famosissima, per quanto grottesca, la telefonata dello stampatore De Rose, che invitava il proprietario del giornale, Alfredo Citrigno, a liberarsi di quella notizia; il che sarebbe stato utile, poi, a ricordare il favore reso ai fratelli Gentile, l’uno mancato sottosegretario del governo Renzi, l’altro assessore della giunta calabrese.

Dunque, riassumiamo: decine di giovani giornalisti, sfruttati per anni, rischiano il posto di lavoro e il futuro a causa di uno squallido gioco di potere tra una parte politica e un pezzo dell’imprenditoria malata calabrese, che fa soldi compiacendo il potere e imponendo ai giornalisti di scrivere o non scrivere determinate cose.

Da un lato c’è l’esigenza di salvaguardare il lavoro, la dignità delle persone e il diritto a un’informazione libera. Dall’altro, invece, bisogna salvare gli «accorduni», i potentati politici e le speculazioni di imprenditori furbi e rapaci.

Diteci, signori del governo, colleghi parlamentari calabresi e non, da che parte state: se state con L’Ora della Calabria o con il “Cinghiale” Gentile.