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Napolitano nega i fondi per i trasporti calabresi. Salta il contributo di 20 mln

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L’esecutivo di Letta aveva stanziato con il decreto salva Roma 20 milioni per aiutare anche il trasporto pubblico locale della Calabria, ma il Capo dello Stato ha bocciato la soluzione

Napolitano nega i fondi per i trasporti calabresi. Salta il contributo di 20 mln alla Regione

L’esecutivo di Letta aveva stanziato con il decreto salva Roma 20 milioni per aiutare anche il trasporto pubblico locale della Calabria, ma il Capo dello Stato ha bocciato la soluzione. Settore in crisi in Calabria tra debiti, tagli ed aumenti delle tariffe

 

CATANZARO – E’ proprio il caso di dirlo: i trasporti calabresi hanno fatto arrabbiare il Presidente Giorgio Napolitano. O meglio, sono stati i fondi destinati a tappare i tanti “buchi” del trasporto pubblico calabrese a fare saltare sulla sedia il presidente della Repubblica nella valutazione del decreto salva Roma, in scadenza al 30 dicembre. Nel momento in cui il Capo dello Stato ha letto il provvedimento, destinato ad arginare le difficoltà del bilancio della Capitale, ha, infatti, trovato inseriti diversi altri argomenti, tra cui proprio i fondi per la Calabria. Così è arrivato il no secco del Presidente al decreto.
Ed al governo non è rimasto altro che rinunciare alla conversione del decreto che, nato per Roma, si è trovato a mischiare 20 milioni stanziati per tappare i buchi del trasporto pubblico calabrese, 23 per i treni valdostani, mezzo milione per il comune di Pietrelcina (paese natale di Padre Pio). Ed ancora, uno per le scuole di Marsciano, in Umbria, un altro per il restauro del palazzo municipale di Sciacca. Ancora mezzo per la torre anticorsara di Porto Palo (Sardegna), un milione a Frosinone, tre a Pescara, 25 a Brindisi, fondi per il teatro San Carlo di Napoli e la Fenice di Venezia, una minisanatoria per i chioschi sulle spiagge, disposizioni sul terremoto dell’Emilia-Romagna e sui beni sequestrati alla criminalità organizzata. E come se non bastasse, nel decreto era finita persino l’istituzione di una sezione operativa della Direzione investigativa antimafia all’aeroporto di Milano Malpensa per prevenire le infiltrazioni mafiose nell’Expo 2015. Tutti interventi che tecnicamente potevano rientrare nel decreto salva Roma perché riguardanti gli enti locali. Dal Colle è stato così fatta notare “l’eterogeneità ed estraneità ai contenuti originari delle numerose disposizioni inserite dalle Camere in sede di conversione”.
A questo punto, tutto passa nel dl Milleproroghe che verrà approvato dal consiglio dei ministri il 27 dicembre e che regolerà le situazioni “indifferibili”, a cominciare dalle destinate proprio al Comune di Roma. Non è chiaro, a questo punto, se in questo nuovo provvedimento finiranno anche i venti milioni destinati al trasporto pubblico calabrese, mentre nello stesso decreto sarà contenuta la correzione, annunciata in Parlamento, alla parte relativa agli affitti di immobili da parte della pubblica amministrazione.
GLI IMPEGNI DELLA REGIONE – Lo scorso mese di novembre, per uscire dalle secche di un settore in forte crisi, quale quello del trasporto pubblico locale, la Giunta regionale aveva approvato il piano di ristrutturazione del debito nei confronti dei gestori dei servizi di trasporto pubblico locale, anche ferroviario. Un piano che, secondo l’assessore Luigi Fedele, permette di utilizzare in via straordinaria il Fondo per lo sviluppo e coesione. Un intervento che vale complessivamente circa 206 milioni di euro, di cui 116 a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e coesione rimodulate con deliberazione n. 396 del 31.10.2013. Il programma si riferisce a debiti e situazioni di contenzioso nel periodo dal 1987 fino al 31.12.2012.
AUMENTI E TAGLI NEL 2014 – Ma mentre si cerca di chiudere i debiti pregressi, appena pochi giorni fa è passata la strutturazione in Commissione del Bilancio di previsione 2014 e del collegato alla manovra finanziaria regionale che prevede l’aumento del 10% delle tariffe dei trasporti pubblici per i quali i fondi di bilancio attualmente previsti non sono sufficienti e anzi saranno ridotti rispetto agli esercizi precedenti.