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TAURIANOVA (RC), VENERDì 17 MAGGIO 2024

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‘Ndrangheta, Marino non collabora più con la giustizia Decisione presa dall'ex esponente di spicco del clan Vrenna-Corigliano-Bonaventura in seguito alla revoca del programma di protezione

‘Ndrangheta, Marino non collabora più con la giustizia Decisione presa dall'ex esponente di spicco del clan Vrenna-Corigliano-Bonaventura in seguito alla revoca del programma di protezione
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Il collaboratore di giustizia di ‘ndrangheta Vincenzo Marino, esponente di spicco del clan Vrenna-Corigliano-Bonaventura di Crotone, ha deciso di non collaborare più con la giustizia. Una decisione presa in seguito alla revoca del programma di protezione. Lo scrive questa mattina il periodico il Crotonese pubblicando una nota dell’avvocato Maria Claudia Conidi, che ha assistito Marino nel suo percorso da collaboratore di giustizia. L’uomo ha iniziato a collaborare con la giustizia nel 2007 rilasciando dichiarazioni grazie alle quali sono state condotte diverse indagini che hanno portato a operazioni come Stige e Six Towns. Ha anche collaborato con i magistrati nell’inchiesta sulla strage di Duisburg, dove a Ferragosto 2007 vennero uccise sei persone in un agguato. “Vincenzo Marino serve alla giustizia, ma la giustizia a Vincenzo Marino provoca solo problemi mettendolo in pericolo” scrive l’avvocato Conidi che poi spiega il motivo della decisione di non testimoniare più nei processi: “Marino si è visto revocare un programma di protezione senza alcun valido motivo. I fatti posti a fondamento della revoca del suo programma di protezione che lo vedevano sottoposto a tutela propria e dei suoi familiari più stretti, con moglie e figli al seguito, sono stati considerati veri e propri reati ma oggi sono stati tutti dichiarati insussistenti con sentenze passate in cosa giudicata. Nonostante ciò l’amministrazione pubblica non ha ritenuto di ritornare sui suoi passi ripristinando il programma andato in fumo sulla base di nulla”. “A Vincenzo Marino – conclude l’avvocato – non interessa più far accertare fatti di reato, ma evitare che i suoi figli e sua moglie restino vittime più che probabili di lupara bianca” per questo non collaborerà più “perché alla giustizia non importa nulla della sua incolumità e di quella della sua famiglia”.