‘Ndrangheta, un fermo in operazione “De Bello Gallico” L'uomo è stato condotto nel carcere di Reggio Calabria
Nella giornata odierna, gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria – a conclusione di un ulteriore segmento di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal Procuratore dr. Giovanni BOMBARDIERI – hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dai Sostituti Procuratori della Repubblica dr. Walter IGNAZITTO e Diego CAPECE MINUTOLO, nei confronti PELLICANÒ Pietro, nato a Reggio Calabria il 19.10.1969, accusato di associazione di associazione mafiosa e di altri reati contro il patrimonio.
Fondamentali si sono rivelati gli approfondimenti investigativi delegati dalla D.D.A. di Reggio Calabria alla Squadra Mobile dopo l’operazione “De bello Gallico” del luglio 2018 che ha fatto luce principalmente sull’omicidio di FORTUGNO Fortunata e sul tentato omicidio di LOGIUDICE Demetrio, avvenuti il 16.3.2018 in località Gallico di Reggio Calabria, consentendo di trarre in arresto CHINDEMI Mario, CHINDEMI Paolo, PELLEGRINO Santo e BILARDI Ettore, indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa, omicidio, tentato omicidio, porto e detenzione di armi e danneggiamento.
All’indomani dell’operazione di polizia, le indagini sono proseguite ed hanno consentito di raccogliere ulteriori elementi in merito alla composizione del gruppo mafioso impegnato in una inquietante attrito con altre frange della ‘ndrangheta nell’ambito di fibrillazioni connesse al controllo del territorio. In tal modo, valutando altresì l’apporto dichiarativo di CHINDEMI Mario, è stato possibile ricostruire il ruolo di PELLICANÒ Pietro in seno al sodalizio criminoso facente capo alla famiglia CHINDEMI e la sua partecipazione a due scorribande dell’1 e del 2 giugno 2018, nel corso delle quali si impossessava, con CHINDEMI Mario, CHINDEMI Paolo, PELLEGRINO Santo, di due motociclette.
Pertanto, al PELLICANÒ Pietro viene accusato di essere partecipe del sodalizio, con il compito di essere l’esecutore delle direttive degli altri sodali, occupandosi in particolare di:
– commettere delitti contro il patrimonio (furto di motocicli per i quali vi una separata contestazione di reato), funzionali alle esigenze del sodalizio, in quanto utilizzabili per la consumazione di agguati;
– veicolare ambasciate e messaggi con altri esponenti del sodalizio e delle articolazioni federate per la gestione delle dinamiche criminali comuni;
– fornire ausilio a CHINDEMI Mario nel dirimere di conflitti interni alla cosca e sanzionare gli affiliati in caso di violazione delle norme che governano il sodalizio, ad esempio programmando l’uccisione di PELLEGRINO Santo, reo di essersi reso inottemperante alle regole di rispetto gerarchico all’interno del gruppo.
Tale sodalizio opera nel “locale” di Gallico di Reggio Calabria e zone limitrofe in connessione operativa con le potenti cosche di ‘ndrangheta “ARANITI” di Sambatello e “CONDELLO” di Archi.
Come si ricorderà, il 21 maggio scorso, la Squadra Mobile di Reggio Calabria aveva eseguito una ulteriore misura cautelare della custodia in carcere emessa, per l’omicidio di FORTUGNO Fortunata e il tentato omicidio di LOGIUDICE Demetrio a carico di CHINDEMI Mario classe 1968, in quanto la comparazione delle impronte consentiva di accertare che quella papillare (palmare) rinvenuta sul Touareg in occasione del compimento dell’azione delittuosa del 16.3.2018, corrispondeva all’impronta della mano sinistra del citato CHINDEMI Mario, sicché doveva dedursi che anch’egli era presente ed aveva partecipato assieme al nipote CHINDEMI Paolo all’agguato nel Torrente di Gallico. Al termine delle formalità di rito, il PELLICANÒ Pietro è stato condotto nel carcere di Reggio Calabria, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.