Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Morto in Campania artista eufemiese Graziadei Tripodi Domenico Caruso ricorda l'opera geniale di un calabrese che ha onorato la Regione nel mondo

Morto in Campania artista eufemiese Graziadei Tripodi Domenico Caruso ricorda l'opera geniale di un calabrese che ha onorato la Regione nel mondo
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

di Domenico Caruso

Il 4 ottobre c.a. è deceduto ad Airola (Benevento) Graziadei Tripodi, nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte il 13 giugno 1932 ed appartenente a una famiglia di noti artisti. Il padre, Carmelo, fu pittore, scultore, musico e fotografo. “Galileo Galilei” e “Sant’Antonio Abate” sono i dipinti più celebri (premiati all’Esposizione Campionaria Internazionale di Palermo, nel 1906 e nel 1907). Altre opere risultano sparse in diverse chiese della nostra provincia (Acquaro di Cosoleto, Solano, Gioiosa Ionica, San Procopio, Palmi, Sant’Eufemia) e in Sicilia.
Una passione per l’arte trasmessa dal genitore ai figli, in particolare al restauratore Graziadei e al pittore Domenico Antonio (“L’Aspromontano”), Maestro di fama internazionale pluripremiato.

Graziadei era giunto a Napoli da Firenze nel 1960, unitamente all’artista Leonetto Tintori (1908-2000) per portare a compimento il restauro della Madonna di Montevergine. Completato da solo il lavoro, fece ritorno nella Città del Giglio per riprendere il restauro degli affreschi di Giotto nella Cappella Peruzzi della Chiesa di Santa Croce.
Nel 1961 fu richiamato a Napoli dove il Maestro rimase a lavorare per sei anni nel laboratorio di restauro di Capodimonte e dove, per la prima volta, sentì parlare di Airola. Così nel 1962 gli venne affidato l’incarico di restaurare, sotto la direzione dei lavori del Direttore Causa e del Soprintendente Gino Doria, il dipinto ad olio su tavola “Adorazione dei Magi” datato 1558, eseguito dal cosentino Pietro Negroni (1503-1565), collocato sul settimo altare della navata sinistra della Chiesa della SS. Annunziata di Airola.
Nel 1994 giunse in quest’ultima cittadina per restaurare la statua lignea, molto venerata, di San Pasquale Baylon del XVIII secolo, di raffinata fattura, sistemata nella cappella di centro a sinistra nella Chiesa della “SS. Concezione”. Da allora le commissioni si susseguirono senza sosta.

Il presidente della Pro Loco Ettore Ruggiero, che al funerale di Graziadei ha raccontato la storia del nostro conterraneo, afferma: «Chi ha come me l’onore e la fortuna di conoscere Tripodi, sicuramente condividerà l’idea che nelle sue commissioni sacre, il Maestro partecipa con una notevole carica emotiva, tormentato da una curiosità inesauribile e da una sensibilità forte, passionale e disarmante, meditando profondamente sull’oggetto sacro che andrà a restaurare, evidenziando quella comunione operativa e quel rapporto stretto tra Arte Sacra e Religiosità».
Di Tripodi aveva scritto il 30 gennaio c.a. il critico d’arte Rosario Pinto:

«Tra i lavori di restauro, dei dipinti, che Graziadei ha portato avanti ricordiamo quelli nella Cappella degli Scrovegni a Padova, nella chiesa di Santa Maria Novella a Firenze; a Napoli restaura gli affreschi del Solimena e del Cavallini. Insomma, non possiamo che ringraziare persone come lui che decidono di fare dell’arte e della cultura il fondamento della propria esistenza». Anche noi sentiamo il dovere di trasmettere ai posteri l’opera geniale del nostro conterraneo che ci ha onorato nel mondo.